Milano – Le borse europee hanno preso con piu’ decisione la strada dei ribassi nel pomeriggio dopo che il summit Ue fissato per domani e’ stato rimandato. Si registrano cali dell’1% in chiusura, dopo la buona performance di ieri alimentata dalle speranze sull’esito finale della riunione.
A Piazza Affari il Ftse Mib ha perso l’1,06%, sotto quota 16.200; Parigi cede l’1,58%, Londra – cosi’ come Francoforte positiva fino a mezz’ora prima dell’annuncio – cede lo 0,69%, la borsa tedesca lo 0,45%.
Gli investitori sono frustrati per la confusione che regna in Europa. Il summit che potrebbe decidere finalmente le sorti dell’Europa slitta a data da definirsi. I leader d’Europa puntano a un accordo definitivo sullla Grecia, a un piano sul rafforzamento patrimoniale delle banche europee, al miglioramento della governance dell’area euro (che non si dovrebbe limitare alla nascita di Mister euro) e al rafforzamento del Fondo salva stati.
Indiscrezioni parlano di un processo di ricapitalizzazione delle banche che potrebbe essere imposto soprattutto agli istituti italiani, portoghesi e spagnoli: spunta il nome di Unicredit che potrebbe essere così costretta ad aumentare il livello del proprio core Tier 1.
L’Italia rimane osservata speciale, dopo l’ultimatum che è arrivato dall’Europa su nuove misure di risanamento del debito pubblico. Secondo i mercati, esiste una possibilità su tre che il paese arrivi a fare default.
I tempi stringono ma il Consiglio dei ministri che è stato convocato nella giornata di ieri si è concluso con un nulla di fatto. E ora Bossi minaccia di far cadere l’esecutivo. E’ scontro finale sul fronte delle pensioni, che secondo la Lega “non si toccano”.
Il Carroccio è irremovile e rende per ora quasi impossibile l’attuazione di quanto l’Europa ha chiesto all’Italia, ovvero la “rapida approvazione e applicazione di un pacchetto completo di riforme che comprende misure su crescita, occupazione e riforma della giustizia”.
L’incertezza sul caso Italia e sulla capacità del governo di presentare entro domani misure sul debito e sulla crescita è scontata dal mercato dei titoli di stato: i rendimenti sui BTP decennali superano il 5,9%, attestandosi al 5,93%, con lo spread Italia-Germania che si attesta a quota 382. Intanto i Credit default swap per assicurarsi per cinque anni contro l’eventualita’ di un default del debito sovrano italiano salgono a 456 punti base.
Arrivano anche, sempre in tema di mercato dei titoli di stato, i risultati dell’asta odierna della Spagna: l’esito è preoccupante in quanto i rendimenti dei titoli a tre mesi sono balzati al 2,29% rispetto all’1,69% dell’asta precedente mentre quello relativo ai bond con scadenza a sei mesi il rendimento lordo è salito al 3,30% dal 2,66% precedente.
Più in generale nel Vecchio Continente, le borse europee guardano oggi anche alla diffusione di utili aziendali: sotto i riflettori i risultati del colosso petrolifero BP, che hanno messo in evidenza un balzo degli utili di ben il 175% nel corso del terzo trimestre.
In Italia, occhi puntati su STMicroelectronics, che ha reso noto un bilancio lievemente inferiore alle attese degli analisti. “Entrando nel terzo trimestre – commenta il presidente e amministratore delegato Carlo Bozotti – sapevamo di dover fronteggiare un mercato difficile e una riduzione degli ordini da parte di uno dei nostri maggiori clienti: considerando questi fattori, i risultati sono in linea con le nostre previsioni”. Stm si conferma il titolo peggiore del Ftse Mib e cede più del 7%.
Sul fronte bancario, occhi puntati sui conti di Deutsche Bank, che ha riportato utili netti migliori delle attese ma in calo del 37% nel terzo trimestre e su UBS, che ha registrato profitti per un valore superiore a 1 miliardo di franchi svizzeri.
Tornando ai titoli scambiati sul Ftse Mib, oltre al “caso Stm”, si segnala la performance contrastata dei titoli bancari. Unicredit cede il 3,5%, mentre Ubi Banca e’ tra le migliori; In ribasso di circa mezzo punto percentuale Intesa SanPaolo e Banco Popolare, mentre MPS sale anche se di poco. Tra i titoli migliori Fondiaria-Sai, Lottomatica, Parmalat, Fiat, Fiat Industrial, Tenaris e Autogrill.
Intanto in ambito di commodities, i futures sul petrolio mettono a segno un rally di quasi il 3%, a $93,95 al barile, mentre le quotazioni dell’oro guadagnano l’1,95%, a $1.684,50 l’oncia.
Intanto sul valutario, l’euro l’euro torna a perdere terreno, scendendo dello 0,19%, a $1,3904. In ribasso anche il rapporto euro/yen (-0,56% a JPY 105,44), mentre contro il franco svizzero la moneta unica scende dello 0,27%, a CHF 1,2236.
RAPPORTO UNICREDIT: TITOLI A PIAZZA AFFARI
FIAT (EUR4,814): e Fiat industrial, considerate congiuntamente, registreranno nel 2011 un trading profit superiore a quello del 2008, che era stato un anno record. Lo ha detto Sergio Marchionne, AD di Fiat.
LUXOTTICA (EUR21,4): prosegue la crescita anche nel 3Q, con fatturato che nonostante il deprezzamento del dollaro supera EUR1,5 mld, e guarda ai risultati come “un’ottima base” per affrontare la fine del 2011 e il futuro. L’utile netto del periodo si attesta a EUR111,2 mln (+9,1%), mentre a livello adjusted il dato è pari a EUR106,1 mln (+4,1%).
STM (EUR5,275): ha registrato una contrazione dei ricavi nel 3Q a USD2,442 mld (da USD2,657 mld) e ha previsto un ulteriore indebolimento: le prospettive poco incoraggianti per l’economia sono infatti destinate a pesare sul settore tech. Stm ha avvertito che nel corso del 4Q i ricavi scenderanno di circa l’8% rispetto agli ultimi tre mesi. L’utile netto del 3Q si è attestato a USD71 mln, in calo rispetto ai USD198 mln del medesimo periodo dell’anno scorso, mentre l’utile per azione “non-GAAP” nel periodo è stato di USD0,09.
(in fase di scrittura)