Inizia oggi la fase di ‘rimedio’, cioe’ quella finale del processo antitrust contro Microsoft (MSFT – Nasdaq) ormai in corso da oltre tre anni.
Le udienze, previste per i prossimi due mesi dovrebbero prendere in considerazione le proposte di 9 stati americani – dei 18 che hanno portato il gigante dei software in tribunale nel maggio 1998 – che hanno richiesto restrizioni piu’ severe all’attivita’ della societa’ di Bill Gates, giudicando troppo deboli i rimedi proposti alle violazioni anticoncorernziali.
Il giudice distrettuale Kollar-Kotelly dovra’ pertanto procedere simultaneamente alle udienze e occuparsi degli accordi extragiudiziali gia’ raggiunti lo scorso novembre da Microsoft con il dipartimento alla Giustizia Usa e nove stati dell’Unione.
La causa contro il gigante dei software, sorta a causa della ‘guerra dei browser’ tra Netscape e Microsoft aveva concluso nell’aprile del 2000 che quest’ultima aveva condotto attivita’ anticoncorrenziali e aveva ordinato lo smembramento della societa’.
Nel giugno dell’anno scorso, pero’, la corte d’appello aveva rigettato le decisioni gia’ prese e rimandato il caso alla corte distrettuale, dove in pochi mesi si sono raggiunti accordi per chiudere la questione.
I nove stati ancora in lotta contro la societa’ di Gates richiedono ora che il sistema operativo Windows sia offerto a tutti i produttori di computer cosi’ da essere caricato con browser e altri prodotti concorrenti; che Microsoft renda pubblici i codici del browser Internet Explorer e che dia in licenza il software Office con sistemi operativi concorrenti.
La maggiorparte degli analisti non prevede la vittoria dei nove stati in questione, ma se il giudice desse loro ragione, per Microsoft si prospetteranno tempi duri.