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MERCATI IN CRISI: UN COMPITO NON FACILE
PER BERNANKE

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(WSI) –

Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato hanno continuato a scendere portando il differenziale sul 2-10 anni a 69 pb dai 63 del giorno prima. A condizionare i mercati obbligazionari sono state soprattutto le forti perdite sui listini azionari che non hanno accolto con favore il piano di salvataggio Usa e le decisioni dei paesi europei. Si sono inoltre alternate notizie sulla possibilità di costituire un fondo comune europeo, ma al momento non vi sono notizie certe in proposito. Lo Stoxx 600 ha avuto il ribasso più marcato dal 1987 (-7,6%). Il calo del prezzo del petrolio ha ridotto fortemente le breakeven inflation che nel comparto fino a 5 anni sono scese di circa 20 pb. Restano alte invece le tensioni sul monetario con il tasso Euribor tre mesi che registra nuovi massimi ed il continuo allargamento dello spread tra l’Euribor tre mesi e l’Eonia swap. Le tensioni hanno portato gli operatori a scommettere un taglio dei tassi entro fine anno, con le aspettative che si stanno spostando verso un taglio di 50 pb. Sul decennale il supporto si colloca a 3,73% e 3,69%.

Anche negli Usa i tassi di mercato sono calati su tutte le scadenze sulla scia dei forti ribassi delle borse. Il Dow Jones è addirittura calato al di sotto della soglia psicologica dei 10.000 per la prima volta dall’ottobre 2004. Il panico si è letteralmente diffuso come dimostrato dall’indice Vix che nel corso della giornata ha raggiunto il nuovo record storico a 58,24. A poco è servito l’annuncio della Fed prima dell’apertura dei mercati dell’aumento della liquidità concessa tramite Taf (term auction facility), l’asta con la quale concede finanziamenti alle banche commerciali in cambio di collaterale. L’importo sarà raddoppiato a 900Mld$. I ribassi hanno contagiato anche i mercati emergenti con la sospensione al ribasso del listino russo e brasiliano. Nel frattempo prosegue il processo per l’implementazione del Tarp (il piano di salvataggio). Entro domani gli asset manager interessati all’incarico di selezione degli asset da acquistare dovranno presentare la domanda presso il Tesoro. I prescelti saranno nominati la prossima settimana. Il Tesoro ritiene che occorreranno almeno 4 settimane prima che il processo di acquisto degli asset sia pronto all’operatività. Questa lentezza potrebbe spiegare in parte perchè i mercati non hanno festeggiato l’approvazione del piano come molti operatori si aspettavano. L’altro motivo risiede nel fatto che i 700Mld$ potrebbero non essere sufficienti a coprire le perdite che potrebbero risultare superiori ai 1.000 Mld$. Segnaliamo questa notte il taglio a sorpresa dei tassi della banca centrale australiana (dal 7 al 6%, maggiore taglio da 16 anni). Alcuni operatori ritengono che possa essere un preludio ad un intervento congiunto delle banche centrali. La BoJ ha invece lasciato il tasso di riferimento invariato allo 0,50%.

Valute: sulla scia delle tensioni finanziarie è proseguito il deprezzamento dell’Euro vs Dollaro con il cross calato temporaneamente sotto quota 1,35. Il supporto si colloca a 1,3444 per oggi, mentre la resistenza più vicina passa da 1,37. Anche per oggi il movimento del cross sarà guidato dall’avversione al rischio degli investitori come sta avvenendo da diversi giorni. Apprezzamento record dello Yen vs Euro al ritmo maggiore di sempre. Il cross si è portato fino a 135 (nuovo supporto) prima di rimbalzare in seguito alla mossa della banca centrale australiana. Prima resistenza a 141,20. L’apprezzamento è stato marcato anche verso Dollaro con il cross che ha quasi sfiorato il supporto 100. Resistenza a 103,50.

Materie Prime: altra giornata da dimenticare per il comparto ad eccezione dell’oro (+4,1%) che è tornato ad essere acquistato in ottica di bene rifugio. Tranne poche eccezioni, gli altri componenti dell’indice GSCI hanno chiuso in territorio ampiamente negativo. Tra i peggiori il Brent (-7,3%), il gas naturale (-7,1%) e la benzina Usa (-7,6%). Male anche il rame (-7,1%) e le principali materie agricole.

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