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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (18/1/06)

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(WSI) – USA: la produzione industriale di dicembre ha registrato un rialzo leggermente superiore alle attese, alla stregua del tasso di utilizzo impianti (80,7%), arrivato quest’ultimo ai massimi dal novembre del 2002 e prossimo alla media di lungo periodo dal ’74 al 2004. I due dati sono stati influenzati positivamente dal recupero della produzione nel settore energetico, dopo il passaggio degli uragani nel periodo agosto-ottobre. Il sensibile recupero del tasso di utilizzo impianti rimane una variabile di rilievo per gli sviluppi di politica monetaria, come segnalato dall’ultimo comunicato della Fed che lo scorso 13 dicembre ha fatto riferimento proprio al livello di utilizzo delle risorse oltre che alla dinamica dei prezzi energetici come due fattori che potrebbero aumentare le spinte inflattive. Su questo punto avremo probabilmente oggi qualche ulteriore chiarimento grazie ai numerosi discorsi attesi da parte di membri votanti della banca centrale Usa.

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Sul fronte corporate sono state accolte in modo particolarmente negativo le trimestrali di Intel e Yahoo! che nell’after hour hanno registrato cali rispettivamente di circa il 7% ed il 12%. Migliore invece la trimestrale di IBM che ha beneficiato del forte taglio dei costi presentando un incremento dei profitti del 13% a/a, grazie anche alla recente vendita dell’unità che produceva Pc, in perdita da diverso tempo. Il calo dei listini azionari insieme con i timori sulla crescita suscitati dal continuo rialzo del greggio, hanno nuovamente beneficato il mercato obbligazionario. Oggi la giornata è densa di dati macro tra cui spicca il Cpi di dicembre.

Europa: i dati sulla produzione industriale italiana hanno registrato un leggero incremento a novembre (+0.4% m/m) con una performance che da inizio anno continua a rimanere molto deludente. L’output italiano nei primi 11 mesi del 2005 si è contratto dell’1.2%, secondo i dati aggiustati per i giorni lavorativi, rispetto ad un calo dello 0,7% registrato nell’arco del 2004. In disaggregato, il dato ha evidenziato una flessione dei beni di consumo (-2,1% a/a) e dei beni intermedi (-1,1%). Le autorità monetarie continuano comunque a rimanere ottimiste sulla crescita dell’intera area Euro. Ieri il membro della Bce Tumpel-Gugerell ha dichiarato che il buon andamento degli indicatori anticipatori potrebbe tradursi, nei prossimi mesi, in un’accelerazione della crescita economica. Relativamente all’inflazione, l’esponente della Bce ha dichiarato che i maggiori rischi risiedono nell’andamento del prezzo del petrolio, nell’adeguamento dei prezzi dei beni amministrati e nelle richieste salariali. Continuiamo a ritenere probabile un atteggiamento cauto da parte della Bce in occasione del prossimo consiglio monetario. A tale proposito ieri l’Eurogruppo ha dichiarato di non vedere la necessità di un inasprimento della politica monetaria ed anche il mercato sembra avvalorare tale ipotesi con un recupero dei corsi obbligazionari su tutte le scadenze.

Asia-Pacifico: l’eccezionale flusso di ordini arrivati sul mercato ha costretto la borsa di Tokio ad una chiusura anticipata, stamattina. La borsa di Tokio aveva già visto le dimissioni del presidente, il mese scorso, in relazione ad un’altra grave mancanza della sua struttura informatica, producendo una situazione di shock tra molti osservatori di fronte all’apparente arretratezza tecnologica del mercato azionario della seconda economia al mondo. La technical failure è la classica pioggia sul bagnato, con l’indice Nikkei 225 che, prima dell’interruzione, è riuscito a perdere il 2,94%, mentre il Topix ha addirittura ceduto il 3,49%, portando la correzione dallo scorso venerdì a -6,77% ed a -6,36% rispettivamente. Uno degli elementi del calo di oggi ha continuato ad essere il caso Livedoor, con quotidiano Yomiuri che ha aggiunto l’ipotesi di falsificazione dei bilanci per l’anno 2004. Altro elemento, l’insieme di vendite sui titoli tecnologici, dopo le delusioni per i risultati di Intel e Yahoo, nonché su alcuni titoli dei servizi finanziari, che erano cresciuti ad una velocità sospetta nella seconda metà del 2005. Elementi sufficienti per l’attesa, temporanea, correzione sembrano essersi finalmente materializzati, anche se in modo un po’ fortuito, con le prospettive di crescita nel medio termine di Corporate Japan che sembrano, però, intatte.

Commodity: dopo il giorno di chiusura le quotazioni petrolifere hanno registrato un incremento del 3,74%. A guidare le quotazioni sono state ancora una volta le tensioni in Nigeria e le pressioni delle Nazioni Uniti sull’Iran affinché abbandoni la ricerca nucleare, creando timori sul rifornimento di greggio. Intanto l’Iea ha dichiarato che nel 2006 la domanda mondiale di greggio potrebbe crescere a causa della crescita delle importazioni cinesi e dell’aumento dei consumi statunitensi. Complessivamente l’indice Crb ha toccato ieri un nuovo record a 342,5 registrando da inizio anno un incremento del 3,2%.

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