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MERCATI: SELL MASSICCI SULLE MATERIE PRIME

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Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) –
• Attesi importanti dati macro Usa e diversi discorsi di esponenti Fed.
• In marcato rialzo il tasso decennale europeo, penalizzato anche rispetto all’analogo comparto Usa.
• Pesante calo del comparto materie prime.

Oggi in area euro sono attesi i dati sul Pmi servizi, che analogamente a quanto registrato dal settore manifatturiero dovrebbe evidenziare la continuazione della fase di crescita dei servizi. Negli Usa atteso l’indice Ism non manifatturiero, che rappresenta l’ultimo indicatore utile per aver un quadro più preciso anche dello stato del mercato del lavoro i cui dati sono in pubblicazione venerdì. Attesi anche gli interventi di diversi membri della Fed tra cui Bernanke.

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Tassi di Interesse: in Europa la sessione di ieri si è conclusa con un rialzo dei tassi che ha interessato tutta la curva, ed in particolare il tratto a medio e lungo termine. Lo spread sul tratto 2-10 anni è tornato a salire intorno ai 14 pb. La vendite hanno interessato soprattutto il comparto decennale europeo, con forte ridimensionamento dello spread dei tassi governativi vs. Usa, movimento iniziato nel primo pomeriggio di ieri in seguito a stop-loss degli operatori. Oggi non sono attesi dati di particolare rilievo, con il mercato che attenderà i dati statunitensi sull’Ism non manifatturiero e la riunione della Bce di domani. La resistenza per il 10 anni si collocherebbe a 3,77%.

Negli Usa tassi di interesse in rialzo contenuto e nettamente più moderato rispetto agli analoghi titoli europei. Le breakeven, pur risultando in lieve calo sulla scia del fortissimo ridimensionamento del prezzo del greggio, questa volta non hanno comportato un effetto netto positivo sui tassi riuscendo comunque a limitare il rialzo dei tassi decennali in prossimità del 4,63%. Il rialzo dei tassi ha in parte risentito anche della continuazione del rialzo delle borse: l’indice Dow Jones ha raggiunto il picco massimo da gennaio 2000. L’indice Ism non manifatturiero rappresenta un dato importante per consentire o meno la prosecuzione del rialzo fino al 4,72%, come alcuni indicatori tecnici lasciano immaginare. Importante sarà anche il tenore del discorso di Bernanke.

Valute: Dollaro ancora sostanzialmente stabile verso Euro. I dati di oggi potrebbero comportare un’oscillazione più ampia sebbene il cross dovrebbe ancora rimanere imbrigliato nel range 1,265/1,276. Durante la notte il cross Euro/Yen è salito oltre la vecchia resistenza 150,25 per poi indebolirsi successivamente. Adesso la nuova area di resistenza si colloca in prossimità dei massimi storici a 150,73. Le aspettative sul differenziale tassi stanno allargandosi vs. Euro, perciò non è da escludere che qualora domani Trichet assuma un tono particolarmente hawkish durante la conferenza stampa della Bce, il cross possa salire verso nuovi massimi. Nel frattempo lo Yen si è indebolito anche contro Dollaro, con la resistenza più vicina a 118,40. Su tale cross potrebbero influire i dati macro Usa in programma nel pomeriggio che potrebbero portare una certa volatilità. Sulla debolezza della valuta nipponica potrebbe pesare anche l’annuncio dato dalla Corea del Nord di voler effettuare in futuro dei test nucleari.

Materie Prime: in forte calo il comparto delle materie prime, con l’indice Crb che ieri ha ceduto il 2%. L’attesa di dati sulle scorte Usa, in calendario oggi, in ulteriore rialzo ed il venir meno di timori legati alla scarsa offerta di distillati, in vista dell’arrivo della stagione invernale, hanno spinto le quotazioni del greggio Wti in prossimità dei 58 $/b. Secondo quanto riportato da Reuters [[RTRSY]] inoltre, il presidente Opec avrebbe richiesto ai membri del Cartello una riduzione dell’offerta per evitare il forte calo dei prezzi. L’atteso rallentamento dei consumi statunitensi ed il calo del prezzo del greggio ha portato giù le quotazioni degli industriali e dei preziosi, con il rame e l’oro che hanno ceduto rispettivamente il 4,2% e 3,58%.

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