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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (19/07/04)

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USA: il dato sui prezzi di giugno ha evidenziato segnali misti. Se da un lato il dato generale ha segnato una variazione mensile (la settima positiva consecutiva) superiore alle attese (portando il tendenziale al 3,3%, livello massimo da maggio 2001), l’indice core ha invece segnato una variazione mensile inferiore alle attese con un tendenziale invariato all’1,9%. Sensibile è stato l’incremento della componente servizi (+0,3% da +0,2% m/m) che conta per circa il 60% sull’intero indice.

Nel complesso, considerando che l’attenzione della Fed è stata finora focalizzata sulle componenti core degli indici sui prezzi, il dato potrebbe ancora consentire alla banca centrale Usa di mantenere un atteggiamento moderato in tema tassi, continuando a considerare temporanei i fattori (in particolare il rialzo del prezzo del petrolio) che nel frattempo stanno spingendo al rialzo l’indice generale.

A maggio gli acquisti netti di asset statunitensi da parte di investitori stranieri sono bruscamente calati, passando da 76 a 56,4Mld$, il livello più basso dallo scorso mese di ottobre. Il calo ha interessato principalmente l’acquisto netto di Treasuries, passato da +35 a +21.9 Mld$. Si tratta di un valore ancora superiore rispetto al livello mensile del deficit di bilancia commerciale. Il valore però si è posizionato questa volta su livelli molto prossimi al citato deficit che a maggio è stato pari a circa 45 Mld$. Tale andamento andrà monitorato nei prossimi mesi in quanto potrebbe costituire uno dei principali fattori che potrebbe spingere verso l’indebolimento del Dollaro.

L’indice preliminare di luglio sulla fiducia dei consumatori pubblicato dall’università del Michigan, ha registrato un incremento inferiore alle attese, raggiungendo comunque il picco massimo dallo scorso mese di gennaio. Il recupero dell’indice è stato però trainato interamente dalla componente prospettica, visto che la componente corrente è risultata in calo (da 106,7 a 104,6).

La settimana in corso presenta due punti di attenzione principali: il discorso di Greenspan domani ed alcune importanti trimestrali tra cui quella di Microsoft il prossimo giovedì.

Europa: il dato relativo all’inflazione di giugno ha registrato un rallentamento con il tendenziale sceso al 2,4% a/a, dal 2,5% di maggio. Il capo della Bce Trichet ha dichiarato che la banca centrale rimarrà vigile sull’inflazione anche se al momento i tassi possono rimanere invariati poiché le autorità si attendono un ridimensionamento delle spinte sui prezzi nei mesi a venire.

Secondo Trichet le recenti pressioni giungono dal lato dell’offerta a causa del rialzo dei prezzi del greggio e per questo destinate ad essere presto riassorbite. Trichet ha poi ribadito che le condizioni di crescita rimangono soddisfacenti anche se ha ammesso che il recupero viene trainato quasi esclusivamente dalle esportazioni mentre la domanda interna continua a rimanere debole. In tale contesto, una politica monetaria accomodante risulta essere la migliore soluzione per stimolare la domanda interna ed aiutare la creazione di nuovi posti di lavoro.

Il discorso di Trichet avvalora l’ipotesi di una Bce ancora cauta ed al momento sbilanciata più dal lato crescita che non da quello inflazione, con un eventuale rialzo dei tassi da effettuare solo in presenza di una decisa accelerazione del ciclo economico. La settimana offrirà spunti dal lato macro. In particolare sono attesi la produzione industriale di maggio dell’intera area Euro e l’indice Zew per il mese di luglio, oltre alla spesa per consumi francese, che potrebbe confermare la debolezza della spesa delle famiglie.

Asia-Pacifico: borse asiatiche leggermente positive, con l’eccezione di Taiwan (-0,24%) e con i mercati giapponesi chiusi per festività. Nell’azionario sembra essersi ripetuto uno schema visto più volte in tempi recenti, con i titoli tecnologici in calo, guidati da Taiwan Semiconductor Manufacturing (-0,71%), maggior produttore di chip su ordinazione che ha perso più dell’8% da venerdì 9, dopo che la statunitense Motorola ha annunciato di aver abbassato il valore dell’IPO della sua unità produttrice di chip di un terzo, interpretato dal mercato come una fuga degli investitori dal settore.

A salire sono stati i titoli di comparti ‘tradizionali’ come quelli minerari, con BHP Billiton e Rio Tinto in rialzo a Sidney sospinti dall’andamento del prezzo del rame, che ha raggiunto il massimo da tre mesi a questa parte. Lo Yen si è rafforzato nei confronti del Dollaro fino a 108,24, avendo già raggiunto quota 108,71 venerdì sera a New York, e secondo alcuni osservatori potrebbe apprezzarsi sino a 106 nell’arco di un mese, aiutato da speculazioni di un maggior afflusso di denaro verso l’azionario nipponico dopo il recente deflusso.

Commodity: il prezzo del rame per consegna a settembre è salito dell’1,8% venerdì, sull’onda dei timori che gli scioperi a Grupo Mexico, gigante messicano dell’industria estrattiva, possano limitare sostanzialmente la produzione. In rialzo anche il corso del futures sul greggio, che ha chiuso l’ultima seduta della scorsa settimana in crescita dell’1,18% a New York.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)