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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (23/07/04)

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USA: delude il dato sui leading indicators che a giugno è sceso dello 0,2% m/m, dal +0,4% a sua volta rivisto al ribasso. Il dato tendenziale, buon anticipatore dell’andamento della produzione industriale nei 4-6 mesi successivi, ha evidenziato il secondo calo consecutivo, facendo emergere dubbi sulla tenuta della crescita della produzione industriale statunitense.

Poco variati sebbene migliori delle attese i nuovi sussidi alla disoccupazione che nella settimana conclusasi il 17 luglio scorso hanno registrato un calo di 6 mila unità rispetto alla settimana precedente. Sebbene si tratti di un dato volatile, il calo è abbastanza incoraggiante tenendo conto che solitamente il mese di luglio risente negativamente della chiusura estiva degli stabilimenti automobilistici. Vi sono alcune case di investimento come Goldman Sachs che hanno incrementato le loro stime sui non farm payrolls di luglio portandole da 250.000 a 300.000.

A mercati chiusi la trimestrale di Microsoft ha evidenziato buoni dati con riferimento all’attività caratteristica, con utili trimestrali saliti dell’81% grazie al buon andamento delle vendite di software. Nell’after hour il titolo ha però perso circa il 2% in seguito alle prospettive di utili inferiori a quanto precedentemente stimato in seguito soprattutto all’attesa diminuzione dei proventi derivanti dalla enorme quota di cash (circa 60Mld$) di cui finora Microsoft aveva beneficiato. Infatti a fine anno verranno distribuiti circa 30Mld$ sotto forma di dividendi. La redditività sull’investimento della quota di cash è comunque già scesa nell’anno fiscale chiusosi a fine giugno, passando dal 7,3 al 5%, con la prospettiva per l’anno in corso collocata nel range 2-3%.

Sotto le stime degli analisti gli utili riportati da Amazon (il quarto trimestre consecutivo in utile) che ha perso circa il 4% nell’after hour. In Brasile, la banca centrale ha mantenuto i tassi fermi al 16% allo scopo di tenere sotto controllo l’inflazione che a giugno è passata dal 5,15 al 6%. Il target governativo sui prezzi è collocato al 5,5% ed al 4,5% per il 2004 e 2005 rispettivamente.

Europa: in occasione della presentazione del rapporto semestrale sull’andamento dell’economia italiana, l’Isae ha leggermente rivisto al rialzo le stime di crescita dell’Italia, portandole all’1,3%, dall’1,2% precedentemente atteso e lasciando invariata la stima per il 2005 al 2%. Secondo l’istituto, per il 2004 il deficit/Pil dovrebbe raggiungere il 2,9% ed in assenza di provvedimenti correttivi il rapporto potrebbe raggiungere il 4,2% nel 2005.

Poco incoraggianti anche le notizie relativamente allo stock di debito. L’Isae stima un rapporto debito/Pil al 106,1 nel 2004, rispetto al 105,7% precedentemente stimato e per il 2005 il dato dovrebbe essere pari al 106,7%. Dalla Francia è giunto qualche segnale di recupero della domanda interna. A giugno la spesa per consumi è infatti cresciuta del 4,2% m/m mettendo a segno l’incremento mensile più forte degli ultimi 8 anni. Il dato comunque dovrà essere confermato nei prossimi mesi dal momento che la lettura di giugno è stata in gran parte trainata dalle vendite di fine stagione. In rialzo la bilancia commerciale dell’intera area Euro.

Asia-Pacifico: chiusura negativa per la borsa di Tokyo. Il Nikkei ha ceduto lo 0,87%, il secondo calo consecutivo trainato in particolare dalla debolezza di società esportatrici quali Honda e Canon sui timori che possa rallentare la domanda nei principali mercati di sbocco. In calo anche i tecnologici in attesa dei risultati trimestrali delle principali società del listino, in programma la prossima settimana.

Dal lato macro in Giappone si è registrato un forte calo dell’indice dell’industria terziaria che a maggio è sceso dell’1% dal 2,2%, il primo calo negli ultimi tre mesi. La flessione è da attribuire in particolare alla diminuzione del commercio al dettaglio e all’ingrosso. Relativamente agli investimenti esteri, nella settimana conclusasi il 16 luglio gli acquisti netti di bond da parte degli investitori stranieri sono scesi a 132,6 Mld da 343,1 della settimana precedente; mentre gli acquisti netti di azioni sono saliti a 161,9 Mld da 15,2. In lieve indebolimento lo Yen che contro Dollaro è tornato in prossimità della soglia dei 110.

Commodity: il segretario generale del Cartello, Yusgiantoro, durante una conferenza stampa, ha dichiarato che al momento i paesi membri stanno producendo 2 Mln b/g oltre le quote ufficiali e che si trovano al limite della propria capacità produttiva, che potrebbe aumentare fino a 2,5-3 Mln b/g grazie a nuovi investimenti. Il segretario ha infine dichiarato che l’Organizzazione sta valutando l’idea di modificare i target di prezzo nella riunione del 15 settembre.

Resta sostenuto il prezzo del greggio aggravato anche dai timori che la principale società petrolifera russa, Yukos, possa dichiarare la bancarotta e dall’aumento inferiore alle attese delle scorte di gas naturale. Per la prima volta dopo quattro cali consecutivi, il prezzo del rame è salito in seguito a rinnovati timori di sciopero in Cile.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)