USA: in assenza di dati macro di rilievo, l’attenzione degli operatori è stata concentrata sulle dichiarazioni di alcuni esponenti della Fed che si sono soffermati sulla variabile inflazione.
In particolare Broaddus, membro non votante della Fed, ha dichiarato che l’andamento dell’inflazione core ha richiamato l’attenzione della banca centrale Usa. L’ultimo dato sul cpi core di aprile ha evidenziato, nei primi 4 mesi dell’anno, un tendenziale annuo pari al 3% vs. lo 0,9% registrato nello stesso periodo del 2003. Santomero, membro non votante della Fed, ha aggiunto che i Fed Funds saliranno ad un tasso “misurato”, ricalcando il tenore dell’ultimo comunicato del Fomc di maggio. Allo stesso tempo Santomero ha dichiarato che il rialzo delle materie probabilmente non costituirà una minaccia. Entrambi i membri della Fed hanno evidenziato come i tassi di mercato si siano assestati su livelli “più normali”. Tali dichiarazioni supportano la view prevalente al momento di un rialzo dei tassi graduale a partire da giugno. Si tratta di dichiarazioni di due membri non votanti.
Più rilevanti, saranno le dichiarazioni di membri votanti come Bies e Gramlich attesi oggi ma soprattutto Bernanke che domani terrà un discorso proprio sul gradualismo della politica monetaria. Verificheremo soprattutto il contenuto di quest’ultimo discorso per eventualmente mettere in discussione la nostra view di tassi fermi almeno fino ad agosto.
In ogni caso riteniamo che il dato decisivo sarà rappresentato da quello relativo al mercato del lavoro di maggio in pubblicazioni agli inizi di giugno. Ieri è stato comunicato il rinnovo del mandato di Greenspan (già in carica da ben 16 anni), formalmente per 4 anni ma, visti i limiti di età per il mandato completo, l’attuale capo della Fed dovrebbe completarlo alla fine di gennaio del 2006.
A mercati chiusi è risultata positiva la trimestrale di HP (+4% nell’after hour) che ha rilasciato stime di fatturato per il trimestre in corso superiori alle attese. Segnaliamo che il governatore della banca centrale cinese ha dichiarato che i tassi saranno mantenuti fermi, permanendo l’inflazione sotto il 5%.
Euro: in calo l’indice Zew che misura la fiducia degli analisti ed investitori istituzionali tedeschi. A maggio l’indice ha registrato il quinto calo consecutivo passando a 46,4 da 49,7 di aprile, con la sottocomponente relativa alla situazione attuale in flessione a –75,9 da –72,5. Il calo è da imputare agli alti prezzi del petrolio ed alla debolezza della domanda interna. La conferma del calo della fiducia sarà fornita dall’Ifo in pubblicazione il 25 maggio.
Il rialzo delle quotazioni del greggio continua ad influenzare l’andamento dei prezzi. In area euro sale l’inflazione con l’indice che ad aprile è cresciuto del 2% a/a dall’1,7% di marzo. Escludendo le componenti più volatili l’indice è rimasto stabile all’1,8%. Secondo l’Eurostat i rialzi maggiori si sono registrati nel settore servizi, alimentari, alcool e tabacco. Oggi è attesa la pubblicazione del Consumer Confidence belga, buon anticipatore della fiducia dei consumatori dell’area euro.
Jap: il leading indicator, buon indicatore delle condizioni economiche per i prossimi mesi, a marzo è sceso a 72,7 da 80 della lettura preliminare. La componente relativa alla situazione corrente è stata invece rivista al rialzo a 45 da 38,9. Migliore invece il dato sugli ordinativi di macchinari che ad aprile ha registrato un incremento del 43% a/a da 36,1% di marzo.
Chiusura positiva per il Nikkei (+2,4%) sulla scia di Wall Street e sul miglioramento delle aspettative circa il recupero economico del paese, grazie anche al buon dato del Pil pubblicato ieri. La stessa JPMorgan ha cambiato le stime di crescita del paese per l’anno in corso portandole a 4,4% da 3,8%.
Commodity: l’attenzione resta focalizzata sul prezzo del petrolio, in attesa del rapporto sulle scorte statunitensi previsto per le 16:30 di oggi. L’attesa di un rialzo nelle scorte ha portato il futures del Nymex sul greggio per consegna a giugno a chiudere ieri a $40,54 al barile, interrompendo una striscia di 5 incrementi giornalieri consecutivi che aveva condotto alla chiusura record $41,85 al barile di lunedì.
All’allentamento hanno concorso anche le dichiarazioni di ministri OPEC che hanno fatto intendere come probabile un innalzamento dell’obiettivo di produzione a 25 milioni di barili al giorno nella riunione del 3 Giugno, ma diversi analisti ritengono che la tendenza primaria del prezzo rimanga in rialzo e considerano possibile il raggiungimento dei $45 al barile.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C. Pace (Research Assistant)