USA: l’indice sintetico sui c.d. leading indicators del mese di agosto ha registrato il terzo calo mensile consecutivo, con una contribuzione negativa di 6 sottocomponenti su 10. La variazione negativa per tre mesi successivi, rende più verosimile l’ipotesi di un rallentamento non temporaneo dell’economia. Tra le componenti che hanno agito in senso negativo, segnaliamo soprattutto lo spread di curva (T-note 10 anni meno tasso overnight) che ha registrato una forte riduzione.
Di rilievo anche la contribuzione negativa degli ordinativi di beni capitali al netto del settore difesa (-0,05%). Si tratta di una componente stimata dal Conference Board in assenza del dato ufficiale che verrà pubblicato invece oggi. Tale dato è importante soprattutto nella parte core (al netto cioè del settore difesa ed aereo). L’atteso calo del dato generale è da attribuire soprattutto alla riduzione degli ordinativi di aerei da parte dei Boeing. Lo scorso mese tale comparto aveva avuto un’eccezionale crescita mensile di circa il 100%.
Superiori alle attese i sussidi per la disoccupazione settimanali, influenzati negativamente dall’effetto uragani Charley e Frances che hanno evidentemente causato un maggior numero di licenziamenti temporanei da parte di aziende danneggiate dalle avverse condizioni metereologiche. L’effetto uragani dovrebbe pesare anche sul più generale dato sui non farm pay rolls in pubblicazione l’8 ottobre p.v. le cui stime preliminari cominciano ad essere concentrate nel range 100.000/140.000 unità dalle precedenti 200.000. Le minute del Fomc del 10 agosto hanno evidenziato l’intenzione della Fed di procedere ad una serie di rialzi in modo da azzerare i Fed funds in termini reali ed impedire in tal modo l’emergere di spinte inflative. La Fed ha attribuito il rallentamento del mercato del lavoro ai guadagni in termini di produttività ed all’aumento dei benefit costs. Inoltre si è dichiarata ottimista sulla possibilità di recupero dell’economia. In Brasile il tasso di disoccupazione di agosto ha registrato il primo incremento negli ultimi 5 mesi, a causa soprattutto dell’aumento del numero di persone in cerca di lavoro, conseguenza dell’aumento dei salari in un contesto di crescita più sostenuta.
Europa: inatteso il calo registrato dalle vendite al dettaglio italiane che a luglio sono scese dello 0,3% a/a dal 2% di giugno. All’interno del dato si evidenzia la divergenza tra le imprese della grande distribuzione, risultate in rallentamento (1,4% a/a da 2,9%), ed i piccoli negozi le cui vendite sono scese dell’1,4% dall’1,2%.
Bene il settore alimentare, mentre scende quello non alimentare, a conferma di come i consumatori preferiscono indirizzare gli acquisti sui beni di prima necessità.
Rallentano le pressioni inflative in Germania, dove i primi dati relativi ai prezzi dei laenders hanno evidenziato un calo dell’inflazione, guidata in particolare dal calo dei beni alimentari. L’aumento della disoccupazione, passata dal 10,2% di gennaio al 10,6% di agosto, ha limitato le spese da parte dei consumatori rendendo più difficile per le imprese trasmettere sui prezzi l’aumento dei costi energetici. Il dato confermerebbe quanto già dichiarato da Trichet e da altri esponenti della Bce e cioè che al momento, malgrado i rincari dei prezzi petroliferi, non sussistono rischi di pressioni inflative.
Dal lato societario Philips, confermando la debolezza del settore dei semiconduttori, ha ridotto le stime di vendita di chip e fatturato per il terzo trimestre.
Asia-Pacifico: in Giappone, l’indice azionario Nikkei 225 ha oggi segnato un declino dell’1,13% dopo la chiusura del mercato ieri per festività, portandosi sotto quota 11.000 sui livelli minimi da oltre un mese. L’indice economico del settore terziario, che monitora il livello di attività delle imprese di servizi ed è molto seguito dagli osservatori professionali, è sceso a sorpresa in luglio, registrando un calo dello 0,8% rispetto al mese precedente, su base destagionalizzata, contro un’attesa mediana degli analisti di un +0,2%, mentre l’indice All Industry Activity è calato dello 0,6% m/m nello stesso periodo, sempre in termini destagionalizzati. Le vendite dei grandi magazzini in agosto sono calate del 4,8% rispetto ad un anno prima, provenendo dal calo dell’1,3% di luglio. A beneficiarne è stato l’obbligazionario nipponico, con il tasso decennale governativo sceso a 1,42%, il livello più basso da circa sei mesi.
Commodity: ieri il prezzo del greggio ha nuovamente raggiunto i 49 $/b dietro i timori che l’uragano Jeanne, che dovrebbe giungere in Florida domani, possa aumentare l’entità dei danni dei precedenti cicloni. Inoltre gli ultimi residui dell’uragano Ivan stanno rendendo difficoltoso il ripristino delle attività petrolifere nel Golfo del Messico. Tuttavia le dichiarazioni della Casa Bianca secondo cui il Dipartimento dell’Energia sta valutando la richiesta dei produttori della Costa del Golfo di prendere a prestito parte della riserva strategica di petrolio per evitare una carenza delle forniture, ha determinato un calo delle quotazioni. Il portavoce della Casa Bianca ha dichiarato che il Dipartimento fornirà maggiori dettagli prossimamente, anche se è opinione di molti che la proposta molto probabilmente sarà accettata.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)