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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (31/1/05)

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USA: il pil del quarto trimestre del 2004 ha evidenziato una variazione del 3,1% in termini trimestrali annualizzato, il valore più basso dal primo trimestre del 2003. Il 2004 si è chiuso con una crescita media del Pil pari al 4,4% dal 3% del 2003.

I principali elementi di rilievo che emergono dall’analisi delle sottocomponenti sono i seguenti: 1)buona contribuzione positiva della spesa personale che ha segnato una contribuzione al Pil del 3,22%. In tal caso il settore servizi è risultato uno dei più importanti con una contribuzione dell’1,5%; 2)performance positiva della spesa per investimenti: con riferimento agli investimenti fissi (tra i quali rientrano quelli per costruzioni ad uso commerciale oltre che quelli in apparecchiature e software), la contribuzione è stata positiva dell’1,05%.

Verosimilmente, come già evidenziato dall’andamento degli ordinativi di beni durevoli, è stato piuttosto marcato l’effetto supporto offerto dagli incentivi per gli investimenti scaduti lo scorso dicembre; 3)contribuzione positiva delle scorte (+0,42%); 4)contribuzione molto negativa delle esportazioni nette (-1,73%).

Di rilievo le indicazioni fornite dai dati inerenti i prezzi. Il deflatore del pil è risultato lievemente inferiore alle attese. Il deflatore riferito alla spesa personale ha evidenziato un tendenziale annuo pari a 2,7%. L’indice core (utilizzato come parametro di riferimento dalla Fed) si è attestato all’1,6% da 1,5%, risultando pertanto in linea con il range di tolleranza segnalato dalla Fed (1-2%).

Sempre sul fronte prezzi, segnaliamo il dato sull’indice del costo del lavoro, che ha presentato nel quarto trimestre una variazione trimestrale inferiore alle attese. Di conseguenza dovrebbero esservi minori pressioni sulla Fed affinché modifichi l’atteggiamento graduale di politica monetaria. La settimana sarà densa di spunti macro e di eventi. Tra i primi segnaliamo il dato sul mercato del lavoro del prossimo venerdì, mentre tra i secondi evidenziamo il discorso di Bush sullo stato dell’unione (2 febbraio) ed il G-7 (4-5 febbraio).

Europa: incoraggianti le prime indicazioni giunte dai prezzi in area Euro per il mese di gennaio. In Germania i primi tre laenders hanno diffuso i dati sull’inflazione che hanno evidenziato cali mensili compresi tra lo 0,3 e lo 0,4%. In Spagna il dato preliminare armonizzato di gennaio ha evidenziato un incremento del 3,1% a/a, in sensibile rallentamento dal 3,4% di dicembre, avvalorando così l’ipotesi di minori spinte inflative per l’intera area Euro per il mese in corso.

In Francia la fiducia delle imprese ha registrato a gennaio un miglioramento passando a 105, dal 104 di dicembre e ricalcando così l’andamento emerso dai dati tedeschi ed italiani. Invariato il tasso di disoccupazione che a dicembre è rimasto al 9,9% malgrado il calo di 11 mila disoccupati. L’appuntamento della settimana sarà la riunione della Bce. Non sono attese variazioni dei tassi di interesse ma sarà interessante analizzare i toni del discorso di Trichet in occasione della conferenza stampa per capire quali potrebbero essere i prossimi sviluppi.

Sotto l’ipotesi di un Euro forte per l’intero 2005 la Bce continuerà a mantenere invariati i tassi a causa di una crescita debole ed un’inflazione abbondantemente sotto controllo.
Asia-Pacifico: in rialzo pressoché generalizzato gli indici dell’area. Il Nikkei225 ha chiuso la seduta con un progresso dello 0,59%, supportato da un lato dal calo del prezzo del greggio e dall’altro da buoni dati trimestrali.

Canon (+2,5%), secondo produttore mondiale di fotocamere digitali, ha annunciato di aver chiuso il quarto trimestre con un incremento degli utili del 7,8%, prevedendo anche un 2005 all’insegna di profitti record. Honda, terzo produttore automobilistico nipponico, ha chiuso in rialzo del 2,1% dopo aver stimato profitti in aumento quest’anno grazie alla riduzione dei costi ed un aumento della produzione in Cina.

Sul fronte forex, nel corso del fine settimana vi sono stati gli interventi a Davos da parte del vice primo ministro cinese oltre che di un esponente della banca centrale. Entrambi hanno ribadito l’intenzione della Cina di mantenere un tasso di cambio stabile, rigettando l’accusa secondo cui il peg attuale favorirebbe notevolmente l’export del paese.

Commodity: la decisione Opec di lasciare invariata la produzione dei paesi appartenenti al cartello e la conclusione del turno elettorale in Iraq senza che si siano verificate distruzioni dei giacimenti petroliferi, sono stati i responzabili del calo delle quotazioni del greggio, con il contratto future del Wti che è sceso sotto i 46,5 $.

In sensibile calo anche il gasolio da riscaldamento dopo l’annuncio effettuato dal National Weather Service secondo cui nella settimana dal 4 al 10 febbraio le temperature nel nord est degli Usa rimarranno superiori alla media.