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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (29/04/04)

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USA: il vero market mover della scorsa giornata è stato rappresentato dalle dichiarazioni da parte di esponenti governativi e della banca centrale cinese secondo cui il paese sarebbe intenzionato a frenare la crescita del paese onde evitare un surriscaldamento dell’economia che potrebbe comportare effetti negativi in termini di prezzi e soprattutto di sistema bancario, già oberato da un peso notevole in termini di bad loans.

Il vice governatore della banca centrale cinese ha dichiarato di avere come target di crescita per il 2004 un livello inferiore all’8%, ossia un valore inferiore rispetto al 9,7% a/a registrato nel primo trimestre di quest’anno. L’effetto è stato molto forte in termini di indici azionari generali, con ripercussioni sensibili in termini settoriali: l’indice S&P Mining & Metals ha registrato un calo di oltre il 5%. Le principali materie prime (rame, palladio, platino) legate all’industria hanno segnato notevoli cali.

Il Dollaro ne ha approfittato per apprezzarsi verso lo Yen. In tal caso gli operatori cercano di anticipare l’eventuale mutamento in termini di asset allocation geografica da parte dei money managers che potrebbero ridurre il peso della componente asiatica a favore di quella Usa.

L’attenzione oggi è focalizzata sul dato del pil del primo trimestre: il consensus è al 5% ma sottolineiamo che diverse case di investimento si spingono ad ipotizzare livelli fino al 6%. L’asta da 26Mld$ sul 2 anni Treasury ha registrato una buona domanda estera (bid to cover degli indirect bidders pari a 42% circa). Segnaliamo infine come il recente rialzo dei tassi di mercato sita penalizzando notevolmente il comprato dei bond emergenti, con l’indice embi+ che è arrivato a toccare quota 480 da 457.

Euro: in rialzo la fiducia delle imprese italiane. Ad aprile l’indice depurato per i fattori della stagionalità è salito al 96,5, dal 93,6 toccando il massimo dal maggio 2002. Secondo l’Isae su un campione di 4000 imprese si è registrato un buon recupero del giudizio sul portafoglio ordini, si sono consolidate le attese di ripresa dell’attività produttiva e le scorte sono calate.

Malgrado la migliorata fiducia delle imprese, l’Isae, in linea con quanto già deciso dalla Commissione Europea, dall’Ocse ed dal Fmi, ha ridotto le stime di crescita dell’Italia. L’istituto ha portato l’incremento del Pil per il 2004 all’1,2%, dall’1,7% precedentemente atteso. Il deficit/Pil dovrebbe attestarsi al 2,9% nel 2004 a patto che il governo porti avanti i tagli alle spese previsti, mentre per il 2005 il rapporto supererà abbondantemente la soglia del 3% (al 3,6%).

Sempre sui conti pubblici italiani la Commissione europea ha confermato che avvierà la procedura contro l’Italia sui conti pubblici, sollecitando il paese ad effettuare a una manovra aggiuntiva di almeno 7 Mld di euro già nell’anno in corso. L’early warning dovrà comunque essere sottoposto al giudizio dell’Ecofin che si riunirà l’11 maggio prossimo.

Jap: inizia oggi il lungo ponte del golden week che vedrà i mercati chiusi fino alla prossima settimana. In Cina i timori di un’eccessiva crescita dell’economia, hanno spinto le autorità a prendere provvedimenti antinflazionistici. Tra le varie misure proposte vi è anche la limitazione dei prestiti alle società, che continuano ad indebitarsi con il sistema bancario per effettuare nuovi investimenti, somme che potrebbero non essere restituite e che accrescerebbero così il numero di prestiti inesigibili.

Commodity: la notizia che la Cina intende porre un freno alla forte crescita che ha registrato negli ultimi mesi ha determinato un calo dei prezzi delle materie prime, in particolare quelle utilizzate nel settore industriale, che hanno risentito dei timori di un rallentamento della domanda.

Il report settimanale del Dipartimento dell’Energia ha evidenziato nell’ultima settimana un rialzo di 3,2 Mln di barili. Salgono anche le scorte di distillati (0,2 Mln barili) e di benzine (0,9 Mln). Il rialzo delle scorte di benzina è risultato inferiore alle attese lasciano aperto il timore di carenza di offerta in vista dell’estate. I prezzi della benzina di conseguenza hanno segnato i nuovi record storici.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)