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Mobius: “La fase di mercato toro continuera’, eccome”

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New York – La fase di mercato azionario rialzista resistera’ a qualsiasi interruzione nell’acquisto di bond Usa da parte della Federal Reserve, con i consumi che cresceranno in America di pari passo con un aumento del numero di investimenti nei mercati in via di sviluppo.

Ne e’ convinto Mark Mobius, money manager di Templeton Asset Management. I fattori citati per giustificare la previsione secondo cui le azioni nelle piazze finanziarie di tutto il mondo proseguirranno a crescere nell’ambito di una fase di mercato toro sono:

Gli indici di riferimento di Wall Street sono saliti ai massimi di quasi tre anni, dopo che la banca centrale ieri ha rinnovato il suo impegno a mantenere i tassi di interesse vicino allo zero per accelerare la ripresa dell’economia.

Il Federal Open Market Committee ha confermato che mettera’ la parola fine il 30 giugno all’operazione straordinaria di allentamento monetario che prevede l’acquisto di $600 miliardi di Treasuries. Un’altra tornata di misure di questo tipo non e’ piu’ necessaria per sostenere il rally e non ci sara’ alcuna recessione economica nel secondo semestre, secondo quanto riferito da Mobius in un’intervista telefonica concessa a Bloomberg da Bucarest.

“Siamo in un mercato toro e la fase proseguira’”, ha detto Mobius, 74 anni, che gestisce piu’ di $50 miliardi di asset in portafoglio, in qualita’ di direttore esecutivo del gruppo dei mercati emergenti di Templeton. “Ci saranno correzioni lungo la strada, ma saranno temporanee. I consumatori in Europa e in America sono tornati a fare acquisti. Non stanno spendendo come pazzi, ma stanno spendendo”.

Intanto oggi la valuta americana e’ scesa ai minimi dal 2008 rispetto alle principali divise rivali: il Dollar Index scivola di mezzo punto percentuale. La domanda da porsi ora e’: per quanto tempo ancora converra’ a Bernanke e Obama un dollaro debole in un mercato globale come quello in cui viviamo? Utili decenti e fatturato molto buono delle aziende Usa sono assicurati dalla domanda proveniente dalla Cina e dall’Asia in generale. Ma se la crescita in quei paesi dovesse frenare, allora ci sarebbe veramente da preoccuparsi.