Economia

Milano in rosso su prese di profitto di fine anno

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

(Teleborsa) – Piazza Affari gira la boa con gli indici in rosso e sui minimi di seduta, al pari delle altre principali borse del Vecchio Continente, nell’ultimo giorno di contrattazioni in vista del lungo ponte del Capodanno. Domani resteranno chiuse anche Francoforte, Madrid, Copenhagen, Helsinki, Stoccolma, Islanda e Tokyo, mentre Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Lisbona, Londra, Wall Street e Hong Kong “lavoreranno” solo metà giornata. Il clima pre-festivo, l’assenza di dati macro e di operatori stanno facendo si che gli scambi siano ridotti all’osso e alcuni movimento esagerati. Anche a Wall Street si prospetta una seduta erratica, come confermato dall’andamento a doppia velocità del mercato dei derivati a stelle e strisce. Interessante l’agenda macro, che presenta i sussidi alla disoccupazione, il PMI di Chicago e la vendita di case pendenti. Sul valutario la moneta unica si conferma ben impostata nei confronti del dollaro, che invece continua a perdere terreno verso le altre principali valute mondiali. Tra l’altro oggi il biglietto verde ha aggiornato un nuovo mninimo storico nei confronti del franco svizzero, evidentemente ritenuto un bene ancor più “rifugio” del dollaro. Tra le commodities il petrolio perde un po’ di terreno con il barile sul Light Crude a 90,64 dollari in attesa dei dati sugli stock USA. Il Ftse All Share segna al momento un calo dell’1,05%, il Ftse Mib dell’1,10%. Sul paniere principale i cali più consistenti sono soprattutto frutto di prese di beneficio. Exor si posiziona in fondo al listino, trainando con sè anche Fiat, che dopo il via libera all’accordo su Pomigliano deve fare i conti con un’agguerritissima e insoddisfatta Fiom. Profit taking anche su Buzzi, Bulgari e Fondiaria-Sai, quest’ultima letteralmente in fiamme la vigilia in attesa di novità dalla Consob sull’ingresso di Groupama nella holding a monte Premafin. Sempre depresse le banche tra cui spiccano i cali di Unicredit, poco consolata dalle parole ottimiste del Presidente della Fondazione Banco di Sicilia sul futuro di Piazza Cordusio. Sotto pressione il Banco Popolare, nonostante La Repubblica affermi che anche Caritorino, dopo Cariverona, sarebbe pronta a sottoscruivere l’aumento di capitale della banca. Unici segni più sono Finmeccanica, che festeggia un po’ in ritardo le nuove commesse annunciate ieri, e Snam Rete Gas. L’utility sta ignorando il taglio del target price da parte di Goldman Sachs. Fredda l’energia, con Eni che, secondo un quotidiano portoghese, potrebbe cedere a caro prezzo la quota di Galp a Petrobras. La buona view di Nomura sul comparto beverages europeo in virtù del buon momentum di quello statunitense non scalda più di tanto Campari, che dopo un avvio frizzante continua a mostrare limature. Lo sbarco di Diasorin sul Ftse Mib non sembra giovare al titolo, che oggi è sceso sotto la media mobile a 50 giorni. Sull’ampio precipita Kinexia che, secondo quanto dichiarato dall’AD a Il Sole 24 Ore, vorrebbe entrare nel settore ambientale ma non con una fusione con Waste Italia.