Roma – Il vento sta cambiando in Europa e la cancelliera Angela Merkel rischia di rimanere sempre più sola, lasciata in disparte ad agitare la bandiera del rigore. L’isolamento della leader tedesca è ripreso dalla stampa mondiale: indicativo un recente articolo del New York Times, firmato da Nicholas Kulish, che sottolinea come la poltrona su cui siede la donna che ha dettato finora il destino dell’Europa sta diventando sempre più scomoda.
Tutta colpa di questa ossessione verso l’austerity, del rigore. “La formula non sta funzionando e tutti ormai si stanno chiedendo se l’austerity sia davvero l’unica soluzione”, ha detto Jordi Vaque i Panés, direttore del Centro degli Affari Internazionali in Spagna, intervistato dal NYT – Questo significa forse che la Merkel ha perso del tutto? No. Ma significa che l’essenza del dibattito sulla crisi dell’Eurozona sta mutando”.
D’altronde, diversi appelli sono arrivati da economisti di primo livello, sulla scia anche delle tensioni anti-europeiste populiste – il riferimento è al potere crescente dei partiti di estrema destra , in Francia e Olanda, che stanno avendo successo proprio perchè fanno leva sul livello di sopportazione dei cittadini europei: un livello di sopportazione che sta arrivando al limite, a causa dei sacrifici che le misure di austerity stanno imponendo ai cittadini di fare.
Ma non sono solo premi Nobel dell’ordine di Paul Krugman e Joseph Stiglitz a lanciare un monito alla Germania: anche il segretario al Tesoro Timothy F. Geithner ha chiesto ripetutamente all’Europa di posticipare i tagli al deficit, favorendo invece una forma di stimoli che aiuti davvero il Vecchio Continente almeno a salvarsi.
La Merkel faccia dunque subito qualcosa per salvare l’Europa dalle regole che lei stessa ha imposto e che stanno strozzando l’economia del Vecchio Continente. L’esempio dell’Olanda dovrebbe farla riflettere: un tempo paese virtuoso, ora alle prese con un deficit che in base al “diktat tedesco” dovrebbe essere subito sanato. Peccato che gli olandesi, come tutti gli europei, siano stanchi di pagare per gli errori del governo: alla fine, se non si cambia rotta, potrebbe essere la rabbia del popolo ad avere la meglio.