Società

MERCATI: PREPARATEVI
ALLA VOLATILITA’

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*Michele Pezzinga e’ lo strategist di CentroSim. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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(WSI) – Nel clima, che si prevedeva già confuso, di questi giorni, rispunta un po’ più di ottimismo circa la tenuta della crescita USA, e sui mercati si invertono le tendenze precedenti: stavolta sono le Borse a ripartire e l’obbligazionario a finire sotto pressione.

Giovedi’ l’S&P 500 ha chiuso in rialzo di quasi il 2% e il Nasdaq di oltre il 2,5%, mentre i Treasuries sulla scadenza decennale hanno perso quasi 70 centesimi, imitati, sia pure con perdite minori, dal Bund (il cui rendimento è risalito alla comunque modesta quota del 3,48%).

A scatenare gli acquisti sulle Borse sono stati dati macro più incoraggianti dal lato della crescita USA, con una caduta a sorpresa di 36mila unità nelle richieste settimanali di sussidio, sotto la soglia delle 300mila unità, ed un balzo dell’indice della Fed di Philadelphia a quota 25,3, da 11,4 in marzo (ci si attendeva una lettura solo di poco migliore rispetto al mese precedente); è un po’ arduo, comunque, estrapolare una tendenza da questi due singoli dati, ma visto il clima depresso che si era creato anche simili sorprese hanno riportato il buonumore. Razionalmente avrebbe dovuto fare semmai testo il leadinG componenti relative ad economia, tassi e Borsa.

L’indice, anche se relativo a marzo, ha mostrato un netto calo dello 0,4%, superiore alle attese, a conferma di un rallentamento della crescita già in atto, ma che gli ottimisti vorrebbero vedere presto alle spalle. Un po’ di coraggio l’ha infuso anche Greenspan, che in un’Audizione presso la Commissione Bilancio del Senato ha minimizzato i rischi correnti di stagflazione, collegandoli semmai, ma molto più avanti nel tempo, agli effetti dell’esplosivo disavanzo federale, su cui è tornato a lanciare i soliti allarmi inascoltati.

Ma è dal fronte aziendale che le Borse hanno trovato i maggiori stimoli: l’effetto Nokia, che già in mattinata aveva sostenuto i listini europei, grazie ad indicazioni più positive del previsto per l’andamento del mercato dei telefoni cellulari nel 2005, è stato amplificato negli USA da Motorola, il cui titolo è balzato del +6,7% sui buoni risultati già resi noti la sera prima; bene tra l’altro, con rialzi superiori al 6%, sia Whirlpool e Maytag, i due colossi del comparto elettrodomestici.

In serata poi anche Google ha riportato meglio del previsto, moltiplicando per ben sei volte gli utili del 1° trimestre 2004, e oggi dovrebbe dare un’ulteriore spinta al rialzo al comparto Internet. Il rimbalzo dei listini non ci coglie di sorpresa: già in settimana ritenevamo che il panic selling dei giorni scorsi fosse destinato a rientrare prontamente, visto che non c’erano ragioni per una caduta così secca e generalizzata.

Ma il problema di fondo comunque rimane: con scenari di crescita a nostro avviso ancora precari, le prospettive dei mercati azionari rimangono grigie e non ci consentono di immaginare che possano fare molta altra strada. Lo scenario più probabile a breve rimane quindi un andamento molto volatile, sui bond come sulle Borse, attorno comunque a questi livelli.

Ci vorrà ancora un po’ di tempo per un responso più chiaro, e soprattutto condiviso dal consenso medio di mercato, sulle tendenze di crescita e inflazione; solo a quel punto, se sarà davvero la crescita a mancare, le cose potrebbero mettersi davvero peggio per le Borse. Per ora, solo opportunità per i traders.

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