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(WSI) – USA:in una giornata piuttosto densa di dati macro, quello che maggiormente ha attirato l’attenzione degli operatori è stato il dato preliminare sulla fiducia dei consumatori dell’università del Michigan. L’indice generale è arrivato ai minimi dal ’92, con una forte penalizzazione soprattutto della componente aspettative (anch’essa ai minimi dal ’92) più che di quella corrente (ai minimi dal 2003).
I consumatori si sono detti preoccupati soprattutto dalle spinte inflative attese in futuro: la relativa sottocomponente ha infatti raggiunto i massimi degli ultimi 4 anni. L’indice è stato redatto sulla base di un sondaggio tra 400 consumatori nel periodo 26 agosto-14 settembre. Per il dato finale saranno intervistati ulteriori 100 consumatori. Gli acquisti netti di asset Usa da parte di investitori esteri hanno raggiunto a luglio il livello di 87,4Mld$ da 80,9Mld$, dato quest’ultimo sensibilmente rivisto al rialzo. Nel mese di luglio gli acquisti si sono incentrati soprattutto sulle agenzie oltre che sui Treasuries.
Come già era emerso a giugno, sono stati gli investitori c.d. private a giocare un ruolo di primaria importanza. Marginale invece il contributo degli official, tra cui rientrano anche le banche centrali. Il deficit di partite correnti ha registrato una contrazione nel secondo trimestre in senso assoluto, raggiungendo in termini relativi il 6,3% del Pil dal 6,5% del trimestre precedente.
I mercati obbligazionari hanno continuato a seguire un trend rialzista dei tassi, preoccupati, come i consumatori Usa, dalle pressioni inflattive. Nella settimana in corso l’appuntamento di rilievo è la riunione della Fed, con attenzione focalizzata soprattutto sul comunicato successivo al meeting.
Europa: ad agosto l’inflazione dell’intera area Euro è rimasta al 2,2%, invariata rispetto a luglio e leggermente superiore al 2,1% anticipato dalla prima lettura. In disaggregato il dato ha evidenziato un’accelerazione della sottocomponente trasporti (+0,6% m/m) a causa del caro petrolio, di quella ricreazione e cultura (+0,5% m/m) e di quella della ristorazione (+0,4% m/m).
In rallentamento la produzione industriale dell’intera area Euro. A luglio il dato ha registrato un incremento dello 0,2% m/m, dal +0,4% di giugno secondo i dati aggiustati per la stagionalità. In accelerazione i beni intermedi, mentre rallentano i beni capitali e si contraggono quelli di consumo durevoli. I risultati ufficiali provvisori delle elezioni tedesche hanno evidenziato una situazione di sostanziale stallo, con forte delusione per i risultati dell’unione che sosteneva la Merkel. La Cdu/Csu infatti ha raggiunto il 35,2% a fronte del 34,3% dell’SPD di Schroeder.
Il differenziale in termini di seggi sarebbe di soli 3 seggi a favore del partito della Merkel. I verdi, alleati della Spd, hanno registrato un calo dei consensi rispetto al 2002, mentre invece i liberali che appoggiavano la Merkel hanno evidenziato un netto balzo in avanti. Considerevole inoltre il numero dei consensi raccolti dal Partito della Sinistra, pari all’8,7%. Entrambi i leader dei due schieramenti hanno rivendicato il diritto a guidare il prossimo governo.
A questo punto, visto l’esito molto incerto, si sono aperte le trattative per verificare la possibilità di creare uno schieramento che possa sostenere il prossimo governo, sebbene alcuni analisti politici non escludono neanche la possibilità di indire nuove elezioni. I mercati finanziari hanno evidenziato una reazione evidente soprattutto sul mercato dei cambi, con penalizzazione dell’Euro ed indice Dax in calo di quasi il 2% in apertura.
Asia-Pacifico: oggi i mercati nipponici resteranno chiusi in occasione della festività degli anziani. Durante la settimana pochi saranno i dati macro degni di nota in particolare l’attenzione sarà focalizzata sulla bilancia delle partite visibili del mese di agosto, e l’indice Attività del settore terziario e quello relativo a tutti i settori. Ricordiamo inoltre che venerdì i mercati resteranno nuovamente chiusi per la festa dell’Equinozio d’autunno.
Commodity: dopo una chiusura a 63 $/b di venerdì, in mattinata le quotazioni del greggio sono tornate a salire, dopo la diffusione delle indiscrezioni secondo cui i paesi membri Opec lascerebbero la quota di produzione invariata. Secondo quanto riferito dai delegati, la maggioranza dei ministri dei paesi membri, riuniti oggi a Vienna, preferirebbe infatti lasciare invariata l’attuale quota produttiva impegnandosi a fornire 2 Mln di b/g in caso di necessità. La riunione terminerà domani anche se non è attesa alcuna decisione formale.
A cura di A. Cesarano (Responsabile Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C. Pace (Economista).