Dalla Calabria alla Lombardia nell’arco di 30 anni caratterizzati da traffici al di fuori di qualsiasi regola, dalla droga alle armi passando per speculazioni immobiliari e finanziarie, sequestri e anche truffe elettorali. Il tutto attraverso personaggi apparentemente puliti che hanno tessuto rapporti tra nord e sud, tra due regioni legate dalla ‘ndrangheta. E anche un nuovo grattacapo per la Lega dopo il rumore suscitato da Roberto Saviano nella trasmissione “Vieni via con me” che fece infuriare Roberto Maroni: “l’organizzazione mafiosa al nord interloquisce con la Lega”.
Il viaggio scritto nero su bianco da Gianluigi Nuzzi con Claudio Antonelli nel nuovo libro “Metastasi. Sangue, soldi e politica tra nord e sud. La nuova ‘ndrangheta nella confessione di un pentito” alimenta il significato di quella frase.
Dopo il successo del saggio-inchiesta del 2009 “Vaticano S.p.a”, l’autore sfrutta la testimonianza di un collaboratore di giustizia ritenuto attendibile dai magistrati e per decenni consigliere di fiducia del boss Franco Coco Trovato, capo di un’alleanza di ‘ndrine tra Milano e Lecco e dal 1992 in carcere per ergastolo.
Cio’ che scuote la Lega e’ che il pentito Giuseppe Di Bella ricostruisce come, dal 1990, il clan di Trovato a Lecco scelse di sostenere un dirigente del Carroccio definito “gamma” portandolo, a colpi di voti, fino a importanti incarichi di governo.
Si racconta infatti che il narcotrafficante e boss di primo piano della ‘ndrangheta operativo tra Milano e Lecco incontro’ un leghista (che resta anonimo) proprio prima del boom del partito di Bossi. Quel giorno nasceva un connubbio singolare che ora fa tremare il Senatur. Da quell’incontro Trovato disse ai suoi: “Votate Lega e fate buon pubblicita’”.
Voti del narcotraffico, dunque ma anche una storia fatta di tangenti per ottenere licenze edilizie, commerciali e favori utili a evitare controlli. Senza dimenticare che la ‘ndrangheta ha messo piede nella gestione dei rifiuti, nell’edilizia e nella sanita’. Nessuno negli ambienti politici resta escluso dalle amicizie del boss: Parlamento, enti locali, camere di commercio. Un esercito di 1500 persone che dagli anni ’70 controlla e governa.
Confessioni, retroscena, storie di sequestri, sgarri e vendette terribili, violenza estrema, omicidi veri e inventati trovano spazio sul nuovo libro pubblicato da Chiarelettere attraverso la forma della prima persona.
Oltre a un caso editoriale “Metastasi” si preannuncia anche come un nuovo caso politico. E’ aperta la caccia al membro della Lega che rischia di mettere il bastone tra le ruote all’avanzata del partito del Senatur. E’ probabile che si nasconda tra gli storici alleati di Bossi.
Il senatore del Carroccio Roberto Castelli ieri, sulle pagine di Facebook, ha difeso il suo partito. “Di Bella è uno dei tanti mistificatori che purtroppo abbondano nel mondo dei pentiti”. Castelli ha aggiunto: “leggo su alcuni quotidiani che sarebbe saltato fuori il solito pentito che parla di un esponente leghista che avrebbe fatto accordi con il clan Coco Trovato a Lecco nel 1990. In quegli anni soltanto la Lega combatteva la mafia. E’ troppo comodo lanciare accuse e insinuazioni a cui non si puo’ ribattere, con l’evidente tentativo di fermare l’avanzata della Lega in Lombardia”.
Castelli ha continuato: “invito questo ‘signor pentito’ a fare nomi e cognomi. I riscontri diranno se ha detto la verita’ o se e’ uno dei tanti mistificatori che purtroppo abbondano nel mondo dei pentiti. Da un lato ci sono le affermazioni di un mafioso, dall’altro la storia della Lega che e’ sotto gli occhi di tutti”.