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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (26/10/04)

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USA: ancora forte il settore immobiliare Usa: nel mese di settembre le vendite di case esistenti sono aumentate del 3,1%. Le vendite sono incrementate in tutti gli stati ad eccezione di quelli del sud, dove evidentemente ha pesato l’effetto uragani. Nel frattempo ad ottobre l’ottimismo degli investitori si è posizionato ai minimi dal mese di settembre 2003, secondo quanto evidenziato dall’indice Ubs/Gallup che monitora lo stato di fiducia con riferimento alla crescita, alla disoccupazione, al mercato azionario ed all’inflazione.

Più ottimista invece l’Ocse che nel suo report trimestrale Financial Market Trends ha dichiarato che il rialzo del prezzo del greggio insieme con il processo di rialzo dei tassi di riferimento da parte di alcune banche centrali, non ha intaccato l’aspettativa di fondo degli investitori di una continuazione del processo di crescita senza impatti inflativi di rilievo. A tal proposito l’Ocse ha citato le aspettative implicite nei prezzi dei titoli legati all’inflazione, che non hanno registrato un incremento malgrado il continuo rialzo del prezzo del greggio.

Nel frattempo vi sono state numerose dichiarazioni da parte di autorevoli esponenti di organismi internazionali (ad es. Rato del Fmi) e di banche centrali (ad es. Lambert della Bank of England) sulle possibili ripercussioni sulla crescita derivanti dall’elevato livello del prezzo del greggio. Continua inoltra il dibattito sulle prospettive della politica monetaria della Fed: si da per scontato un rialzo di 25bps il prossimo 10 novembre.

Aumenta invece il numero dei fautori (tra questi Goldman Sachs e JPMorgan) della tesi di un ulteriore rialzo di 25bps anche nel Fomc del 14 dicembre, al fine di contenere le eventuali spinte inflative. In tal caso riteniamo decisivi i dati sul mercato del lavoro in pubblicazione la prossima settimana ed agli inizi di dicembre. Sul mercato obbligazionario aumenta il numero degli analisti che non esclude la possibilità di una continuazione del rally al ribasso dei tassi, in previsione di un indebolimento del Dollaro, in particolare verso lo Yen, tale da indurre la Bank of Japan a riprendere la politica di interventi sul forex interrotta a partire dal 16 marzo di quest’anno, quando il Dollaro/Yen era su livelli prossimi a 109.

Europa: sostanzialmente stabile l’indice Ifo che ad ottobre è risultato pari a 95,3, dal 95,2 di settembre evidenziando i timori delle aziende circa le prospettive future di crescita. Secondo l’istituto che ne redige le stime, il mancato calo è giunto grazie ad una migliore percezione dell’andamento della domanda estera e nel settore delle costruzioni. Poco incoraggianti le prospettive della domanda interna.

Secondo il presidente Sinn le prospettive del mercato del lavoro rimangono ancora sfavorevoli e la ripresa economica del paese continua sebbene ad un ritmo minore rispetto a quanto anticipato in precedenza. A tale proposito ieri l’esecutivo, in occasione della presentazione delle stime di crescita, ha abbassato le previsioni per l’andamento del Pil per il 2005 portandolo all’1,7%, dall’1,8% precedentemente anticipato, mentre ha alzato le stime per il 2004 quando il Pil dovrebbe crescere dell’1,8%, dall’1,5% atteso.

Sempre in Germania la stima preliminare dell’inflazione ha evidenziato un tendenziale al 2,1%, in sensibile rialzo rispetto all’1,8% di settembre. Il dato ha risentito negativamente del rialzo del prezzo del greggio, ma la continua debolezza della domanda avvalora l’ipotesi di un assorbimento di tali spinte e di una continuazione del trend discendente del tendenziale almeno a partire da dicembre quando il dato avrà come confronto il +0,8% m/m del dicembre 2003.

Asia-Pacifico: stamani le borse della regione si presentano contrastate, ma senza grandi variazioni. A Tokio, l’indice azionario Nikkei 225 ha chiuso in aumento dello 0,12%, con l’indice generale Topix in calo dello 0,27% e con un recupero dei comparti assicurativo e bancario, mentre a perdere sono stati soprattutto i comparti del trasporto marittimo ed immobiliare. Bene i titoli del comparto tecnologico, come Advantest (+3,72%) e Tokyo Electron (+2,53%), dopo che Citigroup ha innalzato il proprio giudizio, citando i buoni risultati del processo di riduzione delle scorte.

Così come avvenuto in Europa il giorno prima, i timori legati al Dollaro debole hanno penalizzato i titoli delle imprese automobilistiche, i cui ricavi in Nordamerica varrebbero di meno in valuta locale. In Giappone, l’indice dei prezzi dei servizi pagati dalle imprese è calato più delle attese, segnando un –0,3% a/a in settembre, mentre l’indice della fiducia delle piccole imprese, è risultato pari a 49,5 in ottobre, sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente. Sul fronte forex, il vice ministro delle finanze Watanabe ha dichiarato che, nel caso di eccessivo rafforzamento dello Yen, potrebbe riprendere la politica di interventi da parte del governo.

Commodity: scende sotto i 55 $/b il prezzo del greggio dopo che il governo norvegese è intervenuto per la seconda volta quest’anno a mettere fine allo sciopero dei lavoratori del settore petrolifero. Secondo quanto affermato dalla Petrologistic, società di consulenza norvegese, ad ottobre i paesi Opec hanno rialzato la produzione di greggio di 200 mila b/g, portando il totale compreso l’Iraq a 30,7 Mln b/g.

L’incertezza sull’economia globale legata al caro-greggio ha penalizzato le quotazioni dei metalli industriali come rame, alluminio e nickel.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)