USA: l’attenzione degli operatori è stata interamente focalizzata sull’andamento del cambio. L’annuncio da parte di un esponente della banca centrale russa della presa in considerazione dell’ipotesi di incremento delle riserve valutarie in Euro, ha ancora una volta indebolito il Dollaro che ha segnato nuovi minimi record verso Euro.
La Russia a metà novembre aveva raggiunto un livello record di riserve valutarie (113Mld$) con possibilità di rapidi e forti incrementi nei prossimi mesi grazie alle esportazioni di petrolio effettuate a livelli di prezzo del greggio ancora molto elevati. La banca centrale russa aveva recentemente già annunciato un incremento delle riserve in Euro, portate al 25-30% dal 10% di due anni fa. Le dichiarazioni del banchiere centrale russo potrebbero riflettere un atteggiamento già in essere anche da parte delle principali banche centrali asiatiche, principali detentori al mondo di riserve in Dollari.
Emerge pertanto un nuovo atteggiamento da parte delle banche centrali, più propense ora a tenere conto anche degli effetti dell’andamento dei mercati finanziari nelle loro decisioni in merito alla valuta ed alla scadenza degli asset detenuti in portafoglio. Si tratta di un comportamento che sta impattando notevolmente sia sul mercato forex che su quello obbligazionario, contribuendo a mantenere i tassi su livelli ancora relativamente contenuti (malgrado gli ultimi positivi dati Usa) con una netta preferenza a favore dei bond europei.
Sul fronte corporate segnaliamo che ieri la Semiconductor International Capacity Statistics, che raggruppa i principali produttori al mondo di chip, ha evidenziato che nel terzo trimestre è stato registrato un calo del tasso di utilizzo impianti, per la prima volta negli ultimi 2 anni. Inoltre è aumentato anche il livello delle scorte a causa del rallentamento della domanda. Intel ieri ha perso circa il 3%, in seguito anche ad un report di Csfb che segnalava la possibilità che il principale produttore mondiale di microprocessori possa essere penalizzato da un eccessivo livello di capacità produttiva.
Europa:la lettura finale del Pil tedesco del terzo trimestre dell’anno ha confermato un rallentamento della crescita registrando un incremento dello 0,1% t/t, dal +0,4% del trimestre precedente. Poco incoraggiante lo spaccato del dato che ha evidenziato come i consumi privati continuino a contrarsi (-0,7% a/a, dal –1,1% del trimestre precedente) e le esportazioni rallentino il loro tasso di crescita (+7,1% a/a, dal +12,2%), mentre torna a crescere la spesa pubblica (+0,1% a/a, dal –0,2%).
L’andamento delle esportazioni preoccupa soprattutto alla luce del continuo apprezzamento dell’Euro. A tale proposito in Italia le esportazioni verso i paesi non appartenenti all’area euro hanno registrato un forte calo (-7,5% a/a, dal +16% di settembre). In disaggregato il dato ha evidenziato una caduta delle esportazioni verso gli Usa (-7,1%, da –6,6%) e verso il Giappone (-22%, dal +1,1%). Anche l’associazione bancaria europea ha affermato che l’apprezzamento dell’Euro ed il caro petrolio rappresentano i due principali rischi per la crescita che comunque dovrebbe accelerare nel 2005 al 2%, dall’1,8% del 2003. L’associazione si attende tassi di intervento fermi per tutto il 2004 da parte della Bce, con un incremento di 0,5% nella seconda metà del 2005.
Asia-Pacifico:persiste la correlazione negativa tra le maggiori borse della regione, oggi in rialzo, e le borse di Shanghai e Shenzen, in calo rispettivamente dello 0,88% e dell’1,16% rispettivamente. La borsa di Tokio, dopo la pausa di ieri per festività nazionale, ha chiuso sostanzialmente invariata, dopo che nell’arco delle precedenti cinque sessioni aveva perso il 3,37%, e con buoni guadagni per i titoli del trasporto marittimo e del petrolio e carbone.
Bene i titoli dei colossi finanziari Mizuho Financial Group (+1,14%) e Sumitomo Mitsui Financial Group (+0,71%), grazie ad una sempre più diffusa percezione che, almeno per i grandi gruppi, il problema dei crediti in sofferenza sia ormai in via di risoluzione. Sempre in Giappone, oggi l’indice del livello di attività economica nel settore dei servizi in Settembre ha lievemente sorpreso in positivo, registrando un incremento dello 0,1% sul mese, mentre l’analogo indice relativo all’intera economia è invece sceso dello 0,1%, in linea con le attese.
Commodity: ieri a New York il corso del futures sul greggio WTI ha chiuso in rialzo dello 0,62%. Diversi osservatori hanno, spiegato i recenti movimenti facendo riferimento al processo di svalutazione del Dollaro ed ai rinnovati timori circa l’adeguatezza dell’offerta di gasolio da riscaldamento sui mercati nordamericano ed europeo. In tal senso, particolare valenza potrebbe assumere, oggi, il dato sulle scorte statunitensi di distillati, oltre che quelle di greggio.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)