Milano – Seduta all’insegna di forti oscillazioni per Piazza Affari, che segue di pari passo la performance dei bond, su cui si smorza sul finale la tensione. Dopo l’ennesima asta di titoli di stato con tassi in netto rialzo, nuove pressioni hanno portato il Ftse Mib a cedere fino sui minimi intraday fino a -1,9%, per poi riagguantare il territorio positivo e fare ancora di nuovo dietrofront. In chiusura l’indice guadagna lo 0,35%.
L’indice FTSE/Mib chiude quindi poco sopra la parità una seduta contraddistinta da un’elevatissima volatilità che ripropone i timori di speculazione nei confronti del nostro paese. L’asta dei titoli di Stato ha visto un lieve calo delle sottoscrizioni (anche se ampiamente sopra l’offerta minima) e un aumento dei rendimenti. Tra i titoli, ben intonati gli istituti bancari con in vetta Mediolanum che beneficia dei buoni risultati trimestrali; tracollo di Finmeccanica dopo i conti diffusi in mattinata.
Il Financial Times ha commentato i risultati dell’asta facendo notare, che i rendimenti dei BTP decennali, saliti al 5,77%, si aggirano sui massimi degli ultimi 11 anni e che, secondo gli analisti, il mercato sta continuando a bocciare la manovra del governo: le misure di austerity sarebbero infatti giudicate non sufficienti per risolvere l’annoso problema del debito.
Dopo l’asta e’ così ripreso l’attacco speculativo contro l’Italia, le banche e i titoli di stato. I ribassisti hanno martellato anche nel primo pomeriggio, ma con toni meno violenti. Di qui, poi il recupero di Piazza Affari.
I rendimenti del Btp a 10 anni, che sono saliti verso la tarda mattinata al 5,910% dopo gli esiti dell’asta, sono riscesi poi in chiusura al 5,802%, lo spread BTP/Bund, dopo aver toccato quota 324, attestandosi vicino ai massimi assoluti di 2 settimane fa, è calato lievemente a 317. I cds (credit default swap) sui titoli di stato italiani a 5 anni quotano in chiusura 298 e l’indice wsi/ita scende dai massimi e si attesta a 287. I valori rimangono drammaticamente alti, e nelle ore di massimo sell off hanno pesato anche i rumor (freqaunti ormai da settimane) circa le dimissioni del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, voci poi smentite da un membro dell’esecutivo.
La correlazione tra la performance dei bond e quella dell’azionario è ormai scontata: quando vanno giù i bond – e dunque salgono i rendimenti – scendono anche i listini azionari e soprattutto le banche, per l’esposizione che hanno verso i titoli di debito italiani. Quando, per contro, l’attacco speculativo all’Italia si allenta, Piazza Affari torna a respirare. E così le banche, che in mattinata avevano visto a un certo punto i titoli Unicredit salire più del 3% mentre in seguito, per la stretta correlazione bond/azioni, hanno limitato i guadagni subito dopo l’asta. Ma nel finale sono tornati solidi segni più, anche se il sentiment è ancora incerto.
Tra i finanziari molto bene Mediolanum, che rimbalza più dell’8%, dopo la comunicazione dei risultati (vedi rapporto Unicredit). Unicredit è salita dell’1,55%, Ubi Banca +1,23%, Banca Popolare di Milano +0,95%, Intesa SanPaolo +1,78% e MPS (+1,65%). Rimane negativa Banco Popolare (-1,77%)
Sotto pressione tra i titoli soprattutto Finmeccanica, che è stata sospesa due volte per eccesso di ribasso per la delusione sui conti (vedi sotto rapporto Unicredit) e che, riammessa agli scambi, ha perso -17%. Male anche Tenaris con un pesante
-4,89%, dopo essere stata sospesa per eccesso di ribasso. Tra gli altri titoli positivi Exor (+2,33%), mentre tra i negativi Fondiaria-Sai (-2,84%), Ansaldo (-2,50%) e Impregilo (-1,93%).
Azioni Italia
Azimut (EUR5,72): ha chiuso il primo semestre con un utile netto di EUR44,8 mln, in calo del 2,9% rispetto allo stesso periodo 2010. I ricavi sono saliti dell’1,4% a EUR174 mln. Il totale delle masse gestite a fine giugno ha raggiunto i EUR14,4 mld, mentre il dato comprensivo del risparmio amministrato e gestito da case terze direttamente collocato arriva a EUR16,4 mld.
Finmeccanica (EUR5,76): ha registrato fortissime perdite nella seduta odierna raggiungendo i livelli degli anni ’90 in seguito alla presentazione dei conti che hanno visto l’azienda chiudere il primo semestre con ricavi in calo a EUR8,432 mld da EUR8,654 mld e Ebita adjusted a EUR440 mln da EUR586 mln. Il board del gruppo ha inoltre comunicato che rivedrà la guidance sugli ordini 2011 a EUR19 mld nel quarto trimestre dell’anno.
Generali (EUR13,41): secondo la stampa, il closing per un possibile accordo distributivo in Russia tramite la creazione di una jv con la banca russa Vtb, di cui il Leone detiene l’1%, non verrebbe approvato entro il prossimo 5 agosto.
