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Minaccia Portogallo, l’euro potrebbe soffrirne

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Legnano – La volatilità sul mercato valutario si è ridotta durante le prime giornate di trading di questa settimana, lasciando tempo agli investitori per tirare un po’ il fiato prima di una ripartenza di essa. Questa sorta di pausa ci pare dovuta dopo il turmoil che abbiamo vissuto e fino a quando non ci saranno novità dal punto di vista geopolitico, gli investitori potranno tornare a focalizzare la propria attenzione sugli eventi economici relativi ad ogni Paese o area monetaria.

Ieri abbiamo assistito alla pubblicazione del CPI inglese, che come da attese è risultato superiore al precedente, ma addirittura di 4 decimi di punto percentuale, arrivando così a 4.4% su base annua durante il mese di febbraio, quando gli operatori stimavano un comunque alto 4.2%. La reazione del cable non si è fatta attendere e abbiamo raggiunto 1.64 figura. Questo poiché le aspettative degli operatori circa le possibili mosse future della BoE, cominciano a stimare una più alta probabilità che vengano apportati dei rialzi ai tassi di interesse, in modo tale da cercare di contenere un’inflazione che non accenna a fare retromarcia.

Il dato core sull’indice dei prezzi al consumo, che esclude le componenti più volatili relative ad alimentare ed energia, ha comunque mostrato un incremento da 3.0% a 3.4%, anch’esso al di sopra del target del 3% che la BoE deve far rispettare a livello di CPI, non di core CPI. Oggi verranno pubblicate anche le attesissime minute della Bank of England relative all’ultimo meeting tenuto, dove sia tassi che QE sono stati lasciati invariati e sarà importante vedere quanti votanti hanno espresso un parere hawkish.

Se si arriva a 4 membri su 9 (l’ultima volta ci sono stati 2 voti per un +25bp ed 1 per un +50 bp), il rischio che le sterline possano salire ulteriormente non è assolutamente da escludere, vedremo più avanti i livelli tecnici da considerare. Attesa anche in Europa per la delicatissima questione riguardante il voto che bisognerà esprimere oggi in parlamento relativo al nuovo piano di austerity proposto dal governo. Il no dell’opposizione getterebbe il Portogallo in una situazione di emergenza.

Il rischio è quello di vedere l’apertura di una crisi di governo, visto l’annunciato voto contrario dell’opposizione social democratica (Psd). Il premier portoghese, che vorrebbe presentarsi di fronte all’UE la prossima settimana con il voto in tasca, ha minacciato le dimissioni in caso di una non approvazione e le voci di elezioni anticipate che cominciano a circolare, non fanno sperare per nulla di buono.

Tutto questo chiaramente sta impattando sui mercati, e sia gli spreads su bond governativi, sia quelli sui CDS dei Paesi periferici si stanno allargando, facendoci capire come la situazione stia cominciando a diventare tesa. E’ possibile pertanto vedere l’euro soffrire fino a che non arriverà una notizia certa da parte del parlamento portoghese, che crediamo vivrà giornate molto difficili in futuro. In caso di non voto, il salvataggio diventerebbe inevitabile e la paure dell’effetto contagio potrebbe diventare un vero e proprio market mover.

Stiamo a vedere e affidiamoci sempre ai livelli tecnici per la nostra attività di trading, infine, come sempre diciamo, facciamo trading su quello che vediamo e non su quello che crediamo di sapere. Parliamo ora di qualche tasso di cambio, osservandolo dal punto di vista tecnico.

Incominciamo dall’eruodollaro che per un soffio ieri ha mancato il raggiungimento dell’obietivo che stiamo aspettando da qualche giorno, 1.4280. Questo è infatti rimasto a distanza di sicurezza, avendo i prezzi raggiunto 1.4250. Ciò che comunque è risultato positivo, da considerare quindi per le prossime evoluzioni, è stato il rimbalzo a ribasso successivo all’avvicinamento che ha allontanato questa area così importante di una figura esatta. Ripetiamo ancora una volta che, secondo il nostro modo di vedere, la tendenza favorevole all’euro di lungo periodo non sarà compromessa sino ad una rotura della trendline inclinata positivamente, iniziata a gennaio, e che transita per le prossime ore nei pressi di 1.3965. Per cercare uno spunto più di breve possiamo guardare all’area di 1.4040, la precedente zona di resistenza che si è trasformata in interessante supporto.

Non potrebbe essere più tranquilla la situazione grafica del cambio UsdJpy. Dopo i forti picchi di volatilità di settimana scorsa il cambio viaggia da tre giorni a questa parte all’interno di un range di non più di 60 pips. Sino a che la situazione rimarrà così tranquilla non avremo segnali che indichino una ripresa di una tendenza, che con buona probabilità avverrà invece con la rottura definitiva di 82 figura. Sino a quel momento 80.65 e 81.25 sono i due livelli da considerare.

Abbiamo avuto ieri una nuova conferma dell’importanza dell’area prossima a 115.25-40 come resistenza chiave per il cambio EurJpy. Successivamente ad un nuovo tentativo di rottura abbiamo asssistito ad un calo di quasi una figura. Il livello diventa quindi imprescindibile per le prossime evoluzioni del cambio e sembra coincidere particolarmente con la forte area di resistenza che ha trovato la moneta unica nei confronti del dollaro. Per le prossime ore crediamo che poco al di sopra di 114 figura si trovi il punto di arrivo di questa tendenza di breve, mostrata da ieri, del cambio.

Quanto non è riuscito all’euro è stato invece provato dalla sterlina. È stata infatti oltrepassata la precedente area di 1.6345 e raggiunto il massimo concidente esattamente con 1.64 figura. Crediamo che, a questo punto, sia piuttosto chiaro quali siano i due livelli su cui concentrare maggiormente la nostra attenzione per asssistere ad una continuazione di questa tendenza, 1.64, o invece un ritracciamento di quanto iniziato la settimana scorsa, 1.6345.

Con le premesse appena osservate non stupisce che il cambio EurGbp abbia invertito la propria salita. Nelle prossime ore sapremo se la tendenza evidenziata da più di un mese, osservabile perfettamente su un grafico con candele a 4 ore, terrà ed assisteremo ad una nuova ripresa della moneta unica. Ricordiamo che il livello dinamico suggerito come supporto si trova a 0.8645, coincidendo quasi perfettamente con un picco di massimo durante il percorso di salita (visto l’8 di marzo) e con la media mobile esponenziale a 100 periodi.

Il franco complica nuovamente gli scenari sia contro dollaro che contro la moneta unica.

Il cambio UsdChf dopo aver rotto la timida ripresa rialzista degli ultimi giorni ha ridotto la propria escursione. Se non vedremo nell’immediato un ritorno al di sopra di 0.9050, saranno attese escursioni in territorio di minimi. Inutile ricordare ancora una volta che il livello da cui dipende un vero movimento di ripresa si trovi a 0.92.

Il cambio EurChf, avendo mancato il ritorno al di sopra di 1.29, ha mostrato un nuovo calo ieri. L’unico spunto interessante in questo caso deriva da 1.2730, che ancora una volta si potrebbe rivelare assai forte come supporto.

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