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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (25/1/05)

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USA: in una giornata senza spunti dal lato macro si è comunque assistito ad un calo marcato del mercato azionario, soprattutto nel settore dei semiconduttori. Il Nasdaq da inizio anno presenta al momento una perdita in valuta locale di circa l’8% a fronte di una perdita di circa il 13% dell’indice dei semiconduttori di Filadelfia.

Oggi inizia la settimana dal punto di vista macro con la pubblicazione dell’indice della fiducia dei consumatori di gennaio: è atteso un calo rispetto al mese precedente per la temuta penalizzazione derivante dal calo dei prezzi azionari insieme con il forte rialzo del prezzo del petrolio. Recentemente l’indice preliminare pubblicato dall’università del Michigan ha già segnalato un sensibile ridimensionamento della fiducia dei consumatori.

In serata vi sarà inoltre l’asta sul titolo ventennale legato all’inflazione da 8Mld$ oltre che la trimestrale di Texas Instruments. Oggi il Congressional Budget Office pubblicherà le stime aggiornate sul deficit di bilancio per il 2005 e gli anni successivi. Ricordiamo che tali previsioni sono effettuate sulla base della legislazione vigente. Pertanto non terranno conto delle richieste di spese aggiuntive che Bush probabilmente richiederà al Congresso agli inizi di febbraio.

In particolare l’attesa è per una richiesta di ulteriori 80Mld$ per finanziare la permanenza militare in Iraq.

Europa: il presidente della Bce, Trichet, in un’intervista al ‘Les Echos’ ha messo in guardia i mercati finanziari dai pericoli derivanti dalla debolezza del dollaro, dal rincaro dei prezzi petroliferi e dai deficits gemelli statunitensi. Relativamente al patto di stabilità ha dichiarato che potrebbe essere migliorato e che alcuni cambiamenti saranno apportati al più presto.

Sui tassi ha ribadito che l’attuale livello è coerente con l’obiettivo di stabilità dei prezzi, sebbene l’istituto continuerà a rimanere vigile sugli sviluppi economici futuri al fine di garantire la stabilità nel medio lungo periodo. Il capo della Bce, fa quindi intendere che al momento non vi sono motivi per apportare cambiamenti al livello dei tassi, ma il protrarsi dell’attuale situazione sul mercato dei cambi potrebbe portare il board ad intervenire.

Una conferma dell’intervista di Trichet giunge dalle dichiarazioni di Issing, capo economista della Bce, secondo cui al momento l’incremento dei corsi petroliferi non si è riflesso in un incremento dei salari, riducendo il rischio di spinte inflative. Dal lato macro si segnala il rialzo degli ordini industriali dell’area euro che a novembre sono cresciuti del 12,2% a/a dal –0,1%. Tra le sottocomponenti, crescono gli ordinativi per il settore dei metalli di base (+15,3% a/a da 6,5%) e dei trasporti (27% a/a –1,5%).

In particolare, l’incremento è stato trainato dalla Francia (21,7% a/a da –2,4%) in cui si è assistito ad un forte incremento degli ordini provenienti dalle ferrovie. Deboli le vendite al dettaglio italiane che a novembre sono scese dello 0,4% a/a dal –2,7%, con un calo sia nella grande che nella piccola distribuzione. Deludenti le attese di crescita della Germania. Secondo quanto riportato dal bollettino mensile della Bundesbank, il quarto trimestre 2004 sarà debole come il terzo, con una crescita dello 0,1% t/t.

Secondo i quotidiani ‘Bild’ e ‘Berliner Zeitung’, il governo, nel rapporto che dovrebbe essere pubblicato il 26 gennaio, ha intenzione di rivedere in lieve calo le proprie stime sulla crescita del Pil 2005 all’1,6%, dall’1,7% precedentemente annunciato.

Asia-Pacifico: l’indice azionario nipponico Nikkei 225 ha chiuso oggi in calo dello 0,11%, vicino ai minimi da un mese a mese a questa parte, trascinato al ribasso dall’annuncio del produttore di chip Elpida Memory di aver sostanzialmente rivisto al ribasso le proprie previsioni di utile per l’anno, soprattutto per via del rallentamento della domanda da parte dei produttori di elettronica di consumo, a cui si è aggiunto l’annuncio da parte della sudcoreana LG Electronics di un calo dell’utile operativo trimestrale del 52% a/a.

Sorprendente il PIL reale cinese che nell’ultimo trimestre del 2004 è cresciuto del 9,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, con un PIL per l’intero anno anch’esso cresciuto del 9,5% rispetto al 2003, ben più dell’attesa di un rallentamento ad una crescita dell’8,9%.

A moderare i timori di un surriscaldamento dell’economia, i primi segnali di una crescita più equilibrata, con un incremento di consumi ed esportazioni, una crescita della produzione industriale in linea con le attese, ed un indice dei prezzi al consumo che, in dicembre, ha segnato un +2,4% a/a. In conferenza stampa, Li Deshui, capo del National Bureau of Statistics nonché membro della banca centrale cinese, ha ribadito come, al momento, non sussistano le condizioni per una variazione nel regime di cambio di Pechino, e che qualsiasi cambiamento richiederà un lungo processo di preparazione.

Commodity: in lieve rialzo il prezzo del greggio dopo il forte incremento di venerdì che ha visto le quotazioni crescere del 3%. I sabotaggi prima delle elezioni in Iraq del 30 gennaio, il possibile taglio della produzione Opec e la minaccia di scioperi in Nigeria potrebbero continuare a sostenere i prezzi per diversi giorni ancora. A questo si aggiunge il calo delle temperature statunitensi.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)