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Merkel affossa Milano: -2,3%

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Milano – Le borse europee proseguono la prima seduta della settimana perdendo del tutto lo slancio iniziale, che in mattinata era stato alimentato dalle speranze successive al meeting del G20 che si è svolto a Parigi. Durante il weekend Francia e Germania hanno parlato infatti di progressi sul piano per affrontare la crisi e ricapitalizzare le banche del Vecchio Continente.

A rovinare il sentiment positivo, è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha praticamente detto agli investitori di non farsi troppe illusioni sul summit dell’Ue, atteso per domenica 23 ottobre. Di fatto Steffen Seibert, portavoce della Merkel, ha affermato che non necessariamente i sogni sulla fine della crisi si realizzeranno. Altra notizia no, il comunicato con cui la Bce ha confermato la graduale riduzione degli acquisti dei bond governativi dell’Eurozona, che sono scesi la scorsa settimana a 2,243 miliardi di euro, contro i 2,3 miliardi della settimana precedente. L’attenzione ovviamente si rivolge ai titoli di stato italiani, visto che il loro miglioramento – peraltro neanche così evidente, è legato proprio all’azione di supporto della Bce.

Sul fronte valutario, occhio all’euro, dopo che la valuta unica ha vissuto la migliore settimana dal mese di gennaio. In mattinata la moneta unica è arrivata a superare quota $1,39; tuttavia nel pomeriggio ha ritraccia nei confronti del dollaro sfondando al ribasso anche quota $1,38, e attestandosi a $1,3755. La perdita è pari allo 0,89%. L’euro scende anche nei confronti del franco svizzero a CHF 1,2350 e inverte la rotta anche contro lo yen, perdendo lo l’1,48%, a JPY 105,56.

Il Ftse Mib accelera al ribasso arrivando a cedere il 2,3% sul finale, scivolando sotto quota 16.000 punti: presi di mira i bancari, anche se alcuni resistono, come Ubi Banca +2,14%: Unicredit arriva a cedere quasi il 6%, Banca Popolare Milano -4,73%, Mediobanca -1,89%, Intesa SanPaolo crolla più del 6%, MPS -2,28%, Banco Popolare -3%. Giù anche gli industriali, come Pirelli -3,13%, Fiat -4,60% e Fiat Industrial -4,04%. Finmeccanica registra poi un tonfo del 5,75%.

Nel commentare la fase che vivono i mercati, intervistato a Reuters, Peter Esho, responsabile della divisione di analisti di mercato presso City Index, a Sidney, afferma che “è troppo presto dichiarare che il sentiment è completamente mutato”. “Il mercato – infatti – è ancora fragile. Detto questo, ci sono i presupposti per affermare che i titoli azionari sono convenienti”.

Kim Young-june, analista di mercato presso SK Securities, afferma poi “stanno salendo sul mercato le aspettative sull’adozione di misure più aggressive da parte dell’Europa, volte a risolvere la crisi del debito”.

Le notizie negative, a parte quella tedesca, non mancano: come quella che riguarda Philips, che ha comunicato di aver assistito nel corso del terzo trimestre dell’anno a un tonfo degli utili pari all’85%, e che ha puntato il dito contro la crisi europea.

Un noto editorialista del Financial Times prevede inoltre che l’Italia scivolerà in recessione nel 2012 e il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schauble ritiene che la crisi greca non può essere risolta senza che ci sia una svalutazione dei debito maggiore di quanto atteso in precedenza.

Intanto, sul fronte delle commodities, i futures sul petrolio puntano verso il basso scendendo dello 0,70%, a quota $86,19 al barile, mentre le quotazioni dell’oro arretrano dello 0,12%, a $1.680,90.

RAPPORTO UNICREDIT: SENTIMENT DEI MERCATI

Dal vertice del G20 dei ministri delle finanze non sono emerse azioni ma timori per l’euro. Ciò che però più condiziona la maggior parte dei mercati stamane sono le dichiarazioni del ministro delle finanze francese Boiron il quale ha dichiarato che Francia e Germania sono sulla strada per giungere un accordo per ridurre il debito della Grecia e fermare il contagio.

FINMECCANICA (EUR5,33): gli analisti di Goldman Sachs hanno ridotto il target di prezzo da EUR5,5 a EUR4,5 , il giudizio è sell.

LUXOTTICA (EUR21,15): in un’intervista a Les Echos, l’AD Andrea Guerra ha dichiarato che il business in Italia, dove viene realizzato il 4% delle vendite, è cresciuto di oltre il 7% nei primi 9 mesi dell’anno.

PRYSMIAN (EUR11,52): in termini “normalizzati”, l’Ebitda 2012 dovrebbe superare i EUR600 mln dai EUR555 mln attesi per il 2011 secondo quanto si legge nella lettera all’investitore di Affari e Finanza di Repubblica.

TELECOM IT (EUR0,905): Il CFO Andrea Mangoni ha dichiarato che il gruppo sta registrando un forte miglioramento della generazione di cassa e ha confermato la riduzione del debito netto a EUR29,5 mld a fine anno e l’obiettivo di ricondurre l’indebitamento a un rapporto “net debt”/Ebitda intorno a due volte.