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Milano in coda tra borse Ue, bene i futures Usa

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Milano – All’indomani della pubblicazione dell’esito degli stress test sulle banche irlandesi diffuso a chiusura dei mercati nella giornata di ieri, le borse europee riescono nella maggior parte dei casi a puntare verso l’alto, ad eccezione di Milano.

Gli investitori attendono nel frattempo il dato cruciale proveniente dagli Stati Uniti, e relativo al rapporto sull’occupazione relativa al mese di marzo. Nell’attesa, i futures sugli indici rivelano un andamento cautamente positivo.

Londra sale dello 0,8%, Francoforte cresce dello 0,9%, parigi aumenta dello 0,50% e Madrid cresce dello 0,33%. Fanalino di coda per l’appunto Milano, che dopo le iniziali ricoperture sui bancari, rivede di nuovo questo settore frenare i guadagni: Piazza Affari viaggia così nervosamente al di sotto della parità cedendo lo 0,09%. A fronte dei rialzi dei bancari europei Royal Bank of Scotland (+2,97%) e di Barclays (+4,07%), i titoli bancari italiani rivelano una performance contrastata. Intanto Francoforte sale dello 0,93%, Londra cresce dello 0,85% e Parigi aumenta dello 0,54%.

Fari a Milano su Intesa SanPaolo, che dopo il tonfo di ieri torna a perdere terreno, sulla scia dei rumor relativi all’annuncio di un imminente aumento di capitale , che sarebbe secondo le indiscrezioni di 5 miliardi di euro. E tra l’altro in una nota appena comunicata, la banca non ha smentito le indiscrezioni. Il titolo cede così il 2,49% circa; male anche Unicredit (-0,92%) e Mediobanca (-0,62%), mentre va bene Banca Popolare di Milano (+1,43%); sale anche Ubi Banca (+0,75%), banco Popolare (+0,86%) e Mps (+0,11%). Tra i titoli in rosso da segnalare Autogrill (-1,91%), Enel Green Power (-1,02%) e Fondiaria-Sai (-1,02%).

Rimane sotto i riflettori la preoccupazione per il rialzo delle commodities. In particolare, nelle ultime ore, i futures sul petrolio scambiato a New York sono arrivati a testare il valore più alto degli ultimi 30 mesi, e al momento quotano $107,11 al barile, in rialzo di 30 centesimi. Il Brent si attesta in aumento a $117,43, ma il rialzo è decisamente frazionale (7 centesimi). L’oro quotato sul Comex fa dietrofront e scende a $1.435,7 l’oncia, in flessione di $4,2, mentre l’argento perde 22 centesimi a $37,66.

Sul fronte valutario l’euro perde terreno sui mercati di New York e scende a $1,4151. La moneta unica guadagna comunque sul franco svizzero a 1,3051, e sullo yen a 118,42. Sulla moneta nipponica il dollaro sale a 83,66.

Sul fronte del mercato dei titoli di stato, inattesa l’asta recente del Portogallo, che è riuscita a collocare pienamente i suoi bond; il rendimento medio è salito comunque al 5,793%. Marco Primavera fa poi notare che si assiste a un’inversione nella curva dei rendimenti dei bond portoghesi, con i rendimenti dei bond a due anni che si attestano all’8,69%, più dell’8,47% dei rendimenti dei bond a dieci anni. Da segnalare la brutta settimana per il Bund tedesco, che anche oggi scende, sfondando al ribasso quota sotto 121, 120,96 punti base. I rendimenti salgono al 3,38%.

Riguardo ai futures americani, alle 12:25 (le 6:25 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 sale di 3,20 punti a quota 1.324,20. (+0,24%).

Il contratto sull’indice Nasdaq 100 e’ in crescita di 8,75 punti a 2.345. (+0,37%).

Il contratto sull’indice Dow Jones scambia in progresso di 40 punti (+0,33%) in area 12.292.