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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (29/10/04)

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USA: l’inattesa notizia del rialzo dei tassi in Cina ha avuto un impatto più emotivo che strutturale sui mercati finanziari internazionali, con particolare riferimento a quelli Usa. L’iniziale penalizzazione dei bond ed il rafforzamento del Dollaro sono successivamente completamente rientrati. Gli effetti più evidenti della decisione hanno interessato il settore delle materie prime, ivi incluso i titoli del comparto.

Nell’ambito del Dow Jones ad esempio il peggior titolo è risultato Alcoa (-2,88%), il maggiore produttore di alluminio. I motivi del rientro della citata reazione emotiva sono da ricollegarsi a diversi fattori. Occorre considerare che siamo praticamente alla vigilia della scadenza elettorale del 2 novembre.

Ieri il Wall Street Journal, ha riportato la notizia secondo cui i risultati finali delle elezioni presidenziali potrebbero essere disponibili solo dopo diversi giorni o addirittura settimane a causa soprattutto di possibili controversie legali, alla stregua di quanto accadde nel 2000 quando furono necessari 37 giorni per conoscere l’esito finale.

Di conseguenza aumenta il clima di incertezza tra gli operatori penalizzando il Dollaro e aumentando invece la propensione a detenere bond in chiave cautelativa. Inoltre oggi il dato sul Pil del terzo trimestre potrebbe sorprendere in positivo. Di conseguenza il forte calo del prezzo del greggio questa volta è stato accompagnato da un rialzo dei tassi meno che proporzionale.

Europa: i dati relativi alle città campione italiane per il mese di ottobre hanno sensibilmente sorpreso le attese registrando un calo mensile dello 0,1% (la prima flessione mensile dal 1996) con un tendenziale che contrariamente a quanto successo negli altri paesi europei (in particolare Germania e Spagna) è sceso passando al 2%, dal 2,1%.

Da un’analisi disaggregata dei dati delle singole città è emerso che a trainare il ribasso è stato il proseguimento del calo mensile dei prezzi degli alimentari, unito a sorpresa dal calo dei prezzi delle spese sanitarie. In flessione anche la componente relativa al tempo libero ed alla ricreazione che ancora una volta conferma come, a parità di potere d’acquisto delle famiglie, il rincaro delle tariffe e delle benzine comporta la rinuncia o comunque la riduzione dell’acquisto di beni considerati non indispensabili.

Oggi sarà diffuso il dato preliminare sull’inflazione dell’area Euro per ottobre ed in base ai dati disponibili il tendenziale dovrebbe salire al 2,3%. In netto recupero la fiducia delle imprese francesi. Al contrario di quanto successo in Germania ed in Italia, dove i dati hanno confermato un sostanziale stallo della fiducia delle aziende, in Francia l’indice è salito a 108 da 106 di settembre, trainato da un buon andamento degli ordinativi soprattutto esteri. Il dato risulta particolarmente incoraggiante per le prospettive di crescita del paese: il primo ministro Raffarin le ha confermate al 2,5% nel 2005.

Infine una fonte anonima appartenente alla Bce ha ieri ha affermato che la forza dell’Euro rappresenta un elemento che spingerà la banca centrale a rimanere molto cauta sui tassi di interesse nel prossimo futuro, rendendo improbabile un innalzamento del costo del denaro.

Asia-Pacifico: negative le borse della regione, con le eccezioni di Seoul e Taipei, sull’onda dell’inatteso aumento dei tassi di interesse ieri da parte della banca centrale cinese, primo rialzo dopo nove anni. A Tokio, l’indice azionario Nikkei 225 ha ceduto lo 0,75%, vedendo particolarmente penalizzati i titoli direttamente o indirettamente legati alle materie prime, come Nippon Steel (-3,1%) e Nippon Yusen (-1,7%).

La mossa delle autorità cinesi, che hanno anche rimosso il limite amministrativo imposto ai prestatori di fondi sui tassi praticabili, ha ingenerato il timore che il rallentamento della crescita cinese possa indurre un brusco calo della sua domanda di materie prime, là dove gli economisti sarebbero portati ad interpretare l’azione come un ulteriore passo verso una crescita più sostenibile nel medio termine.

In Giappone, in settembre le spese delle famiglie di lavoratori hanno registrato un calo dell’1% rispetto al mese precedente, su base destagionalizzata, con la variazione ad un anno a +0,3%, mentre nello stesso mese il tasso di disoccupazione è inaspettatamente sceso al 4,6%.

L’indice dei prezzi al consumo in ottobre è rimasto invariato rispetto allo stesso periodo del 2003, così come l’indice core, che esclude l’effetto dei prezzi degli alimenti freschi, che era invece atteso scendere dello 0,1%.

Commodity: l’annuncio dell’aumento dei tassi di interesse cinesi ha determinato un calo dei prezzi delle commodities: l’indice Crb ha perso quasi l’1% sull’attesa di una minore domanda cinese di materie prime. Sono, infatti, scese le quotazioni dei metalli, prodotti industriali ed energetici. Il prezzo del petrolio è così calato sotto i 51$/b. Negli ultimi due giorni il greggio ha registrato il maggior calo delle ultime 19 settimane.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)