USA:il dato finale sul Pil del primo trimestre 2005 ha evidenziato una revisione al rialzo (da 3,5 a 3,8% t/t annualizzato) grazie principalmente a due componenti: 1) esportazioni nette; 2) settore immobiliare residenziale.
Di conseguenza il Pil Usa ha evidenziato l’ottavo trimestre consecutivo di crescita superiore al 3%, una sequenza che non si verificava dal 1983.
Rivisti al ribasso i principali indicatori sui prezzi. In particolare, il deflatore della spesa per consumi core (dato di riferimento della Fed) è stato rivisto da 2,2, a 2% t/t annualizzato.
Come spiegato dalla nota tecnica allegata ai dati in pubblicazione oggi dal dipartimento del commercio, le revisioni al ribasso sono state determinate in gran parte dai prezzi delle abitazioni monofamiliari e dai c.d. imputed prices relativi al settore finanziario.
Lo stesso dipartimento ha annunciato che il 29 luglio p.v. sarà presentata la revisione della serie dati sul pil a partire dal primo trimestre 2002 fino ai dati preliminari del secondo trimestre 2005.
Oggi l’attenzione è concentrata sulla decisione della Fed: scontato un rialzo dei tassi di 25bps. Il contenuto del comunicato allegato potrebbe ribadire la volontà di continuare con l’approccio graduale di politica monetaria, mediante il mantenimento del riferimento al “measured”.
Saranno poi i dati macro in pubblicazione da qui al prossimo Fomc del 9 agosto a condizionare la decisione che vi sarà in quella sede.
Europa:la Commissione Europea ha dato il via libera al piano di rientro dell’Italia, che avrà tempo fino al 2007 per riportare il deficit al di sotto del 3%.
Bruxelles non indica se la correzione di finanza pubblica deve cominciare subito, ma chiede di evitare ogni ulteriore peggioramento nel 2005 e di contenere il deficit che, secondo le stime, sarà al di sopra del 4% del Pil. La Commissione europea chiede inoltre che la metà dell’aggiustamento previsto dell’1,6%, venga fatto nel 2006.
Riguardo invece ad un’eventuale manovra bis per quest’anno, Almunia ha lasciato intendere che non sarà necessaria.
Fitch ha rivisto da stabile a negativo l’outlook sull’Italia. L’agenzia ha confermato i rating ‘aa’ a lungo termine e ‘f1+’ a breve termine.
Il peggioramento dell’outlook, riflette il marcato deterioramento delle prospettive di crescita e dei conti pubblici, caratterizzati da crescenti deficit di bilancio e dall’atteso aumento del debito pubblico.
Secondo l’agenzia di rating, il deficit nel 2005 potrebbe superare il 4% del Pil e, con la fine delle misure una tantum, potrebbe avvicinarsi al 5% nel 2006. Senza operazioni di privatizzazioni consistenti il peso del debito potrebbe salire nei prossimi 18 mesi al 109% del Pil a fine 2006.
Asia-Pacifico:poco variati, stamani, i maggiori indici azionari della regione, a parte il rialzo dello 0,86% del Kospi a Seoul e l’ennesimo forte declino degli indici di Shanghai e Shenzhen.
A Tokio, le recentissime buone notizie dal fronte caro-petrolio e dal fronte interno non hanno impedito agli operatori di esercitare estrema cautela, in attesa dei prossimi appuntamenti interni ed internazionali, con il Nikkei 225 ed il Topix che hanno comunque chiuso giugno in rialzo, secondo mese positivo consecutivo, dopo i disastri di aprile.
Sempre in Giappone, l’indice della fiducia dei direttori degli acquisti nelle imprese manifatturiere, è aumentato per il sesto mese consecutivo in giugno, raggiungendo quota 54, con gli ottimisti in maggioranza sui pessimisti soprattutto grazie alla sovracompensazione da parte della domanda interna del deludente andamento di quella estera.
Nella mensile inchiesta condotta dalla Shoko Chukin Bank, invece, nello stesso mese la fiducia delle piccole imprese dell’arcipelago è aumentata marginalmente più delle attese, pur rimanendo al disotto della soglia dei 50.
Per il mese di maggio, la produzione di autoveicoli è aumentata del 4,4% a/a, gli avvii di costruzioni abitative hanno sorpreso in positivo, aumentando del 3% a/a, mentre il valore degli ordinativi ricevuti delle cinquanta maggiori aziende edili del paese ha deluso, risultando in crescita di solo lo 0,5% a/a. In ogni caso, l’attenzione degli investitori è rapita dall’attesa per domani, quando tra gli altri verranno pubblicati i dati del mercato del lavoro e soprattutto il trimestrale rapporto Tankan.
Commodity:il report settimanale sulle scorte di greggio Usa ha registrato un rialzo di 1,1 Mln barili.
A 328,5 Mln di barili, rimangono ben sopra la media di questo periodo dell’anno. Sopra le attese anche le scorte di benzine (0,3 Mln barili) e di distillati (1,7 Mln barili).
Il mercato ha reagito con un calo delle quotazioni scese del 2% circa.
Relativamente all’acciaio, in Cina, secondo lo State Council Development Research Centre, la produzione ha superato ogni precedente previsione con un’eccedenza dovuta soprattutto al rallentamento della domanda interna.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)