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(WSI) – USA: notizie positive sul fronte della dinamica salariale, in seguito alla revisione al ribasso del costo del lavoro unitario per il terzo trimestre (da –0,9% a –1% t/t annualizzato). Rivista al rialzo invece la produttività per il settore non agricolo dello stesso periodo con un incremento trimestrale annualizzato risultato essere il più elevato degli ultimi 2 anni. Il rientro delle pressioni salariali emerse nei primi due trimestri del 2005 potrebbe in parte collegarsi al venir meno dell’impatto di bonus e stock options, risultati particolarmente corposi dopo il buon andamento dei profitti delle aziende Usa nel 2004.
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Si tratta di indicazioni che, sommate alla recente favorevole pubblicazione del deflatore della spesa personale core di ottobre posizionatosi nuovamente al di sotto del 2% su base annua, supportano l’ipotesi di ultimazione a marzo della fase di rimozione dell’accomodamento monetario in prossimità di tassi Fed Funds di riferimento al 4,75%. In linea con le attese l’incremento mensile su base destagionalizzata (+2,2%) degli ordini all’industria per il mese di ottobre grazie principalmente al contributo positivo della componente trasporti, in particolare del settore aereo. Segnali di rallentamento del settore immobiliare sono invece giunti dall’indice “pending home sales” che rappresenta un indicatore del futuro andamento delle negoziazioni di case esistenti.
I segnali di moderazione della dinamica salariale e del settore immobiliare, hanno supportato nuovamente il mercato obbligazionario con tassi decennali che sono tornati nuovamente in prossimità del 4,5%. Oggi è attesa l’asta da 21Mld$ sul Treasury quinquennale. Sul mercato azionario gli indici hanno chiuso in lieve rialzo, con il settore dei semiconduttori ancora in evidenza (indice Sox +1%) e nuovo massimo storico di Apple. Questa sera a mercati chiusi é atteso l’aggiornamento sull’andamento dei conti trimestrali di Texas Instruments.
Europa: ad ottobre gli ordinativi industriali tedeschi sono cresciuti del 2% m/m, dopo il +2.9% rivisto al rialzo di settembre. In disaggregato è emersa una buona crescita degli ordinativi esteri accompagnata da un’accelerazione di quelli interni.
Relativamente ai nuovi paesi entrati nell’UE, la società di rating Fitch ha abbassato il merito creditizio dell’Ungheria sul debito in valuta estera ed in valuta locale portandolo a BBB+ e A-, da A- ed A rispettivamente. Notizie positive, invece, sempre da Fitch, per la Lituania e, fuori dall’UE, per la Turchia. L’agenzia ha portato il rating del paese baltico sul debito in valuta estera ad A, dal A- ed ha inserito l’outlook positivo per la Turchia.
Asia-Pacifico: in linea con le attese la lettura preliminare per ottobre dell’indice degli indicatori anticipatori, supposto prevedere l’andamento del livello di attività economica da tre a sei mesi nel futuro. Il dato è salito a 80%, dal 41,7% rivisto al ribasso del mese precedente superando così la soglia di 50 che divide la fase di espansione da quella di contrazione. Anche l’indice delle condizioni correnti, sempre in lettura preliminare, ha registrato un miglioramento salendo a 88,9%, dal 54,5% di settembre. Intanto rimangono caute le dichiarazioni delle autorità monetarie circa la volontà di rimozione dell’accomodamento monetario.
Il governatore della BoJ, Fukui, ha dichiarato che in un colloquio con il primo ministro Koizumi non è stato discusso il timing per il cambiamento di politica monetaria, con Koizumi che ha condiviso l’idea che con il prossimo anno fiscale aumenterà la possibilità della fine della fase di accomodamento monetario, grazie anche ad una migliorata dinamica dei prezzi al consumo. La BoJ, infatti, ha dichiarato che la fine della deflazione potrebbe essere il motivo per rimuovere l’accomodamento e, sempre secondo Fukui, dopo lo 0% di ottobre della crescita dei prezzi al consumo ci sono alte probabilità che i prossimi dati sull’inflazione possano essere positivi.
Commodity: chiusura in prossimità dei 60$/b per il prezzo del Wti in attesa dei dati sulle scorte statunitensi di oggi. Al momento il consensus di mercato vede un calo delle scorte di petrolio ma un rialzo di quelle di distillati e benzine. dopo i dati sulle scorte l’attenzione sarà focalizzata sulla riunione Opec del 12 dicembre in cui i membri sono chiamati a decidere le quote produttive per la prima parte del prossimo anno. Alcuni membri comunque hanno già dichiarato di essere favorevoli all’attuale prezzo del greggio e ritenere opportuno non effettuare alcun cambiamento alla quota produttiva. L’oro ha raggiunto i nuovi record degli ultimi 24 anni superando quota 510$/oncia, supportato verosimilmente anche da acquisti da parte di alcune banche centrali come quella russa che recentemente hanno dichiarato l’intenzione di aumentare la quota di riserve investita in oro.
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