USA:il pil del primo trimestre Usa ha registrato una variazione trimestrale annualizzata del 3,1% da 3,8%, il valore più basso degli ultimi 2 anni.
Il personal consumption ha evidenziato un lieve calo della contribuzione positiva soprattutto in seguito alla perdurante fase di debolezza delle vendite di auto. La spesa per investimenti ha registrato un sensibile ridimensionamento della contribuzione positiva della componente investimenti fissi in cui sono ricompresi tra gli altri gli investimenti in apparecchiature e software. Le esportazioni nette hanno continuato a contribuire negativamente per oltre 1% in seguito al continuo allargamento del deficit commerciale che a febbraio ha raggiunto il massimo storico.
Positiva invece la contribuzione della componente scorte che in termini assoluti ha evidenziato una variazione annualizzata di 80,2Mld$, il valore più elevato in quasi 5 anni. L’incremento delle scorte è risultato evidente già dai relativi dati mensili che allo stesso tempo hanno però continuato anche a segnalare il posizionamento dei rapporti scorte/vendite su livelli molto contenuti. Con riferimento agli indici inerenti i prezzi, il deflatore core del personal consumption (indice di riferimento utilizzato dalla Fed) ha registrato un incremento passando dall’1,7 al 2,2%.
Emerge pertanto l’impatto negativo sul Pil derivante dalla fine degli incentivi agli investimenti che nel trimestre ha determinato un ridimensionamento del capital spending. L’incremento registrato dal Pce core deflator su base trimestrale è compatibile con una stima del tendenziale mensile dell’1,7% atteso in pubblicazione oggi. Tale valore si collocherebbe ancora all’interno del range stimato per il 2005 ed il 2006 dalla Fed (1,5-1,75%), consentendo pertanto di ipotizzare la continuazione dell’approccio graduale di politica monetaria della Fed.
La trimestrale di Microsoft ha superato le attese in termini di utili trimestrali. Piuttosto confortante l’outlook delineato dalla società per l’anno fiscale 2006 che inizierà l’1 luglio.
Europa: i dati diffusi ieri in area euro continuano ad evidenziare segnali di debolezza della crescita. In particolare le imprese italiane ad aprile sono risultate più pessimiste rispetto al mese precedente, in linea con quanto già emerso dai corrispettivi indicatori di Germania e Francia.
L’unico dato in controtendenza è stato quello sulla disoccupazione tedesca, con i senza lavoro in calo di 79 mila unità ad aprile. Si tratta comunque di una lieve correzione dopo l’incremento di circa 500 mila nuovi disoccupati registrato nei primi tre mesi dell’anno e che quindi lascia immutate le condizioni di debolezza del mercato del lavoro della prima economia dell’area Euro.
Oggi l’attenzione si focalizzerà principalmente sul dato relativo alla stima preliminare dei prezzi al consumo di aprile per l’intera area Euro. I dati tedeschi diffusi ad inizio settimana sono stati abbastanza incoraggianti, ma l’accelerazione del tendenziale spagnolo diffusa ieri getta ombre sul dato italiano di oggi che, considerata l’intera collettività, dovrebbe registrare una lieve accelerazione del tendenziale al 2%, dall’1,9% di marzo.
Asia-Pacifico: con la borsa di Tokio chiusa per il Greenery Day, la sostanziale assenza di dati macroeconomici di rilievo nell’area, e le molte festività previste la prossima settimana tra Giappone, Cina, Hong Kong e Corea del Sud, stamani i principali indici azionari asiatici hanno tutti chiuso in territorio negativo, sull’onda delle vendite azionarie oltreoceano.
Si rafforza ancora lo Yen dopo la pubblicazione su un quotidiano cinese della notizia secondo cui il governo cinese sarebbe pronto ad abbandonare il peg.
Commodity:pressoché invariate le quotazioni petrolifere, dopo che in questa settimana hanno ceduto oltre il 6% grazie ai buoni dati sulle scorte petrolifere ed alle rassicurazioni dell’Opec che si è detta pronta ad alzare la produzione qualora il mercato lo richiedesse.
Poco variati anche i prezzi dei metalli sui quali non ha impattato molto l’annuncio che la Cina dal 1° maggio cancellerà i benefici fiscali sulle esportazioni di zinco e la notizia che il Cile a marzo ha accresciuto la produzione di rame.
Il rafforzamento del dollaro ha penalizzato le quotazioni aurifere, ai minimi degli ultimi nove giorni.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)