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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (23/03/04)

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USA: le borse Usa hanno chiuso con un calo di oltre l’1%, in seguito soprattutto alle rinnovate tensioni geopolitiche. L’indice S&P500 si è posizionato sui livelli minimi degli ultimi 3 mesi. Il sottoindice di Filadelfia sui semiconduttori si è attestato invece sui minimi degli ultimi 5 mesi.

E’ intanto iniziata la lunga serie di discorsi che di esponenti della Fed che accompagnerà la settimana in corso. Ieri Broaddus, capo della Fed di Richmond, ha dichiarato che il calo del costo del lavoro unitario insieme alla bassa crescita salariale lasciano ancora aperto il rischio disinflazione. Lo stesso Broaddus ha aggiunto che, malgrado l’espansione dell’economia, al momento ancora non vi sono segnali di miglioramento sul mercato del lavoro.

Leggermente diverso invece il tenore delle dichiarazioni di Moskow, capo della Fed di Chicago, il quale, pur ribadendo che è prematuro temere un rialzo dei prezzi, dall’altro lato si è detto fiducioso sul fatto che l’occupazione migliorerà grazie alla solida ripresa in atto della crescita. I due esponenti citati non fanno parte attualmente del Board votante sui tassi.

In ogni caso le differenti dichiarazioni sul tema occupazionale potrebbero essere sintomatiche di due possibili scuole di pensiero all’interno del Fomc, l’una più incline ad ipotizzare un miglioramento del mercato del lavoro e pertanto più disponibile verso l’ipotesi di manovre sui tassi, l’altra molto più cauta e preoccupata dal ritardo della reazione del mercato del lavoro rispetto alla crescita dell’economia.

Nel frattempo i tassi d’interesse manifestano un’incapacità a rompere al ribasso il livello soglia del 3,70% sul tratto decennale, malgrado le ulteriori tensioni geopolitiche emerse in questi giorni. Gli operatori guardano molto attentamente anche la chiusura dell’anno fiscale giapponese che potrebbe portare ad un atteggiamento molto meno interventista sul forex da parte di BoJ e di conseguenza minori acquisti di Treasuries da parte della stessa BoJ.

Euro: gli attentati terroristici di Madrid continuano ad impattare negativamente sulla fiducia in area Euro. Questa mattina la fiducia dei consumatori italiani aggiustata per la stagionalità ha registrato un lieve incremento (a 100,8, da 100 di febbraio) rimanendo comunque su valori piuttosto bassi.

L’indice è stato calcolato su questionari che per il 13% sono stati consegnati dopo la strage spagnola, evento che ha impattato in modo consistente sulla lettura finale. Secondo l’Isae infatti l’impatto negativo degli attentati madrileni è stato molto più forte rispetto a quello avuto dall’11 settembre.

Le autorità monetarie comunque continuano a rimanere caute circa gli effetti negativi che un’escalation del terrorismo potrebbe avere sulla fiducia sia delle imprese che dei consumatori dell’area Euro. Ieri alcuni esponenti della Bce hanno dichiarato di essere ottimisti circa la ripresa attendendosi un recupero graduale del ciclo, anche se non sono mancate voci fuori dal coro.

Il banchiere centrale irlandese, Hurley, ha affermato che in area Euro i consumi continuano a rimanere molto deboli e questo potrebbe penalizzare la performance dell’economia per il 2004. Si tratta per adesso di posizioni isolate che non dovrebbero sfociare in una variazione di politica monetaria in occasione della prossima riunione in calendario per giovedì 1° aprile, ma che nel medio periodo, in presenza di un Euro in rafforzamento, potrebbero generare un atteggiamento più accomodante nei confronti dei tassi di interesse.

Jap: segnali incoraggianti sono giunti dall’indice dell’attività produttiva che a gennaio è cresciuto del 2,6% m/m, dal –0,3%. In forte ripresa anche il settore terziario. L’indice relativo al terziario a gennaio è, infatti, salito al 2,6% m/m da +0,3%. Continuano le pressioni sul mercato dei cambi con lo Yen sceso sotto 107 contro dollaro.

Il governatore della BoJ, Fukui, ha espresso in proposito delle perplessità, mostrandosi preoccupato per l’impatto che il cambio potrà avere sulla fiducia delle imprese e sulla ripresa economica. Tuttavia al momento sono le notizie che giungono dal fronte geopolitico che condizionano l’andamento dei mercati. Il Nikkei infatti per la terza seduta consecutiva ha chiuso in calo, cedendo lo 0,33%.

Commodity: poco variate le quotazioni petrolifere dopo la diffusione della notizia secondo cui l’Opec sarebbe intenzionata a posticipare i tagli produttivi previsti per il 1° aprile. La questione sarà comunque discussa nella riunione di fine mese. I timori di nuovi attentati terroristici e le notizie poco positive provenienti dal Medio Oriente continuano tuttavia a sostenere le quotazioni petrolifere ed aurifere (415 $/oncia).

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)