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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (21/06/04)

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USA: il deficit di partite correnti ha raggiunto il nuovo livello record nel corso del primo trimestre, posizionandosi a quota $144,9Mld, pari al 5,1% del PIL, rispetto al 4,6% registrato nell’ultimo trimestre del 2003. L’allargamento del disavanzo commerciale ha particolarmente pesato sul dato. Nei primi tre mesi del 2004 il disavanzo commerciale è risultato pari a 136,9 Mld di $ rispetto ai 125,5 dei tre messi precedenti. L’allargamento del deficit di partite correnti ha generato qualche pressione sul dollaro vs Euro, anche se il cross continua a muoversi in trend laterale.

Secondo quanto dichiarato dallo stesso Greenspan la scorsa settimana “i mercati finanziari sono sufficientemente flessibili da consentire un aggiustamento graduale dei deficit esterni in modo da non urtare la ripresa economica”.

L’attesa di un aggiustamento graduale unita ad rialzo dei tassi da parte della Fed nel breve periodo potrebbe bilanciare le deludenti notizie che giungono dalla bilancia dei pagamenti. Nel medio periodo comunque, lo squilibrio di partite correnti e una moderazione nella fase di rialzi da parte della banca centrale statunitense potrebbero tornare a gravare sul biglietto verde.

A fine della scorsa settimana il senato ha confermato per la quinta volta consecutiva la nomina di Greenspan a presidente della Fed. La permanenza di Greenpsan a capo della Fed è la più lunga dopo William Mc Chesney Martin Jr che è rimasto in carica dal 1951 al 1970. La settimana offrirà pochi spunti dal lato macro con i primi dati rilevanti in calendario a partire da giovedì quando saranno diffusi gli ordinativi di beni durevoli ed i sussidi alla disoccupazione, per continuare venerdì con l’ultima lettura del Pil relativo al primo trimestre 2004.

Europa: in Italia si è registrato ad aprile un buon andamento di ordinativi e fatturato industriali che, su base annua, hanno segnato una variazione del 3,4% e del 7,9% rispettivamente. In entrambi i casi è stata soprattutto la componente estera ad influenzare positivamente il dato.

In settimana è attesa la pubblicazione di alcuni indici di fiducia e del cpi di Francia e Germania. L’attenzione sarà rivolta in particolare alla pubblicazione per il mese di giugno dello Zew e dell’Ifo in calendario martedì e venerdì rispettivamente. Tra gli altri indicatori anticipatori ricordiamo la fiducia delle imprese italiane e belghe per il mese di giugno. Infine, relativamente alla crescita mercoledì saranno diffusi i dati sulle vendite al dettaglio italiane per il mese di aprile e le spese per consumi francesi di maggio attese in rialzo.

Asia-Pacifico: in Giappone l’indice azionario Nikkei 225 ha sperimentato un netto recupero questa notte, facendo registrare una variazione dell’1,92%, in un contesto di ottimismo circa la possibilità che i report economici di questa settimana sanciscano definitivamente l’accelerazione della crescita nipponica e statunitense, inducendo le aziende a rivedere al rialzo le previsioni di utile per i prossimi trimestri.

Il titolo Toyota, azienda il cui profitto operativo è generato per l’80% in Nordamerica, è cresciuto del 2,34% a Tokio, mentre Samsung (+2,21%), maggior esportatore sudcoreano, ha contribuito al rialzo dell’1,33% dell’indice Kospi 50.

A contribuire al movimento al rialzo sono stati anche la fase di stabilizzazione dei prezzi del petrolio e il dato di maggio sugli ordinativi nipponici di macchinari industriali, cresciuti più del previsto del 55,2% nell’arco di anno.

Il sensibile rialzo del rendimento dei titoli governativi con scadenza a dieci anni registrato la scorsa settimana unito al deludente dato sulle partite correnti statunitensi hanno contribuito al rafforzamento dello yen nei confronti del dollaro, consentendogli di raggiungere il massimo da otto settimane a questa parte.

Contrastate le altre borse asiatiche, con l’indice Hang seng che perdeva lo 0,42% ad Hong Kong, il Taiex lo 0,23% a Taipei, lo Straits Times sostanzialmente invariato a Singapore ed il FTSE Xinhua China 25 in calo dello 0,79%.

Commodity: il ripristino delle esportazioni in Iraq, dopo gli attentati alle infrastrutture degli ultimi giorni, hanno determinato un lieve calo delle quotazioni petrolifere.

Tra i metalli il calo della domanda cinese di nikel, ha determinato un calo delle quotazioni scese al livello più basso degli ultimi tre anni, mentre è rimasto poco variato il prezzo del rame dietro la speculazione che il rialzo dei tassi da parte della Fed e la volontà della Cina di rallentare la crescita economica del paese possano ridurre la domanda di rame. Tra i preziosi poco variate le quotazioni dell’oro.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)