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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (20/6/05)

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USA:il deficit di partite correnti Usa ha raggiunto nel primo trimestre il valore di 195,1Mld$, pari al valore record di 6,4% in termini di Pil.

Il 90% circa del deficit è stato spiegato dal disavanzo commerciale.
Anche i trasferimenti unilaterali hanno contribuito per 27,1Mld$ al deficit complessivo, a causa principalmente dei trasferimenti Usa collegati ai danni provocati dallo tsunami.

Risulta evidente pertanto che il driver principale che ha spiegato il trend di deprezzamento del Dollaro da circa 3 anni, non accenna a ridimensionarsi.

Il recente rafforzamento del Dollaro è piuttosto da collegarsi allo spostamento di focus da parte degli operatori sul tema dei differenziali di crescita e tassi. Inoltre, con riferimento all’Euro, pesa anche l’incapacità di raggiungere decisioni unitarie su temi importanti, emersa in modo palese dal recente Ecofin.

Segnali positivi in termini di fiducia dei consumatori: l’indice preliminare di giugno redatto dall’università del Michigan ha evidenziato un netto miglioramento posizionandosi ai livelli massimi degli ultimi 5 mesi grazie ad un contestuale rialzo sia della componente corrente che di quella prospettica, pur in presenza di livelli del greggio storicamente elevati nei primi giorni del mese corrente.

Alla luce però della continuazione del rally al rialzo del greggio, è lecito attendersi una revisione al ribasso dell’indice finale. La settimana in corso si presenta piuttosto scarna in termini di calendario macro.

Europa:i prezzi alla produzione tedeschi di maggio hanno registrato un sensibile rallentamento, grazie ad un ridimensionamento del prezzo del greggio.
L’andamento è stato abbastanza generalizzato con un trend simile emerso anche in Austria e Finlandia.

In accelerazione la produzione industriale in area Euro che ad aprile è salita dello 0,9% a/a, dal +0.1% di marzo.

Sotto pressione l’euro dopo il fallimento del vertice europeo in relazione al mancato accordo sul bilancio Ue. Il Consiglio europeo di Bruxelles ha fallito, sia nel dare una risposta ai due no di Francia ed Olanda al trattato costituzionale sia nel tentativo di approvare il nuovo bilancio per gli anni 2007-2013.

La disputa principale si è tenuta tra Uk e Francia sulla concessione dei sussidi al settore agricolo. Lo stesso primo ministro lussemburghese Junker ha dichiarato che l’Europa sta vivendo un periodo di profonda crisi. Ora la parola passerà alla prossima presidenza di turno che spetterà agli Uk.

Asia-Pacifico:a Tokio, stamani, l’indice azionario Nikkei 225 ha interrotto una sequenza positiva di sei sedute, chiudendo in calo dello 0,27%, pur dopo un’apertura di sessione in rialzo sulla scia della positiva performance delle borse nordamericane venerdì, quando gli investitori avevano mantenuto il loro ottimismo grazie alle buone notizie sul fronte dei consumi statunitensi, pur in concomitanza della fiammata del prezzo del petrolio.

Oggi sembrano aver invece prevalso i pessimisti, preoccupati dell’effetto che l’alto costo dell’energia potrà avere sulla crescita globale.

Sempre in Giappone, le vendite nei convenience store in maggio sono diminuite dell’1,9% rispetto allo stesso mese del 2004, mentre le minute delle riunioni del 19-20 maggio e del 28 aprile del comitato di politica monetaria della Banca del Giappone hanno rivelato come siano stati i membri Fukuma e Mizuno a votare contro il mantenimento dell’obiettivo operativo della banca centrale a ¥30.000-¥35.000Mld, in termini di consistenze dei depositi delle istituzioni finanziarie presso di questa, avendo suggerito invece una riduzione a ¥27.000-¥32.000Mld, a fronte della marcata riduzione nell’appetito per la liquidità da parte del sistema.

In Cina, le riserve valutarie sono marginalmente aumentate in maggio, raggiungendo l’equivalente di $691Mld, mentre JP Morgan, nonostante i rischi derivanti dal caro-petrolio, hanno lievemente innalzato la propria previsione di crescita per il colosso asiatico nel 2005 a +9,4%, da +9,3%.

Commodity: continua la corsa dell’oro nero che ha superato i 59 $/b.

A tirare su i prezzi hanno contribuito la notizia della chiusura dei consolati Usa, britannico e tedesco a Lagos in Nigeria, per il timore di un attentato terroristico ed il rischio che le raffinerie potrebbero avere alcune difficoltà a soddisfare la domanda di petrolio da riscaldamento statunitense e cinese.

Aumentano inoltre le preoccupazioni dell’impatto dei costi energetici sulla crescita economica.

Sale anche l’indice Crb (1% circa) all’interno del quale si registra anche un incremento dei comparti di metalli (+1,37%) e grano (+1,93%).

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)