USA: l’atteso discorso di Greenspan ha evidenziato i seguenti punti salienti: 1) fiducia sulla crescita con stime pari a 3,75%-4% (variazione trimestrale del quarto trimestre annualizzata); 2) assenza di pressioni inflative; 3) business spending cronicamente cauto (lingering caution); 4) mercati obbligazionari che rappresentano un enigma, avendo seguito un trend calante dei tassi (non solo spot ma anche forward) di cui il capo della fed ha fornito 3 motivazioni (basse aspettative di inflazione, acquisti delle banche centrali e delle mortgage agencies).
Sul tema dell’approccio graduale di politica monetaria Greenspan ha dichiarato di non sapere quando verrà eliminato il termine “measured” dal comunicato successivo ai Fomc. Sul tema della riforma previdenziale, il capo della Fed si è detto d’accordo sulla necessità di procedere alla parziale privatizzazione, con la creazione dei “conti personali di risparmio” che andrebbero però finanziati con aumenti delle tasse o tagli della spesa. Vi è stato inoltre un richiamo alla cautela nella gestione della fase di transizione al nuovo sistema.
Nel complesso un discorso che ha cercato di evidenziare la necessitò di posizionamento dei tassi di mercato su livelli più elevati rispetto agli attuali senza allo stesso tempo legare necessariamente tale andamento con la possibilità immediata di eliminazione dell’approccio graduale che pertanto dovrebbe permanere anche nel prossimo Fomc, salvo dati macro particolarmente sorprendenti soprattutto con riferimento all’andamento dei prezzi.
I dati macro pubblicati ieri hanno evidenziato una variazione della produzione industriale a gennaio al di sotto delle attese a causa di un calo marcato nel settore auto e nel settore energetico (quest’ultimo a causa di temperature più miti). Le nuove case in costruzione hanno raggiunto il livello massimo degli ultimi 21 anni mentre invece è risultato in lieve calo il tasso di utilizzo impianti che, all’interno delle sottocomponenti, non ha mancato di evidenziare alcuni andamenti dicotomici: settore manifatturiero ai massimi dal dicembre del 2000 e settore dei semiconduttori ancora in calo.
Europa: nel dossier diffuso dall’Eurogruppo sono emerse le prime indicazioni sulla revisione del Patto di Stabilità e Crescita. L’ipotesi più probabile è che il limite del 3% non sia più valido nei casi di crescita economica negativa o per un periodo prolungato di crescita debole. In tale condizione anche il rientro dello squilibrio potrebbe essere dilazionato nel tempo in modo da garantire, al paese in difficoltà, una maggiore flessibilità per gestire i conti pubblici. Una maggiore attenzione verrà data al livello del debito anche se non dovrebbero essere imposti dei meccanismi automatici.
Malgrado le notizie recentemente giunte dai paesi membri che hanno evidenziato, in particolare in Germania ed in Italia, una crescita del Pil inferiore alle attese nel quarto trimestre 2004, la Commissione Europea mantiene stabile al 2% le previsioni di crescita del Pil, dopo l’1,7% con cui dovrebbe concludersi il 2004. Per stimolare l’occupazione e la domanda di consumi il governo francese ha presentato una serie di misure per creare 500mila nuovi posti di lavoro nei prossimi tre anni, operazione che dovrebbe costare al paese 1,43 Mld di Euro.
Asia-Pacifico: contrastate, stamani, le maggiori borse della regione: a Singapore, l’indice azionario ha chiuso in rialzo dello 0,31% dopo l’annuncio di una crescita del PIl del 7,9% nel quarto trimestre, su base destagionalizzata ed annualizzata, ben più di quanto atteso dai mercati. A Tokio, l’indice Nikkei 225 ha ceduto lo 0,16%.
Alla sorpresa negativa di ieri circa l’andamento del PIL reale, oggi si sono aggiunte le preoccupazioni per il possibile impatto sulla crescita nel trimestre in corso dei nuovi rialzi del prezzo del petrolio, con penalizzazione dei titoli del comparto immobiliare e di quelli dei servizi assicurativi e finanziari, e rialzi nei comparti dell’estrazione mineraria e del petrolio e carbone.
Come ampiamente atteso, al termine della riunione mensile la Banca del Giappone ha lasciato invariata la propria politica di forte accomodamento monetario, ribadendo, nella Bank’s View mensile, come Japan’s economy is expected to continue to recover, nonostante i recenti andamenti negativi nella produzione industriale, in parte ancora legati all’aggiustamento delle scorte nell’ICT, mentre gli utili aziendali, le condizioni per una ripresa dei consumi delle famiglie e le prospettive per l’andamento di breve termine delle esportazioni continuano a migliorare, con i prezzi al consumo core comunque attesi continuare il declino a/a per le contingenti condizioni del mercato dei prodotti.
Commodity: l’esplosione in Iran, e l’aumento delle stime Opec sulla domanda mondiale di greggio hanno ridato fiato alle quotazioni petrolifere che hanno toccato il massimo di 48,65 $/b. L’Opec nel suo bollettino mensile riporta, come già dichiarato dall’Aie, un aumento della domanda di greggio del 5% a 83,2 Mln b/g, in linea con la previsione di una crescita mondiale sostenuta. I dati sulle scorte di greggio statunitensi, relativi alla settimana conclusasi l’11 febbraio, hanno evidenziato ancora una volta un calo delle scorte di distillati (quarto calo consecutivo), mentre sono salite quelle di petrolio e benzine posizionandosi così sopra la media di periodo.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)