USA:gli ordinativi di beni durevoli di maggio hanno evidenziato un dato core al di sotto delle attese.
Il dato generale è stato fortemente influenzato dal forte incremento degli ordini di aerei ad uso civile, visto che nel mese di riferimento Boeing ha dichiarato di aver ricevuto ordini, in gran parte di fonte asiatica, per 200 aerei.
La componente al netto di difesa ed aerei (approssimazione della spesa per investimenti) è risultata in calo del 2,3% su base mensile. Allo stesso tempo anche le consegne dello stesso mese (dato utile per il computo del Pil del secondo trimestre) hanno segnato un modesto +0,2% da +1,4%. Infine il dato core del mese precedente è stato sensibilmente rivisto al ribasso (da –0,2 a –0,7% m/m).
Alcune case di investimento dopo la pubblicazione del dato hanno rivisto al ribasso le stime del pil del secondo trimestre.
La settimana in corso presenta come appuntamento di rilievo il meeting della Fed del prossimo giovedì. Scontato un ennesimo rialzo dei tassi di 25bps.
Più importante sarà il contenuto del comunicato successivo, con l’attenzione focalizzata sul mantenimento del termine measured e più in generale sulla descrizione sintetica del quadro macro. Il dibattito tra “falchi “ e “colombe” dovrebbe essere piuttosto animato.
Il successivo Fomc è collocato il prossimo 9 agosto. Per quella data la Fed avrà a disposizione un quadro completo sull’andamento del secondo trimestre. Il comunicato del prossimo giovedì potrebbe risultare pertanto un compromesso tra le due anime all’interno del board, in attesa di un quadro macro più completo per delineare la politica monetaria nel secondo semestre.
Il dato sulle vendite di nuove case ha registrato a maggio un incremento del 2,1% con un calo del prezzo mediano del 6,5%, in gran parte determinato semplicemente da uno spostamento della domanda verso abitazioni situate in aree a più buon mercato.
Europa:i dati preliminari di giugno relativi all’inflazione tedesca hanno evidenziato un’accelerazione con un tendenziale all’1,9%, dall’1,7%.
Il rialzo è giunto in seguito all’accelerazione del prezzo del petrolio e all’indebolimento dell’Euro.
In settimana saranno diffusi anche i dati relativi all’inflazione italiana, con un tendenziale che dovrebbe rimanere invariato all’1,9%.
In una conferenza a Mannheim, Trichet ha comunque ribadito che le spinte inflative continuano a rimanere contenute ed in linea con la definizione di stabilità dei prezzi dell’istituto di Francoforte.
Relativamente alla politica monetaria Trichet ha dichiarato che l’attuale livello dei tassi di interesse è molto basso e tale da fornire un supporto economico e finanziario all’area.
In Italia, secondo indiscrezioni di stampa, smentite poi da fonti del ministero dell’Economia, le nuove previsioni del governo contenute nel Dpef vedono per il 2005 una crescita nulla ed un rapporto deficit/Pil al 3,9%.
Asia-Pacifico:in ribasso, stamani, i maggiori indici azionari della regione, con le eccezioni di quelli delle borse di Shanghai (+1,98%) e Shenzhen (+2,36%).
Sull’onda dei sostanziali cali delle borse nordamericane la scorsa settimana, in particolare nei giorni di giovedì e venerdì, a Tokio l’indice Nikkei 225 ha chiuso in rosso per la seconda seduta consecutiva, cedendo ben l’1,06%, risultando particolarmente penalizzato dalle paure ingenerate dall’andamento del prezzo del petrolio, con i titoli dei grandi gruppi automobilistici, delle aviolinee e del ferro e acciaio tra i più venduti.
A deprimere i titoli delle grandi aziende esportatrici ha certamente contribuito il dato di venerdì sugli ordinativi di beni durevoli negli USA.
Per il Giappone, dal quale oggi non sono arrivati dati macroeconomici, la settimana vedrà presumibilmente gli operatori lavorare nell’attesa di venerdì, quando verranno pubblicati i dati del mercato del lavoro, delle spese delle famiglie di lavoratori e del tasso d’inflazione nei prezzi al consumo per maggio, le vendite di autoveicoli e l’andamento dei prezzi al consumo in giugno nell’area di Tokio e, soprattutto, il trimestrale rapporto Tankan sulle condizioni economiche correnti e prospettiche così come percepite dalle imprese, redatto dalla Banca del Giappone per il secondo trimestre 2005.
Commodity: non si ferma la corsa del petrolio che ha superato i 60$/b destando non poche preoccupazioni sull’impatto che potrà avere sulla crescita.
A poco è servito l’annuncio dell’Opec di aver iniziato le consultazioni per un ulteriore incremento della quota produttiva di 500.000 b/g oltre a quelli già decisi durante l’ultimo vertice che diventeranno effettivi dal 1° luglio.
A spingere le quotazioni oltre i 60 $/b ha contribuito l’annuncio dell’Iran, secondo produttore Opec, di aumentare gli investimenti nel settore nucleare aumentando le tensioni con gli Usa.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)