Piazza Affari vira al rialzo a differenza delle altre Borse europee ancora in calo. Mentre Francoforte segna un -0,07%, Londra un -0,07% e Parigi ristagna sulla parità, a Milano l’indice Ftse Mib sale dello 0,68% a quota 19.987 punti in una seduta in cui scadono i future e le opzioni.
L’inversione di rotta del listino milanese è da addebitare al lesto recupero delle banche dopo lo scivolone della vigilia. Si è d’altra parte allentata la tensione sui mercati obbligazionari periferici dopo che stamani il premier greco George Papandreu ha presentato il nuovo Governo, sostituendo Papacostantinou dalla guida del ministero delle finanze con Evangelos Venizelos, in precedenza ministro della Difesa.
Si guarda anche all’incontro di oggi tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. In attesa a piazza Affari continua a volare la Popolare di Milano (+11,36%) in scia alle voci di interesse da parte di Bnp Paribas, anche se una soluzione nazionale, con una fusione con la Bper, è considerata dagli analisti la via più plausibile.
Ottimo spunto al rialzo anche per il Banco Popolare (+3,71%) ieri depresso dalla decisione di Fitch di abbassare il giudizio il rating a lungo termine da A- a BBB+ con uno scenario stabile. Fitch oggi si colloca quindi con il rating più basso tra le 3 agenzie di rating. La motivazione del downgrade starebbe nel peso che i crediti problematici hanno nel bilancio di B. Popolare.
Gli analisti ritengono che vi potrebbero essere conseguenze negative soprattutto per quanto riguarda le emissioni di titoli subordinati. In evidenza anche Unicredit (+2,40%), Intesa (+2,70%) e Mps (+1,41%), in un primo momento affossata dal prezzo dell’aumento di capitale a 0,446 euro.
Lo sconto del 27,88% sul prezzo teorico ex diritto (Terp) delle azioni ordinarie fissato per l’aumento di capitale di Mps “è in linea con il mercato”, ha detto il presidente, Giuseppe Mussari, mostrandosi soddisfatto per come è stata gestita l’operazione sui titoli Fresh, che ha reso l’aumento di capitale “meno diluitivo”.
E tra gli assicurativi è premiata FonSai (+3,66%). Non mancano comunque i segni meno come quello di Mediaset, in flessione dello 0,47% a 3,38 euro, complice Deutsche Bank che oggi ha ridotto il target price da 5,3 a 4,2 euro. Un valore comunque superiore all’attuale quotazione del titolo tanto che il rating resta buy.
“Alla luce del nostro recente taglio delle stime di Eps della controllata spagnola Telecinco, dovuto al forte deterioramento nel mercato della pubblicità spagnolo, e dell’indebolimento del mercato pubblicitario italiano riduciamo le stime di Eps di Mediaset del 21% per il 2011, del 20% per il 2012 e del 19% per il 2013”, spiegano gli analisti.
Deutsche Bank nel caso di Mediaset per quest’anno si aspetta una raccolta pubblicitaria in calo dell’1% su base annua (+3% la stima precedente), con i canali core a -3%. “Il consiglio resta comunque buy perché Mediaset rimane una delle azioni più economiche tra le TV europee”, conclude DB.
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