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(WSI) – USA: l’indice che misura la fiducia dei costruttori di case ha raggiunto a dicembre il minimo degli ultimi 32 mesi, unendosi pertanto ad altre indicazioni giunte nelle scorse giornate in merito ad un possibile rallentamento del settore immobiliare, elemento quest’ultimo particolarmente rilevante per la spesa per consumi del prossimo anno. Sul mercato azionario gli indici hanno chiuso in negativo, in particolare quelli inerenti il settore tecnologico.
Non è stata sufficiente la buona performance del settore farmaceutico nell’ambito del quale sono risultati in forte rialzo Merck & Co e Pfizer con guadagni superiori al 7% in seguito a notizie favorevoli riguardanti alcuni brevetti. Il calo del settore tecnologico ha interessato principalmente i titoli dell’elettronica di largo consumo, per il timore di vendite natalizie deludenti. Oggi sono attesi i dati sui prezzi alla produzione di novembre. Le variabili sui prezzi saranno particolarmente monitorate dagli osservatori in vista anche del cambio al vertice della Fed che potrebbe comportare un focus maggiore sulla dinamica inflattiva.
Europa: la produzione industriale del mese di ottobre ha registrato un calo dello 0,8% m/m, dopo il –0.3% di settembre generando dubbi sulla tenuta della crescita nell’ultimo trimestre del 2005 per l’intera area Euro. In disaggregato i comparti più penalizzati sono risultati quello energetico (-1.6% a/a) e quello dei beni di consumo durevoli (-0.9% a/a). In accelerazione i prezzi alla produzione tedeschi cresciuti del 5% a/a a novembre dal +4.6% di ottobre.
Il dato, che ha risentito di un effetto confronto particolarmente negativo, conferma comunque l’assenza di spinte inflattive dal lato della domanda con il dato depurato dalle componenti più volatili quali energia ed alimentari all’1,6% a/a, dall’1,4% di ottobre. Intanto, dopo Papademos, ieri Garganas ha dichiarato che la Bce, se necessario, sarebbe pronta a rialzare i tassi interesse malgrado le autorità non abbiano deciso a priori una serie di strette monetarie.
A tale proposito, in occasione della presentazione del report annuale, l’istituto Ifo ha giudicato errata la mossa decisa il 1° dicembre dalla Bce. Secondo l’istituto la banca centrale europea avrebbe dovuto attendere maggiori evidenze circa un’eventuale spirale prezzi salari.
Asia-Pacifico: come atteso, in Cina il ricalcolo del prodotto interno lordo degli anni recenti, condotto sulla base della prima indagine censuaria a livello nazionale ed le cui stime sono state rese note stamattina, ha prodotto una sostanziale revisione al rialzo per il risultato del 2004.
Ciò che impressiona è l’entità della revisione, con il PIL reale aumentato di circa un sesto di quanto non si pensasse precedentemente, con il 93% della revisione dovuta al valore dei servizi, valore in precedenza sfuggito alla rilevazione, portando la Cina, nel 2004, a scavalcare l’Italia al sesto posto nella classifica dei paesi per PIL reale, con il gigante asiatico che potrebbe aver scavalcato anche Francia e Regno Unito nel 2005.
L’aspetto più interessante della revisione è il riconoscimento della dimensione del settore dei servizi, il che rende più equilibrata la composizione del prodotto cinese, prima considerato pericolosamente squilibrato verso gli investimenti in capitale fisso, il che aiuta in parte a spiegare la tenuta dell’economia a ritmi così elevati.
In Giappone, nel presentare il budget per l’anno fiscale 2006, che comincia il prossimo rimo aprile, il governo ha ribadito l’intenzione di effettuare ulteriori tagli di spesa pubblica e di ridurre la dimensione del budget stesso sotto gli ¥80.000Mld per la prima volta da otto anni, in calo di ben il 3% dal livello previsto per l’anno fiscale 2005, mentre è contemplata la riduzione dell’emissione di nuovo debito pubblico sotto il livello dei ¥30.000Mld. E’ proseguito stamattina il rimbalzo del Dollaro nei confronti dello Yen, dopo i rapidissimi cali della settimana scorsa, con la valuta nipponica che ha anche parzialmente continuato a rintracciare nei confronti dell’Euro, mentre il Nikkei 225 ha messo a segno il secondo congruo progresso consecutivo (+1,62%), sospinto dai titoli dei comparti immobiliare e del commercio al dettaglio.
Commodity: continua il calo del prezzo del petrolio: il corso del contratto uniforme a termine sul greggio light sweet al Nymex per consegna a gennaio ha ieri chiuso la sessione regolare a New York a $57,34 al barile, in ribasso dell’1,24%, avendo ceduto ben il 6,6% dalla chiusura di martedì 13, con lo stesso contratto che viene scambiato intorno ai $57,53 al barile stamani, in negoziazione elettronica.
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