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(WSI) – Il dato preliminare armonizzato sui prezzi al consumo tedeschi di febbraio ha registro un tendenziale invariato al 2,1%. In questo scenario e qualora il dato italiano in calendario la prossima settimana dovesse evidenziare un tendenziale invariato a febbraio, è lecito attendersi una battuta di arresto del processo di discesa dell’inflazione europea a febbraio od eventualmente solo una modesta limatura.
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Per una discesa più consistente dell’inflazione dovremmo aspettare i mesi di marzo-aprile, sempre nell’ipotesi di una stabilizzazione del petrolio e di minori pressioni sugli alimentari freschi grazie alla fine delle gelate invernali. Durante la settimana è attesa la riunione della Bce e soprattutto la successiva conferenza stampa tenuta da Trichet. Negli Usa l’attenzione sarà focalizzata sul dato preliminare del Pil del 4° trimestre e sul Pce core di gennaio.
Tassi di Interesse: sul mercato obbligazionario l’attesa della riunione della Bce ha continuato a favorire il rialzo dei rendimenti su tutta la curva, con il 2 anni rimasto in prossimità della soglia del 3%. La tensione sui mercati obbligazionari è stata favorita anche da alcune indiscrezioni vicine alla Bce fatte a Market News international, secondo cui l’istituto aumenterà i tassi due volte nel 2006, la prima giovedì pv e la seconda entro settembre. Negli Usa predomina l’attesa per i dati macro della settimana che potrebbero continuare a fotografare una sensibile ripresa dell’economia nel primo trimestre dopo un quarto trimestre 2005 le cui stime potrebbero già domani essere riviste sensibilmente al rialzo. Lo scorso venerdì Bernanke ha continuato a ribadire come l’obiettivo della stabilità dei prezzi rappresenti il fattore primario nella conduzione della politica monetaria, il cui raggiungimento consentirebbe di soddisfare anche l’altra parte del mandato della Fed. In questo contesto gli operatori si preparano ad almeno due ulteriori rialzi della Fed, con conseguente graduale continuazione del trend al rialzo dei tassi di mercato. Ribadiamo la resistenza a quota 4,65%-4,70% sul tratto decennale.
Valute: si ripropone la dicotomia di un Dollaro forte verso Euro ma non verso Yen. La valuta nipponica sta seguendo un andamento autonomo supportata ancora dall’ipotesi di fine del quantitative easing da parte della BoJ, che al momento non sembra incontrare neanche più grossi ostacoli da parte del governo, viste le recenti dichiarazioni di esponenti governativi (tra cui lo stesso Koizumi) che demandano (come è giusto che sia) alla banca centrale la scelta del timing più opportuno per decidere in tal senso.
Materie Prime: venerdì le quotazioni petrolifere sono tornate a salire raggiungendo il massimo di 63,22$/b e chiudendo in rialzo del 3,91% sulle notizie relative ad un’esplosione avvenuta presso un impianto petrolifero dell’Arabia Saudita e alle indiscrezioni dell’Aiea, secondo cui l’Iran continua a progredire nella ricerca nucleare acquisendo gli strumenti sufficienti a produrre armi nucleari. Non migliora inoltre la situazione in Nigeria, dove gli attacchi hanno tagliato di oltre un quinto le esportazioni e ridotto la produzione di circa il 20%. In settimana l’attenzione sarà focalizzata sulla presentazione delle indagini dell’Aiea al Consiglio di sicurezza dell’Onu è fissata per il 6 marzo.
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