Tenaris (EUR15,51): pesante a Piazza Affari penalizzata dai risultati sotto le attese resi noti ieri dalla rivale francese Vallourec. La società francese ha annunciato un Ebitda nel 2Q in calo del 4% a EUR254 mln, mentre i ricavi sono
cresciuti del 15% a EUR1,29 mld entrambi sotto le attese, rispettivamente, a EUR288 mln e EUR1,36 mld.
NEGATIVE ANCHE LE ALTRE BORSE EUROPEE, FRANCOFORTE LA PEGGIORE – Nel pieno della stagione degli utili hanno deluso alcuni conti diffusi in mattinata in Europa. Miglioramento degli indici tuttavia nel finale con Londra (+0,08%), Francoforte -0,28%, Parigi -0,53% e Madrid in rialzo di quasi mezzo punto percentuale.
L’EuroStoxx50 archivia le contrattazioni invariato a causa dei soliti timori sullo stato dell’economia internazionale e di alcuni conti trimestrali non
particolarmente brillanti. A livello settoriale tengono i bancari e le telecomunicazioni mentre in fondo al listino troviamo i chimici e i tecnologici. Tra i titoli, particolarmente pesanti Basf, Philips e Saint Gobain; mentre in denaro France Telecom, ING, Repsol e Intesa SP.
Gli indici azionari europei, in generale, hanno ridotto le perdite guardando al trend positivo di Wall Street, che ha beneficiato del dato relativo alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, scese, per la prima volta dagli inizi di aprile.
Sul fronte degli utili, sotto i riflettori in Europa i risultati di Credit Suisse, che ha annunciato di aver riportato nel secondo trimestre utili ben al di sotto delle stime degli analisti, dichiarando contestualmente che si prepara a tagliare la forza lavoro globale del 4%.
Male anche i profitti di Siemens, che sono scesi del 47%, mentre gli utili operativi di Basf sono calati al di sotto delle stime, e la società ha anche lanciato un profit warning.
Azioni Estero
Basf (EUR62,55): ha riportato utili trimestrali in progresso del 23% da EUR1,18 mld a EUR1,45 mld e fatturato a EUR18,46 mld, in aumento del 14%. Il colosso tedesco nonostante i timori per un rallentamento nei risultati del 2H a
causa delle preoccupanti condizioni del mercato, ha confermato la guidance per il 2011.
Bbva (EUR7,345): ha terminato il 2Q11 con un utile netto di EUR1,19 mld in calo del 7,6% dagli EUR9 mld dello stesso periodo del 2010 soprattutto a causa della debolezza del mercato interno. I profitti restano però migliori delle attese degli analisti che alla vigilia avevano pronosticato un valore di EUR1,1 mld. L’utile netto delle divisione spagnola ha mostrato
una flessione del 36% a EUR419 mln.
Exxon Mobil (USD81,9): ha archiviato il 2Q con un utile netto in aumento del 41% a USD10,68 mld dai USD7,56 mld del 2Q10. Il risultato equivale a USD2,18 per azione, sotto le stime di un Eps di USD2,33. Tale risultato si è avuto grazie all’aumento del prezzo del petrolio che ha fatto arrivare i ricavi a USD125 mld ma che non è bastato a soddisfare le attese del mercato.
Infineon (EUR6,93): ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto in salita a EUR190 mln, contro i EUR126 mln riportati nell’analogo periodo del 2010, mentre i ricavi hanno segnato un rialzo del 18% a EUR1,05 mld. Entrambi i dati hanno battuto le stime degli analisti che si attestavano rispettivamente a EUR166 mln e a EUR1 mld.
Renault (EUR37,34): nel 1H11 ha registrato utili operativi in calo del 19% a EUR630 mln contro attese degli analisti di EUR595 mln. Sui conti del gruppo auto francese hanno pesato in particolare l’impatto del terremoto in Giappone e
l’aumento dei costi per le materie prime. I ricavi sono cresciuti nei primi sei mesi del 2011 del 7,3% a EUR21,1 mld portando alla conferma delle attese per il 2011 per un aumento del volume delle vendite e del giro d’affari rispetto al 2010 e un free cash flow operativo dell’auto superiore a EUR500 mln.
Royal Dutch Shell (GBp2263,5): nel 2Q11 ha registrato utili netti in crescita del 97,3% a USD8,66 mld con il dato adjusted a USD6,6 mld in linea con le stime degli analisti. Royal Dutch Shell ha beneficiato in particolare dell’aumento del prezzo del petrolio e del miglioramento dei margini delle raffinerie riportando ricavi in salita del 33,9% a USD121,26 mld. La produzione è invece calata del 2,1% a 3,04 mln di barili al giorno.
Sony (JPY2013): ha chiuso il 2Q11 con una perdita netta di JPY15,5 mld (circa USD200 mln) rispetto all’utile di JPY25,7 mld dello stesso periodo dello scorso anno. La big giapponese dell’elettronica ha tagliato le stime di profitti per il 2011 a JPY60 mld dalle precedenti JPY8 mld.
