Società

MESSICANI ALL’ATTACCO
DA WALL STREET
A PIAZZA AFFARI

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Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) –
Messicani all’offensiva. Non solo Telecom, non solo
Carlos Slim – che comunque nel mentre andava a far
compere sul fronte delle telecomunicazioni italiane, secondo
Forbes, superava Warren Buffett al secondo posto
tra gli uomini più ricchi del mondo: 53,1 miliardi di dollari
contro 52,4 in azioni delle rispettive imprese.

E’ un sorpasso
dovuto a molti fattori. Innanzitutto 4 miliardi di dollari
che la Carso Global Telecom, detentrice del controllo della
società di telefonia fissa Telmex, ha guadagnato in Borsa
in soli due mesi, con un più 15 per cento definito dalla
stessa Forbes “incredibile”. Poi l’altro più 4 per cento che
ha registrato la società di cellulari America Movil dopo la
notizia dell’offerta su Olimpia, che ha rappresentato il rush
finale. Ma soprattutto i 23 miliardi guadagnati grazie al
più 49 per cento di cui la Borsa messicana è cresciuta nel
corso del 2006. Un segnale di effervescenza, quest’ultimo,
su cui torneremo. Comunque, aggiunge Forbes, a questo
punto lo stesso primo posto di Bill Gates, con i suoi 56 miliardi,
appare a portata di mano.

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Ma, appunto, non è solo Slim. Secondo il Financial Times,
infatti, anche un altro colosso messicano è in caccia di
bottini di lusso. Si tratta di Televisa: primo gruppo tv non
solo del Messico, ma di tutto il mondo di lingua spagnola,
con presenze praticamente in tutti i continenti, eccetto l’Oceania
e l’Antartide. E l’obiettivo è nientemeno che Endemol:
il gruppo olandese creatore del Grande fratello e di
tanti altri format di successo, appartenente dal 2000 a Telefonica.

Ma adesso la società spagnola vuole vendere almeno
il 75 per cento dei 2,9 miliardi di euro in azioni per
cui Endemol è quotata alla Borsa di Amsterdam, e per rilevarle
è in pole position un consorzio di cinque gruppi, tra
cui anche Mediaset, ma di cui è appunto Televisa la capofila,
assieme alla finanziaria americana Thomas H. Lee.
Meno possibilità appaiono avere altre due cordate, in una
delle quali figura l’italiana De Agostini.

I messicani si muovono anche su un teatro tradizionale di
industria pesante ben diverso da telefonini e reality. C’è infatti
pure il gruppo Alfa: un impero con sede a Monterey e con
48 mila dipendenti in 15 paesi, che partì nell’800 dalla birra
ed è oggi la prima sigla messicana nel campo della metalmeccanica
e della chimica, dopo essere sopravvissuta per poco
alle due bancarotte del 1982 e del 1994. La Alfa ieri ha
informato di aver acquistato una fabbrica di parti di motori
in Polonia del valore di 71 milioni, tale da trasformarla nel
numero uno al mondo nel campo delle testate motore e monoblocco.

Tra l’altro, la cessione è stata fatta alla sua sussidiaria
Nemak (7.400 dipendenti, 336 milioni di dollari di utile
nel 2006) proprio dall’italiana Teksid Aluminium. Come dire
che siamo ormai costretti a confrontarci con i messicani a 360
gradi. Da Teksid Aluminium Alfa aveva comprato altre fabbriche
in Brasile, Argentina e Stati Uniti per mezzo miliardo
di dollari, e di recente aveva anche acquisito una parte del
gruppo norvegese Norsk Hydro, per 416 milioni di euro.

Effervescenza, si diceva. Che si ripercuote anche a Wall
Street, dove le azioni delle società messicane sono in rialzo.
Il governo messicano non ritiene che i suoi campioni nazionali
debbano essere protetti dalla concorrenza. Slim nel 1990
approfittò di una privatizzazione fatta dal Partito rivoluzionario
istituzionale allora al potere, che in pratica si limitò a
trasferirgli il monopolio pubblico di Telmex per incamerare
soldi, senza curarsi di creare competizione nel settore. Tuttora
Telmex controlla oltre il 90 per cento delle linee telefoniche
fisse messicane e il 70 per cento di quelle cellulari, e i
consumatori si lamentano delle tariffe.

L’attuale presidente
Felipe Calderón, del partito di centrodestra Pan, aveva
preannunciato che questa situazione avrebbe dovuto cambiare,
e Slim in campagna elettorale aveva fatto il tifo per il
suo avversario di sinistra Andrés Manuel López Obrador. Già
la prossima settimana la Comisión de Regulación de Telecomunicaciones
de México terrà una conferenza per studiare
la risistemazione del settore. E’ probabile che tanta effervescenza
internazionale abbia anche questa origine.

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