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(WSI) – Usa: la produzione industriale di ottobre ha evidenziato un incremento mensile su base destagionalizzata sostanzialmente in linea con le attese (+0,9% m/m). Tra i settori che hanno contribuito in senso positivo,si segnala quello manifatturiero (che pesa per circa l’82%) che ha evidenziato il più elevato recupero su base mensile (+1,4%) in seguito alla conclusione a fine settembre dello sciopero presso il colosso del settore aereo Boeing. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva per lo stesso mese si è collocato al 79,5% da 78,9%.
I dati relativi alle richieste di sussidi settimanali per la disoccupazione al 5 novembre, sono risultati migliori delle attese posizionandosi a quota 303.000 unità vs. un consensus degli analisti interpellati da Bloomberg che si attestava in mediana a 324.000. Occorre inoltre considerare che l’impatto degli uragani sul dato è stato stimato dal dipartimento del lavoro in circa 19.000 unità. Pertanto, al netto di tale fattore straordinario, il dato evidenzia un progressivo ritorno alla normalità delle condizioni occupazionali dopo il periodo interessato dal passaggio degli uragani. Meno brillanti invece i dati relativi al settore immobiliare.
L’inizio di nuove case e le nuove licenze edilizie hanno registrato un calo mensile che in termini annualizzato e destagionalizzato è stato pari rispettivamente a 5,6% e 6,7%, quest’ultimo pari al maggior calo dal settembre del ’99. Sul mercato azionario l’indice Nasdaq Composite ha ieri segnato il livello massimo degli ultimi 4 anni grazie alla buona performance dei titoli del comparto Internet, primo fra tutti Google (+1,3%) che ieri ha segnato un nuovo record superando i 400$. In recupero anche General Motors (+5,8%) dopo le dichiarazioni dell’a.d. Wagoner che hanno smentito l’ipotesi di richiesta di amministrazione controllata. Ben accolta anche la trimestrale di Hp nell’after hour con un recupero di circa il 6%, in seguito a stime migliori delle attese riferite al trimestre in corso.
Europa: in settembre, la produzione industriale in Eurolandia è diminuita a sorpresa dello 0,4% sul mese, su base destagionalizzata, quando gli analisti intervistati da Bloomberg News si attendevano, in mediana, un aumento dello 0,5%, con sostanziali cali nella produzione di beni di consumo durevoli e di beni intermedi. Come conseguenza, la variazione tendenziale annua, calcolata tenendo conto del numero effettivo di giorni lavorativi, è risultata in un modesto incremento dell’1%, contro l’attesa mediana dell’1,8%. La Commissione Europea ha ieri reso note le proprie previsioni di crescita ed inflazione per le maggiori economie mondiali, previsioni pubblicate su base semestrale, con il prodotto interno lordo reale della zona Euro ora atteso crescere dell’1,3% nel 2005, contro la precedente previsione dell’1,6%, mentre la crescita dovrebbe attestarsi al 1,9% nel 2006, previsione anche questa rivista al ribasso, ed al 2,1% nel 2007. Il corrispondente sentiero dell’inflazione dei prezzi al consumo per i tre anni considerati, sensibilmente rivisto al rialzo, dovrebbe essere di 2,3%, 2,2% e 1,8%.
Asia-Pacifico: l’entusiasmo borsistico statunitense di ieri, con particolare predilezione per i titoli tecnologici, si è stamattina propagato alle borse asiatiche, con rialzi generalizzati. A Tokio, l’indice azionario Nikkei 225, con un rialzo dell’1,47% (che fa seguito al +1,7% di ieri), ha superato per la prima volta il livello in corrispondenza del quale il primo ministro Koizumi era entrato in carica, nell’aprile 2001, mettendo al contempo a segno un nuovo massimo da cinque anni a questa parte. Bene i titoli bancari nipponici, aiutati dall’annuncio di Mitsubishi UFJ Financial Group, maggior gruppo bancario al mondo per dimensione di bilancio, di stare innalzando le proprie previsioni di utile per l’intero anno fiscale 2005, anno che si concluderà il prossimo 31 marzo.
Nessuna novità dalla decisione del comitato di politica monetaria della Banca del Giappone, ancora una volta presa a maggioranza (7-2) nel lasciare invariato l’attuale obiettivo operativo. Nessuna sorpresa neanche dal rapporto mensile, anch’esso pubblicato oggi (nella sua versione sintetica), in cui l’istituto centrale nipponico ha ribadito il proprio ottimismo circa le prospettive di una moderata ma robusta espansione, con i prezzi al consumo core attesi smettere di diminuire, su base tendenziale, od aumentare leggermente, già per la fine del mese.
Commodity: in calo ieri i prezzi dei future relativi al comparto energetico sul Nymex. In particolare il dato sulle scorte di gas naturale negli Usa, risultato in linea con le attese, ha fugato per ora i timori di scorte inadeguate in vista dell’inizio dell’inverno: il relativo future ha chiuso in calo del 3,14%. Tale andamento ha caratterizzato anche i prezzi dei futures sulle benzine (-1,58%) e sul petrolio WTI (-2,66%), raggiungendo quest’ultimo i nuovi minimi dal mese di luglio di quest’anno.
a cura del Servizio Reasearch and Strategy MPSFinance