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MERCATI USA: ANALISI TECNICA E SEGNALI OPERATIVI

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I timori degli investitori agli inizi di giugno sul futuro delle borse si sono trasformati in pericolose certezze.

Ora anche i più ottimisti sono preda del nervosismo: utili aziendali dai contorni poco chiari, fatturati continuamente rivisti al ribasso, tensioni politiche, scandali contabili e indagini di “insider trading”.

Potremmo elencare ulteriori elementi e cause della discesa. Fondamentale appare stabilire quando si potrà assistere ad una fase di inversione del trend in atto.

Dal punto di vista tecnico non emergono segnali chiari di inversione, dal punto di vista fondamentale sono attesi i dati semestrali della Corporate America.

Esistono evidenti opportunità per operazioni di trading, mentre mancano elementi certi per trasformare il rimbalzo in un trend di medio periodo sostenuto da ragioni meno speculative.

Ecco nel dettaglio supporti e resistenze dei principali indici USA:

NASDAQ:
Non diminuisce la pressione sulle vendite, si mantiene inalterata l’intensità della correzione.
A gran fatica il mercato riesce a contenere la discesa in area 1.470-1.500 punti.

Si moltiplicano le indicazioni di maggior prudenza. La base supportiva creata appare fragile e valida per operazioni di trading dal fortissimo connotato speculativo.

L’obiettivo del trend rimane invariato: area 1.400 punti con possibili ulteriori ribassi.

Un primo rallentamento del trend intorno all’importante supporto con un rimbalzo e la conseguente rottura della resistenza statica di 1.600 punti permetterebbe di valutare acquisti in ottica aggressiva con target di breve un ennesimo test di area 1.00/1.720.

Per acquisti meno speculativi è opportuno attendere il consolidamento sui valori indicati come primo target di breve.

Emergono indicazioni di acquisto dall’inversione del profondo ipervenduto, condizionate però dalla forza del trend in atto che connotano i recuperi di forza come pull back di breve che, con margini di rischio elevati, potrebbero essere sfruttati per contenere le perdite.

Livelli di stop loss validi per tutti in caso di conferma (non intraday) della rottura del supporto a 1.470 punti.

DOW JONES:
La rottura della soglia psicologica dei 10.000 punti ha portato una accelerazione del trend ribassista che si assesta intorno ad un primo debole supporto in area 9.470/9.500 punti.

Target del trend in atto rimane sempre quota 9.000 punti; invariata appare anche l’intensità del movimento che non accenna a diminuire.

L’analisi degli oscillatori privi di chiari segnali di inversione costringe a mantenere alta la guardia in considerazione di pochi elementi che consentano di indicare sin d’ora la possibilità di effettuare acquisti.

Un pattern di inversione denominato “hammers” pare formarsi secondo l’analisi “candlesticks”.

Per effettuare nuove operazioni:

  • la rottura al rialzo della resistenza intermedia a 9.600 punti, per acquisti aggressivi.
  • per operare in condizioni di minori tensioni si consiglia di pazientare il ritorno dei corsi attorno ai 9.800 punti.

S&P 500:
Dopo il più classico dei pull back realizzatosi ad inizio giugno con il fallito test della resistenza a 1.080 punti, il supporto di 1.050 punti non ha retto ed i corsi si sono attestati a fatica intorno al supporto statico e psicologico di 1.000 punti.

Non emergono segnali di inversione con gli oscillatori su scala giornaliera sempre più vicini ad una fase di ipervenduto, all’interno di un trend ribassista di cui non si vedono segnali di diminuzione d’intensita’.

Nuove operazioni potranno essere considerate con la rottura al rialzo di area 1.080 per i traders più agguerriti, mentre per acquisti meno speculativi sarebbe opportuno attendere un segnale di consolidamento.

La rottura del supporto di area 1.000, con stop individuabile a 985 punti sarebbe un segnale per chiudere gli acquisti ed attendere il ritorno sopra quota 950 punti.

*Andrea Barrel e’ un analista indipendente che collabora con Wall Street Italia