Piazza Affari archivia la seconda giornata consecutiva con il segno meno, dopo una seduta che per il Nuovo Mercato è stata una vera e propria Waterloo.
Il Mibtel ha chiuso con un ribasso dell’1,36% a 32.785 punti; il Mib30 ha segnato un ribasso dell’1,21% a quota 48.177, il Fib30 ha perso lo 0,92%. Il Midex ha ceduto l’1,57%.
Per Milano è stata la peggiore prestazione in ambito europeo, che ha dimostrato un certo timore del mercato nei confronti dei titoli Internet. Non a caso la rotazione in positivo ha riguardato i titoli tradizionali, industriali, bancari e utilities, segno di una ridistribuzione dei portafogli delle gestioni che evidentemente puntano a investimenti meno a rischio in un momento di turbolenza sul Nasdaq in Usa.
In questo quadro va segnalata la ripresa, fra le blue chips, di Enel che ha toccato il massimo storico e ha chiuso con un rialzo del 2,89%. Ma bisogna dire che gli occhi di tutti sono rimasti puntati oltre Atlantico dove solo questa sera, alle 20,15 ora italiana, si conosceranno le decisioni della Federal Reserve (Banca centrale Usa) sui tassi di interesse: un aumento dello 0,25% appare scontato, ma gli analisti si preparano a una stretta maggiore, fino allo 0,50%.
Nell’attesa, o meglio: nell’incertezza, la seduta è stata caratterizzata da forti prese di beneficio proprio sui titoli che più erano cresciuti nelle sedute precedenti, alla vigilia di un importante collocamento, quello della e.Biscom, che inizierà domani.
La disfatta del Nuovo Mercato si è consumata fra sospensioni per eccesso di ribasso e vane riammissioni. Ben quattro titoli su sette hanno chiuso con ribassi superiori al 10%. La stessa Finmatica ha sacrificato il 9,35%. Per Opengate la giornata si è chiusa con un ribasso del 16,28%. Poligrafica San Faustino -11,05%; Prima Industrie -7,95%. Per Tiscali, calo superiore al 10%. Seat Pagine Gialle -2,30%.
Se la nuova economia piange, i telefonici non ridono: Telecom lascia oltre il 2,5%; Tecnost -3,61%; Olivetti -3,83%. L’andamento del settore trascina verso il basso altri titoli come Aem, valutata da qualche operatore alla stregua di un titolo di tlc. Su Aem, -6,26%, ha pesato anche l’incertezza sull’eventualità di una seconda tranche e sul ridimensionamento delle attese del mercato sulla valutazione da dare alla prossima matricola e.Biscom.
Quanto a Enel e Eni, dopo una certa volatilità hanno chiuso in deciso rialzo evidentemente considerate come azioni-rifugio in un mercato che non vuole correre rischi. Per Eni +2,86%. Tra gli industriali, Edison +2,15%.
Contrastati i bancari: Intesa sale dell’1,45%, prendono punti Unicredito, San Paolo-Imi e Comit; Banca di Roma in rialzo dell’11,34%. Chiusura pesante invece per Mediolanum (-5,69%), Fideuram e Bipop.
Buona seduta per Pirellina, in rialzo del 6,12% sulla scia del via libera alla fusione tra Milano centrale e Unim.
Fra i minori, Cir e Cofide chiudono in pesante ribasso trascinate dallo storno della controllata L’Espresso (-4,37%). Positivi Parmalat e Italcementi.