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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (29/8/05)

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(WSI) – USA: l’attenzione degli operatori continua ad essere focalizzata sull’andamento del prezzo del greggio in seguito sia alla continuazione del rally al rialzo dell’oro nero, sia alla pubblicazione di dati macro che ne segnalano l’impatto negativo sull’economia. Il dato finale sulla fiducia dei consumatori pubblicato dall’università del Michigan, ha evidenziato ad agosto il livello minimo da maggio, con un calo sia delle condizioni correnti sia di quelle prospettiche.

Lo scorso sabato, il discorso di chiusura di Greenspan dell’incontro organizzato dalla Fed del Kansas City, ha richiamato l’attenzione sul mercato immobiliare. Il capo della Fed ha dichiarato che nel breve termine l’housing boom registrerà “inevitabilmente una moderazione” il che si potrà riflettere in un rallentamento dei rialzo dei prezzi o perfino in un calo di questi ultimi. Di conseguenza si potrebbe assistere ad una riduzione del sostegno offerto alla spesa personale con allo stesso tempo effetti positivi sul deficit di partite correnti, vista l’elevata correlazione esistente tra tale disavanzo e l’home equity extraction.

I mercati hanno reagito in modo coerente con i rinnovati timori sulla crescita derivanti dalle tensioni sul greggio: i mercati obbligazionari continuano ad essere ben sostenuti soprattutto con riferimento al tratto a lungo termine e conseguente appiattimento della curva dei tassi, il Dollaro è in lieve deprezzamento vs. Euro ed i corsi azionari sono stati penalizzati.

Il calendario macro settimanale si presenta molto denso: tra i dati salienti segnaliamo la fiducia dei consumatori e quelli relativi al mercato del lavoro di agosto.

Europa: il dato relativo alla crescita dell’aggregato monetario M3 ha registrato a luglio una sensibile accelerazione salendo del 7,9% a/a, dal +7,6% a sua volta rivisto al rialzo di giugno. Il dato evidenzia come la liquidità all’interno dell’area Euro stia crescendo in modo marcato e avvalora l’ipotesi che, malgrado la debolezza della domanda interna emersa dai dati sul Pil di Francia e Germania nel secondo trimestre dell’anno, un taglio dei tassi di interesse da parte delle autorità monetarie rimane un evento alquanto improbabile.

L’ipotesi più accreditata è che la prossima mossa della Bce sia nel senso di un aumento del costo del denaro anche se la stabilità del tasso di inflazione core e la debolezza della domanda interna dovrebbero spingere le autorità ad un atteggiamento attendista sui tassi almeno fino al secondo trimestre del prossimo anno.

Asia-Pacifico: in una giornata priva di dati macroeconomici di rilievo, con la pubblicazione dell’indice della fiducia dei consumatori nipponici slittata a domani o dopodomani, le borse asiatiche hanno patito il violento rialzo del prezzo del petrolio, stamani, in negoziazione elettronica, nonché la sorpresa negativa di venerdì per la fiducia dei consumatori statunitensi, così come misurata dall’Università del Michigan, con il timore di un rallentamento della domanda dai mercati nordamericani che ha pesato sui titoli delle grandi aziende esportatrici della regione.

Ad incupire ancor di più gli animi, le indiscrezioni di un non identificato funzionario del Ministero degli Esteri sudcoreano secondo le quali potrebbe non iniziare questa settimana, come originariamente previsto, il secondo round del nuovo ciclo di negoziati a sei nazioni per discutere il programma nucleare della Corea del Nord, uno dei maggiori fattori di incertezza dell’area, sia quando la stampa ne parla, sia quando non lo fa.

L’indice Nikkei 225 ha chiuso in calo dell’1,04%, tra le perdite dei titoli del trasporto aereo, di quello marittimo e del settore assicurativo, mentre lo Yen ha marginalmente perso terreno nei confronti del Dollaro. A contribuire al malumore degli investitori potrebbe essere stato l’ultimo sondaggio condotto dall’Asahi Shimbun, uno dei maggiori quotidiani nipponici, sondaggio che per la prima volta ha visto gli intervistati dichiaranti di non approvare l’operato del primo ministro Koizumi superare, con il 41%, quelli che invece hanno dichiarato di apprezzarlo (38%), con le intenzioni di voto per il partito liberaldemocratico al governo (in vista delle elezioni per il rinnovo anticipato della camera basse previste per il prossimo 11 settembre) scese al 24%, minimo dall’inizio dei sondaggi dopo lo scioglimento della camera lo scorso 8 agosto.

E’ presto per trarre una qualsiasi conclusione, anche per via dell’opacità con cui i sondaggi sono condotti, ma è chiaro che un eventuale aumento dell’incertezza sul risultato man mano che ci si avvicina alla data del voto, fenomeno tutt’altro che infrequente, rappresenta un negative per l’azionario nipponico.

Sempre per il Giappone, durante la settimana sarà interessante verificare se stia proseguendo o meno il consolidamento delle condizioni per la crescita della domanda interna di beni di consumo, con il citato dato per Luglio dell’indice della fiducia dei consumatori, in pubblicazione tra martedì e mercoledì, mentre domani avremo sicuramente in uscita, sempre per Luglio, il tasso di disoccupazione, il rapporto impieghi/candidati, le spese ordinarie delle famiglie di lavoratori dipendenti, nonché il dato preliminare delle vendite al dettaglio.

Commodity: nuovo record per le quotazioni petrolifere che hanno superato i 70 $/b. L’uragano Katrina, che ha manifestato una forza superiore alle attese, ha costretto le società della Exxon Mobil e Chevron Co. ad evacuare gli impianti nel Golfo del Messico, dove è prodotto il 30% del petrolio Usa.

Secondo le prime notizie nel Golfo del Messico la produzione di greggio è stata ridotta del 42% e nel sudest della Louisiana, dove è prodotto l’8,5% del petrolio Usa, sono state chiuse sette raffinerie.

A cura di A. Cesarano (Responsabile Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C. Pace (Economista).