MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (24/2/05)

di Redazione Wall Street Italia
24 Febbraio 2005 13:35

USA: il dato sull’indice dei prezzi al consumo statunitense di gennaio ha evidenziato una variazione mensile in linea con le attese, sia in termini generali che core. La media mobile a 6 mesi del tendenziale annuo dell’indice core (richiamata anche da Greenspan nell’audizione al senato come indice di moderazione dei prezzi) è rimasta ancora al 2%, sebbene il tendenziale del mese di gennaio sia arrivato ai livelli massimi dall’agosto del 2002.

Le componenti che hanno registrato variazioni positive più marcate sono state quella automobilistica, quella inerente la spesa sanitaria ed infine i tabacchi. I servizi, che rappresentano circa il 60% dell’indice generale, hanno registrato un tendenziale annuo del 3% da 3,1%. Nel complesso viene per ora confermato il quadro disegnato dal capo della Fed che ha parlato di spinte inflative ben contenute.

Il settore dei servizi (il cui tendenziale annuo è in prossimità del 3% dalla fine del 2003), ha per ora ben bilanciato le pressioni venute invece dai beni, determinate in gran parte dal rialzo dei prezzi delle materie prime. Le aziende Usa però non hanno ancora recuperato potere sui prezzi, essendo costrette ad incamerare (sotto forma di riduzione dei margini) gli incrementi registrati a monte in termini di prezzi alla produzione.

Le attese minute del Fomc dell’1-2 febbraio hanno evidenziato la possibilità della continuazione della fase di rialzo dei tassi da parte della Fed, condizionata dal tenore dei dati macro che verranno pubblicati. La discussione sul tema della fissazione di un target d’inflazione ha evidenziato una spaccatura all’interno del board tra le due opposte correnti di pensiero.

Europa: negative le notizie provenienti dalle industrie italiane e tedesche. L’indice di fiducia delle imprese italiane a febbraio è passato a 86,8 da 88,7, sottolineando la difficile situazione in cui versano le società italiane. Il calo è da attribuire in gran parte al rafforzamento dell’euro che ha penalizzato le esportazioni riducendo così le aspettative delle aziende.

Da evidenziare inoltre come il sottoindice relativo alla fiducia sugli ordinativi è sceso a –20 da –15, il valore più basso degli ultimi 13 anni, con una flessione sia della componente interna che estera. Sempre in Italia le vendite al dettaglio del mese di dicembre sono scese dello 0,5% a/a dallo 0,4%. Nell’intero 2004 si è registrato un calo dello 0,3% a fronte di un incremento del 2% del 2003. In linea con quanto visto in Italia, l’indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche a febbraio ha registrato un calo sia della componente corrente che di quella prospettica. Responsabile è la difficile congiuntura del paese con l’euro che continua a penalizzare le esportazioni ed il mercato del lavoro stagnante.

Nerb, capo economista dell’istituto, si è mostrato piuttosto preoccupato per la crescita economica del paese indicando la possibilità di un taglio alle stime di crescita previste all’1,2%. Secondo quanto dichiarato in forma anonima da alcune fonti vicine alla Bce, sarebbe molto bassa la possibilità di un rialzo dei tassi prima dell’estate, a causa della debolezza registrata a fine 2004 dall’economia europea.

Asia-Pacifico: in rialzo, stamani, le maggiori borse della regione, aiutate anche dal rimbalzo delle borse statunitensi il giorno precedente, con l’indice azionario Kospi 200 a Seoul che ha chiuso in guadagno di ben l’1,82%, mentre l’indice Nikkei 225 ha limitato il proprio avanzamento a +0,27%, con il buon recupero dei titoli nipponici dell’acciaio (rispetto al terreno perso la sessione precedente per l’impennata del costo della materia prima) a venir in parte compensato dal freno su altri settori imposto dalle preoccupazioni per l’alto prezzo del petrolio, minerale per il quale il Sol Levante importa la quasi totalità del proprio fabbisogno.

In Giappone la variazione tendenziale annua in gennaio delle vendite nei grandi magazzini è risultata del +0,9%, dal –2,6% di dicembre, mentre quella delle vendite dei supermercati è risultata del –3%. Per questa stessa mattina è attesa la pubblicazione del Pil reale di Taiwan nel quarto trimestre del 2004, mentre per domani ci sono dati macroeconomici in uscita per la Corea del Sud (partite correnti di gennaio) ed ancora per Taiwan (ordinativi dall’estero, produzione industriale e disoccupazione per il mese di gennaio).

L’indiscrezione di stampa, non smentita ad ora, secondo la quale autorità di Giappone, Cina, Corea del Sud e dei paesi dell’Asean si sarebbero incontrate a Bangkok il 22 febbraio per discutere il problema dell’indebolimento del Dollaro, affrontando anche la questione della rivalutazione della valuta cinese, ha attirato nuovamente l’attenzione degli operatori sui cambiamenti che potrebbero essere dietro l’angolo per il sistema monetario internazionale.

Commodity: restano sopra i 51 $/b le quotazioni del greggio in attesa della pubblicazione di oggi dei dati sulle scorte statunitensi e dietro la speculazione di un calo delle temperature europee e statunitensi. L’Opec, che a partire da ottobre ha ridotto la sua produzione, si è mostrato piuttosto preoccupato per l’attuale livello dei prezzi dichiarando che se la situazione non cambierà i paesi sono pronti ad aumentare la produzione, allontanando i timori di un possibile taglio della produzione in occasione della riunione del 16 marzo.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)