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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (27/05/04)

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USA: il dato sugli ordinativi di beni durevoli di aprile ha registrato un calo del 2,9%, dopo due mese consecutivi di forti incrementi. La riduzione degli ordinativi ha interessato soprattutto il settore auto (-3,2%) e quello aereo ad uso civile (-9,7%). In calo anche le consegne (-0,8%), dato quest’ultimo rilevante ai fini del computo del Pil del secondo trimestre.

L’andamento degli ordinativi di beni durevoli ad aprile può essere considerato come un fisiologico calo (benché molto al di sopra delle attese) dopo gli incrementi degli ultimi due mesi (il rialzo più elevato dal ’92) determinato in gran parte dalla necessità da parte delle aziende di accelerare gli investimenti in impianti e macchinari al fine di beneficiare degli incentivi fiscali approvati lo scorso anno che consentono ammortamenti accelerati.

Nel pomeriggio è stato pubblicato anche l’atteso dato sulle scorte di benzina risultato in calo. La reazione finale del mercato (chiusura in calo), ha evidenziato come al momento tra gli operatori prevalga la cautela soprattutto in vista della prossima riunione Opec del 3 giugno. Le rinnovate tensioni geopolitiche successive all’annuncio della Cia di un possibile nuovo attentato negli Usa, ha ridato supporto ai bond che hanno sovraperformato quelli europei.

Ieri l’asta sul 2 anni Treasury da 25Mld$ ha registrato un buon rapporto di copertura (2,54%), con una buona sottoscrizione (circa 42%) da parte degli investitori esteri. Oggi l’attenzione è sulla seconda pubblicazione del Pil del primo trimestre. E’ attesa una revisione al rialzo grazie al miglior apporto delle scorte e della spesa per costruzioni, che dovrebbero bilanciare il minor apporto invece delle esportazioni nette. Riteniamo che sarà degno di nota anche un’eventuale revisione del deflatore.

Euro: dopo il deludente dato riportato dall’Ifo tedesco, anche la fiducia delle imprese francesi, per la prima volta in 11 mesi, ha registrato una flessione portandosi a 104 in maggio, dal 105 del mese precedente. Il timore di un nuovo ridimensionamento delle esportazioni (la sottocomponente relativa agli ordinativi esteri è passata a –16, da –2 di aprile), unito alle pressioni sui margini aziendali derivanti dal caro petrolio hanno impattato negativamente sul dato.

Dopo le dichiarazioni di Weber anche Trichet ha ribadito che la posizione della Bce non è cambiata malgrado le recenti pressioni sui prezzi al consumo e che la banca centrale rimane possibilista su qualsiasi tipo di azione monetaria.

La revisione annuale effettuata da Ficth sul merito creditizio italiano si è conclusa con la conferma del giudizio di AA con prospettive stabili. L’agenzia non ha mancato di esprimere la sua preoccupazione sulla dinamica del debito pubblico aggiungendo che il contenimento del deficit/Pil al di sotto della soglia del 3% è stato possibile solo grazie alle misure una tantum. L’agenzia infine si auspica che il paese riesca a portare avanti l’attesa riforma previdenziale e a completare il processo delle privatizzazioni, al fine di operare una riduzione sistematica della spesa pubblica.

Jap: ad aprile è stato registrato un calo delle vendite al dettaglio dello 0,8% a/a dal –1,7% di marzo, ma l’attenzione degli operatori è stata rivolta all’andamento delle quotazioni del greggio. Intanto sul mercato dei cambi la speculazione di un miglioramento della produzione industriale in pubblicazione domani ha determinato un rafforzamento dello Yen contro Dollaro.

Commodity: i dati sulle scorte petrolifere Usa pubblicati dal dipartimento dell’Energia hanno rilevato un calo delle scorte di benzine (-0,7 Mln di barili) e di distillati (-0,5 Mln di Barili), mentre sono rimaste invariate le scorte di petrolio.

Positivo invece il tasso di utilizzo delle raffinerie che nell’ultima settimana è sceso al 94,6% dal 95,3% della settimana precedente e dal 97,3% dell’ultima settimana di maggio dello scorso anno. Dopo la pubblicazione dei dati, le quotazioni petrolifere hanno mostrato un movimento piuttosto scomposto per chiudere poi la sessione in calo, evidenziando incertezza da parte degli operatori che, sebbene abbiano incorporato il problema del calo delle scorte, restano legati alle notizie sul fronte geopolitico e sull’esito della riunione Opec del 3 giugno.

Intanto i paesi Opec stanno valutando tre opzioni per il rialzo della produzione, considerando comunque che attualmente stanno già producendo oltre la loro quota. Tra le possibili decisioni vi è l’aumento della produzione di 2 Mln b/g, la legalizzazione dell’attuale foramento, autorizzando formalmente un incremento di 2,3 Mln b/g o un aumento consistente della produzione. Secondo il presidente Opec, le prime due opzioni potrebbero non avere un impatto significativo sulle quotazioni.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)