EURO IN RIBASSO, SUL FILO DI QUOTA $1,43 Sul mercato dei cambi, l’euro ha continuato a perdere terreno e ha chiuso sul filo di $1,43 nei confronti del dollaro. La moneta unica ha perso terreno anche nei confronti dello yen, a 111,27.
D’altra parte, sottolineano gli analisti di Unicredit, resta un dollaro sulla difensiva, a causa dei progressi alquanto limitati nella trattativa tra Casa Bianca e Repubblicani per il via libera all’innalzamento del tetto di legge per il debito Usa, pur con la scadenza del 2 agosto in rapido avvicinamento.
Euro e dollaro hanno ceduto terreno nei confronti dello yen anche a seguito delle dichiarazioni del ministro dell’Economia giapponese Kaoru Yosano che ha definito piuttosto difficile un intervento nell’ordine di JPY1.000-2.000 mld (traUSD13,0 mld e USD26,0 mld) delle autorità giapponesi sul mercato valutario contro l’apprezzamento della valuta nazionale. Sul fronte delle commodities,
il petrolio Wti resta stabile poco sotto USD98 al barile.
Macroeconomia e tassi
Le retribuzioni orarie in Italia sono cresciute in giugno dello 0,1% su base
mensile (dallo 0% di maggio) e dell’1,8% come in maggio su base annua. Il numero dei disoccupati in Germania è sceso in luglio di 11.000 unità sotto le attese di -13.000; il tasso di disoccupazione è rimasto inalterato al 7,0% come nel mese di giugno. La fiducia economica nei Paesi dell’Eurozona è calata a 103,2 pts dai 105,4 di giugno (rivisto dai 105,1 preliminari), e rispetto alle attese di 104. La fiducia nel business è a 0,45 pts in calo rispetto a giugno (0,95 rivisto) e alle attese di 0,85.
Negli Stati Uniti le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione questa
settimana sono scese a 398.000 unità, ben al di sotto del dato della scorsa
settimana (422.000 rivisto oggi) e delle attese di 415.000 unità. Le vendite di
case in corso negli Stati Uniti sono cresciute in giugno del 2,4%, meglio
delle attese che prevedevano una riduzione del 2%; lo scorso mese il
dato era stato del +8,2%.
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RAPPORTO UNICREDIT
Occhio oggi a questi titoli di Piazza Affari.
Finmeccanica .(EUR6,97): ha chiuso il primo semestre con ricavi in calo a EUR8,432 mld da EUR8,654 mld e un Ebita adjusted a EUR440,0 mln da EUR586,0 mln. Per l’intero anno Finmeccanica stima ricavi tra i EUR17,5mld e i EUR18,0 mld dalla precedente stima di EUR18,3-19,0 mld.
Eni(EUR15,44): ha effettuato una nuova scoperta di idrocarburi nell’offshore indonesiano perforando con successo un pozzo esplorativo nell’offshore orientale di Kalimantan (Isola del Borneo).Atteso il CdA sui conti del primo semestre, che saranno però annunciati domani. Ieri ha comunicato la sigla di un accordo per rilevare da Vattenfall le attività in Belgio, per un enterprise value di circa EUR157 mln.
Pirelli (EUR7,185): ha annunciato un aumento dei prezzi in tutti i mercatieuropei degli pneumatici per autovettura, Suv e Van, conseguente alrincaro dei prezzi delle principali materie prime, in particolare delle gommenaturali e sintetiche e del petrolio. L’incremento, che avrà decorrenza dal primo settembre 2011, sarà fino al 6%
Fiat(EUR6,90): il presidente Montezemolo ha detto che il 2011 potrà essere ricordato come uno dei migliori anni della storia della Ferrari, tornato ai livelli record del 2001.
Mediolanum(EUR2,694): nei primi sei mesi 2011 l’utile netto è in crescita a EUR97 mln (+14% sul 1H10), dopo la svalutazione di titoli di stato greci con scadenza entro il 2020, che ha avuto un impatto negativo per EUR14,2 mln. L’istituto ha confermato che manterrà stabile la politica di dividendo, inclusa la cedola ad interim di novembre.
MACROECONOMIA
Nuovo downgrade sulla Grecia, giunto ieri a mercati chiusi da parte di S&P, che ha portato il rating del paese a ‘CC’ da ‘CCC’ con outlook negativo. L’agenzia spiega che il piano di ristrutturazione del debito greco annunciato dalla zona euro la settimana scorsa corrisponde a un default selettivo del Paese e che le opzioni individuate sono non favorevoli per i creditori privati e probabile causa di perdite.
Negli Usa si lavora dietro alle quinte a un accordo sul debito, con il progressivo avvicinamento alla scadenza del 2 agosto. Sembra aprirsi uno spiraglio per una possibile mediazione tra le attuali due proposte Democratica e Repubblicana di riduzione della spesa pubblica, distanti e con poche possibilità di approvazione.
In Giappone le vendite al dettaglio sono risultate in rialzo a giugno, per la prima volta dal terremoto dello scorso marzo. L’incremento è stato dell’1,1% su anno, contro attese per un’ulteriore contrazione dello 0,5%.