USA: il dato sugli ordinativi all’industria di ottobre ha segnato una variazione mensile superiore alle attese. Il dato ha beneficiato soprattutto della buona performance della componente beni non durevoli (che pesano per circa il 49% del totale) che ha più che compensato invece la netta revisione al ribasso della componente beni durevoli (-1,1% vs. dato preliminare di –0,4%). Tale andamento dicotomico è riconducibile principalmente all’andamento del prezzo del greggio che influenza generalmente maggiormente il settore dei beni non durevoli.
E’ stato proprio ad ottobre infatti che il greggio ha raggiunto i 55$/b mantenendosi in prossimità di tale valore per quasi tutta la seconda metà del mese. Per tale ragione verosimilmente si è avuto anche un netto rialzo delle consegne al netto di difesa ed aerei (+2% m/m). Osservando il dato relativo agli ordinativi di beni capitali al netto di difesa ed aerei in termini tendenziali, si può notare come si sia ancora in presenza di variazioni molto elevate (+9,9% da 11,99%), il che evidenzia ancora un trend crescente che si sta però riposizionando su valori più sostenibili. Quest’ultima sembra essere l’indicazione più rilevante desumibile dalla pubblicazione di ieri.
Buone notizie sul fronte corporate dove Intel, nelle stime preliminari relative al quarto trimestre, ha rivisto al rialzo le attese di fatturato, guadagnando l’8% nell’after hour. Ieri è stato pagato il dividendo Microsoft pari a ben 32,6 Mld$. Bernanke (membro votante Fed) ha sottolineato come la Fed rimanga vigilante sui prezzi, soprattutto nel momento in cui, migliorando l’andamento del mercato del lavoro, le aziende sono maggiormente in grado di trasferire l’aumento dei costi.
Europa: come ampiamente atteso la Bce ha lasciato invariato al 2% il livello dei tassi di interesse. Nella conferenza stampa successiva alla riunione, Trichet, ha posto maggiore attenzione alla dinamica dei prezzi rispetto alla crescita. In particolare il presidente dell’istituto si è mostrato preoccupato dell’impatto che un aumento del prezzo del petrolio potrà avere sull’andamento dei prezzi.
È stata ribadito l’attesa di un ritorno al di sotto del 2% nel corso del 2005, ma i prossimi mesi potrebbero evidenziare un posizionamento al di sopra di tale livello. Relativamente alla crescita la Bce si attende una ripresa moderata nei prossimi due anni, con moderati tassi di crescita dovuti all’impatto sull’economia dei prezzi petroliferi. L’istituto ha inoltre abbassato le stime di crescita per l’anno in corso e per il prossimo. Nel 2004 il Pil dovrebbe crescere tra l’1,6%-2%, nel 2005 tra l’1,4%-2,4% e nel 2006 tra l’1,7-2,7%. Il tasso di inflazione nel 2004 dovrebbe attestarsi tra il 2,1%-2,3%, nel 2005 tra l’1,5%-2,5% e nel 2006 tra l’1%-2,2%.
Relativamente al mercato dei cambi, Trichet si è mostrato preoccupato del rafforzamento dell’euro, dichiarando che l’intervento diretto è uno degli strumenti a disposizione della banca centrale, senza però aggiungere ulteriori commenti. Trichet ha inoltre dichiarato che la banca centrale ha preso in esame solo le ipotesi di rialzo o mantenimento dei tassi al 2%. Al momento continuiamo però a ritenere prematuro un rialzo dei tassi prima di giugno 2005. Peggiora il mercato del lavoro in Germania con il tasso di disoccupazione salito al 10,8%, il livello più alto da dicembre 1998.
Asia-Pacifico: poco variate le maggiori borse della regione, con l’eccezione di Tokio dove il Nikkei 225 ha chiuso in rialzo dello 0,93%. A fronte della timida chiusura di Wall Street del giorno prima, l’azionario nipponico ha trovato un motivo di rialzo, oltre che nei buoni dati di Intel, anche nelle spese per beni capitali in Giappone, cresciute nel terzo trimestre del 14,4%, in accelerazione rispetto al trimestre precedente (+10,7%) e ben superiore all’attesa mediana degli economisti di un aumento dell’8,8%. Il dato depurato dalle spese per software è invece cresciuto del 13,9%, anch’esso in accelerazione, con diversi osservatori che lo hanno interpretato nei termini dell’attesa delle aziende per una crescita della domanda per consumi il prossimo anno, mentre rimane probabile che l’economia si sia contratta nel trimestre in corso.
Ricordiamo come la stima preliminare del PIL reale nel terzo trimestre avesse mostrato un deludente 0,3% annualizzato, che si traduceva in una contrazione dello 0,1% impiegando il più accurato metodo di aggiustamento per la variazione dei prezzi che adotta indici a catena, e come in quella occasione diversi economisti avessero dubitato dell’affidabilità della stima, proprio in relazione al capital spending, apparentemente ridottosi in modo repentino. E’ quindi forte l’attesa per una revisione al rialzo, in seconda lettura, del PIL reale nel terzo trimestre, in pubblicazione mercoledì prossimo, nel cui calcolo verrà direttamente utilizzata la stima per le spese in beni capitali resa nota oggi.
Commodity: scendono ancora le quotazioni petrolifere. Nella giornata di ieri si è infatti registrato un ulteriore calo del 5% dopo che mercoledì i dati sulle scorte statunitensi, migliori delle attese, hanno causato un calo di oltre il 7%. Da lunedì ad oggi le quotazioni sono scese del 13%. A dare una mano ai prezzi sono stati sia i buoni dati sulle scorte, sia le temperature superiori alla media
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)