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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (19/4/05)

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USA: giornata molto movimentata sui mercati finanziari malgrado l’assenza di dati macro. La terza chiusura negativa degli indici azionari Usa dello scorso venerdì ha riproposto i timori della possibilità di un rallentamento dell’economia Usa, dopo una serie di dati macro che hanno riaperto tale ipotesi. Ieri Bies, membro votante della Fed, è intervenuta anche su questo punto precisando che a suo avviso i dati di un singolo mese non sono sufficienti per poter già riparlare di soft patch.

La stessa Bies ha dichiarato che a suo avviso le condizioni economiche rimangono favorevoli e le prospettive sono solide. Di conseguenza al momento risulta adeguato l’approccio graduale di politica monetaria che potrebbe variare in entrambe le direzioni (pausa o accelerazione) in base al tenore dei dati macro.

L’attenzione oggi è concentrata nuovamente sulla variabile prezzi in vista della pubblicazione dei dati sui prezzi alla produzione oggi e sui prezzi al consumo domani, il che ha consentito un rialzo dei tassi di mercato rispetto alle punte minime raggiunte ieri. Sul fronte corporate oggi sono attese diverse trimestrali tra cui General Motors ed Intel.

Ieri, in seguito alla comunicazione dei dati trimestrali, Texas Instrumensts è stata ben accolta nell’after hour (+6% circa) grazie alla previsione, da parte della società Usa, di profitti che potrebbero superare le attese degli analisti nel trimestre in corso.

Europa: i dati dei prezzi al consumo per l’intera area Euro hanno confermato un’inflazione stabile al 2,1% a marzo. I contributi più consistenti sono giunti dallo sottocomponente trasporti e gasolio da riscaldamento, in seguito al sensibile rialzo registrato dal petrolio e dalle benzine in marzo.

Il bollettino mensile della Bundesbank ha confermato l’ottimismo circa la crescita tedesca nel primo trimestre dell’anno. Secondo l’istituto il paese dovrebbe infatti registrare un incremento trimestrale dello 0,5%, grazie ad un buon andamento delle esportazioni, mentre la domanda interna dovrebbe continuare a rimanere debole. Secondo la Buba a partire da febbraio sarebbero già evidenti segnali di rallentamento della produzione industriale.

Oggi l’attenzione sarà focalizzata sullo Zew. Il dato di aprile potrebbe registrare una flessione a causa dei timori legati all’impatto negativo che il prezzo del greggio potrebbe avere sulla crescita tedesca soprattutto nel secondo trimestre dell’anno in corso.

Asia-Pacifico: sono rimbalzati, stamani, i maggiori indici azionari della regione, aiutati dalle interessanti valutazioni raggiunte e dai titoli tecnologici, anche a seguito delle buone notizie provenienti da Texas Instruments e dai risultati migliori delle attese per il primo trimestre dell’anno annunciati dalla sudcoreana LG Electonics (+3,07%).

In recupero anche i titoli minerari e delle risorse di base, pesantemente penalizzati nelle ultime settimane, con quello di BHP Billiton che ha guadagnato il 2,5% a Sydney. A Tokio, il recupero dell’1,16% da parte del Nikkei 225 è in parte legato alla buona performance dei titoli delle grandi imprese che operano con la Cina e, in particolare, che hanno effettuato investimenti diretti nel Regno di Mezzo, dopo il parziale allentamento delle tensioni sino-nipponiche, anche grazie all’offerta da parte delle municipalità di Pechino e Shanghai di risarcire il Giappone per gli atti di vandalismo commessi contro proprietà giapponesi durante le manifestazioni delle scorse settimane, pur mantenendo Tokio la sua richiesta di scuse ufficiali da parte delle autorità del governo centrale.

Sempre in Giappone, il dato finale per febbraio dell’indice degli indicatori anticipatori, supposto prevedere l’andamento congiunturale da tre a sei mesi nel futuro, si è attestato a 18,2, rivisto al ribasso ed in sostanziale calo rispetto al 50 del mese precedente, mentre il dato finale per l’indice delle condizioni correnti, pur sempre in forte ribasso sul mese, è stato rivisto al rialzo a 30.

In Corea del Sud, il tasso di disoccupazione in marzo, su base destagionalizzata, ha confermato il 3,5% di febbraio.

Commodity: il presidente Opec ha dichiarato che l’organizzazione potrebbe rimandare l’aumento ufficiale delle quote di produzione alla riunione di giugno, pur alzando la produzione effettiva nel corso del prossimo mese. Secondo il presidente, gli attuali prezzi sono adeguati e quindi non c’è bisogno dell’aumento di 500 mila barili delle quote ufficiali che il Cartello aveva assicurato se i prezzi sarebbero rimasti oltre i 55 $/b.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)