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MICROSOFT: CLAMOROSA SVOLTA SULLE STOCK OPTIONS

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Microsoft, il gruppo di Bill Gates che é il numero uno mondiale nel comparto del software, a mercati chiusi ha annunciato ieri l’ abbandono del piano di stock option, aprendo così una nuova era su cui si interroga adesso Wall Street. La scelta di Microsoft di voltare pagina riguardo al pacchetto di incentivazione per i dipendenti, sostituendo il programma di stock option con l’ erogazione di azioni ristrette (che saranno contabilizzate in bilancio), fa prefigurare del resto al Wall Street Journal serie “ripercussioni” a Silicon Valley e sulla borsa americana.

A partire dalle società hi-tech che seguiranno l’ esempio di Microsoft e dalle banche d’ affari che, come ha già fatto J.P. Morgan, sono pronte a farsi avanti per acquistare a prezzi stracciati stock options. Naturalmente la mossa di Microsoft inciderà sui bilanci della società. Ad esempio, Bloomberg stima che gli utili per l’ anno terminato il 30 giugno 2002 avrebbero potuto essere tagliati del 32% se fossero state calcolate le options come voce di spesa.

Finora però non ci sono indicazioni “dirette” visto che il Chief Financial Officer di Microsoft, John Connors, non ha voluto parlare dei costi collegati alle opzioni, rinviando ai dettagli che verranno comunicati il 17 luglio prossimo insieme ai dati trimestrali. Il gigante informatico tiene infatti a sottolineare la necessità di un allineamento degli interessi di dipendenti e azionisti.

L’ amministratore delegato di Microsoft Italia, Mauro Meanti, definisce l’ erogazione di azioni “il modo migliore per garantire un sistema premiante meno soggetto alla volatilità del mercato e più trasparente” e parla di “nuova formula coerente con la nostra filosofia mirata ad attrarre e trattenere i migliori talenti”. Un’ iniziativa “coraggiosa e innovativa, e come tale non ancora completamente recepita dai sistemi fiscali di molti Paesi europei – conclude Meanti – che riteniamo in linea con il nostro ruolo di leader responsabile del settore”.

In pratica, Microsoft si è trovata a dover fare i conti con il fatto che un buon numero di suoi dipendenti deteneva opzioni su titoli della società con un diritto di acquisto a prezzi nettamente maggiori di quelli del mercato. L’ erogazione effettiva di azioni rappresenta dunque una “garanzia” sul valore reale di mercato e pone come condizione la possibilità che siano incassate dopo cinque anni.

La sostituzione delle stock option con nuovi titoli sarà di fatto finanziata con la vendita a banche d’ affari delle opzioni, ormai senza valore, a prezzi particolarmente vantaggiosi, con l’ aggiunta di altri fondi. L’ era delle stock option non sembra però destinata a morire così presto. Basti pensare ad altre società tecnologiche come Intel e Dell che si sono riunite sotto l’ International Employee Stock Options Coalition, l’ associazione che ha come scopo quello di sensibilizzare il Fasb (Financial Accounting Standards Board) a rinviare i piani che richiedono di contabilizzare le opzioni come spese.

Microsoft è tornata quindi nel giro di pochi giorni nuovamente sotto i riflettori degli operatori di Borsa e degli investitori, dopo che il Financial Times, la scorsa settimana, aveva ipotizzato la prospettiva della distribuzione di un maxi-dividendo per complessivi dieci miliardi di dollari da parte del gruppo di Bill Gates, che in questo modo potrebbe alleggerire una liquidità che attualmente si attesta sui 46 miliardi di dollari.