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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (20/9/05)

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(WSI) –
USA: in una giornata caratterizzata dall’assenza di dati macro, il forte rialzo del prezzo del petrolio ha rappresentato ancora una volta il principale motivo di attenzione degli operatori, alimentando timori di possibili ripercussioni sulla crescita, dopo i primi segnali di rallentamento della fiducia dei consumatori emersi dalle ultime pubblicazioni di settembre.

Di conseguenza i tassi di mercato, hanno limato al ribasso i rialzi delle ultime giornate. In questo contesto si colloca il meeting di oggi della Fed. La possibilità di un rialzo dei tassi di 25bps è ritenuta pressoché certa da parte di operatori ed analisti. Il comunicato successivo sarà particolarmente rilevante per eventuali segnali di cambiamento da parte della Fed nella gestione della politica monetaria. Le ultime minute del Fomc insieme con i discorsi di alcuni membri Fed successivi al passaggio dell’uragano Katrina, hanno evidenziato come la preoccupazione della banca centrale Usa rimanga al momento incentrata sui rischi inflattivi derivanti dall’elevato livello del prezzo del greggio.

Di conseguenza continuiamo a ribadire la nostra attesa per la continuazione della politica di rialzi graduali dei tassi anche nei prossimi due meeting del 2005. Segnaliamo che le attese di mercato differiscono da tale view, contemplando per fine anno la possibilità di un solo ulteriore rialzo dei tassi dopo quello atteso per oggi.

Europa: l’istituto di ricerca tedesco HWWA ha ridotto le stime di crescita del 2005 dello 0,1% portandole allo 0,6% dallo 0,7%. Per il 2006 le stime sono state portate all’1% dall’1,3%. La correzione rifletterebbe il forte peso sulle spese delle famiglie rivestito dagli elevati prezzi del petrolio e di altri prodotti energetici.

Secondo l’istituto, la crescita del prossimo anno potrebbe essere anche troppo ottimistica e subire ulteriori riduzioni se continuerà ad esserci incertezza politica. La mancanza di decisione in tal senso potrebbe infatti rallentare le riforme strutturali necessarie al rilancio dell’economia tedesca. Le elezioni politiche si sono infatti concluse nel modo maggiormente indesiderato dagli investitori. Il partito conservatore CDU/CSU e i socialisti della SPD hanno entrambi perso seggi a vantaggio di FDP e sinistra (+52), che ha beneficiato dello scontento derivante dalle inadeguate riforme sociali avviate dalla SPD. La CDU/CSU gode di una maggioranza relativa di appena 3 seggi e non è in grado di governare con il solo appoggio dei liberali.

La Grande Coalizione CDU-CSU-SPD, sarebbe l’unica soluzione in grado di garantire la governabilità del paese, ma Schroeder, pur non negando questo scenario, ha dichiarato che non entrerà mai in una coalizione guidata dalla Merkel e ha chiesto di essere confermato come cancelliere. Il parlamento dovrà scegliere un cancelliere entro il 18 ottobre e se tutti i tentativi fallissero, dovranno essere convocate nuove elezioni.

Asia-Pacifico: alla riapertura della borsa di Tokio dopo la festività di ieri, e nella prospettiva di una settimana lavorativa che terminerà già giovedì, settimana scarna di dati macroeconomici, l’indice Nikkei 225, grazie ad acquisti per tutto l’arco della seduta, ha superato i 13.000 punti, livello che non raggiungeva dal 26 giugno del 2001, chiudendo stamattina in rialzo dell’1,47%. Molti gli acquisti sui titoli assicurativi, bancari, estrattivi e di materie prime ed energia. Doccia fredda sul fronte geopolitico, appena un giorno dopo lo storico accordo tra Corea del Nord e i paesi partecipanti ai colloqui a sei a Pechino, accordo sulla base del quale Pyongyang rinuncerebbe al proprio programma di armamento nucleare ed aderirebbe nuovamente al trattato internazionale di non-proliferazione: stamani i dirigenti del paese comunista, nello stile che li caratterizza, hanno fatto sapere di non essere disposti a fare alcun passo concreto nella direzione del disarmo finché non riceveranno i reattori ad acqua leggera dagli altri paesi, riproponendo la tensione di chi venga incontro all’altro per primo.

Commodity: ieri vi è stato l’annuncio di una nuova tempesta tropicale chiamata Rita, che oggi potrebbe trasformarsi in uragano ed aumentare i danni causati da Katrina. Secondo il National Hurricane Center, la tempesta trasformandosi in uragano potrebbe spostarsi oggi dalla Florida verso la Louisiana e raggiungere il Texas nel fine settimana. Gli stati contano il 44% della capacità di raffinazione Usa. I timori di un peggioramento dell’attività nel golfo del Messico hanno spinto al rialzo anche le quotazioni delle benzine e del gas naturale cresciute rispettivamente del 14,4% e del 13,6%. Termina oggi la riunione Opec iniziata ieri a Vienna. Secondo le prime anticipazioni è probabile che i paesi membri si accordino sull’impegno di mettere a disposizione 2 Mln b/g di capacità in eccesso qualora il mercato ne avesse bisogno.

A cura di A. Cesarano (Responsabile Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C. Pace (Economista).