Società

MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (16/9/05)

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(WSI) – USA: i dati destagionalizzati dei prezzi al consumo di agosto hanno evidenziato una variazione mensile in linea con le attese in termini generali e migliore invece al netto della componente alimentare ed energetica. Il rialzo della componente energetica (+5% m/m) è stato in gran parte bilanciato dalla variazione mensile contenuta (per quanto comunque positiva) della componente servizi (+0,2%m%), che pesa per circa il 60% dell’indice. In tal caso ha contribuito positivamente la contenuta dinamica degli affitti delle case e soprattutto dei servizi sanitari (per la prima volta invariati su base mensile negli ultimi 30 anni).

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Le temute ripercussioni sui prezzi core derivanti dal perdurante alto livello del prezzo del petrolio, non si stanno manifestando, grazie principalmente alla moderazione dei prezzi nel settore servizi. In termini di politica monetaria, tale andamento conferma la possibilità della prosecuzione di un approccio moderato da parte della Fed. In sensibile calo l’indice della Fed di Filadelfia di settembre relativo al settore manifatturiero. La sottocomponente nuovi ordini è passata in territorio negativo, per la prima volta dall’aprile 2003 ed inoltre i prezzi pagati hanno segnato il massimo dallo scorso gennaio. Gli operatori, particolarmente attenti ai segnali derivanti dai dati successivi al passaggio dell’uragano di Katrina, hanno reagito a quest’ultimo dato intensificando i timori di una più minacciosa dinamica dei prezzi nei prossimi mesi, con un conseguente rialzo dei tassi di mercato.

Europa: il Fmi in un’anticipazione del World Economic Outlook ha abbassato le stime di crescita dell’intera area Euro nell’anno in corso e nel 2006 portandole all’1,2% e all’1,8%, dall’1,6% e dal 2,3% rispettivamente. L’istituzione ha rivisto le stime di tutte e tre le principali economie. Nel caso tedesco il Fmi prevede una crescita allo 0,8% per il 2005, all’1,2% nel 2006 rispetto all’1,9% precedentemente atteso. Per la Francia l’istituzione ha abbassato le stime sia per il 2005 che per il 2006 portandole all’1,5% e al 1,8%, dal 2% e 2,2% rispettivamente. Riviste anche le stime italiane che sono state portate allo 0% nel 2005 rispetto all’1,2% atteso in aprile. Intanto l’attenzione degli investitori si sta focalizzando sulle elezioni che si svolgeranno durante il fine settimana in Germania. Secondo gli ultimi sondaggi il partito della Merkel continua a rimanere il favorito con il 42% dei consensi, ma i liberati dell’Fdp stanno perdendo popolarità, tanto che le preferenze totali per i due partiti, non raggiungono, secondo i sondaggi, la maggioranza dei voti, con il rischio che la consultazione si risolva con la grande coalizione che vedrebbe la Merkel a fianco di Schroeder. In Italia è stata presentata la prima bozza della finanziaria per il 2006. Il draft prevede una manovra da 21,3 Mld di Euro con misure mirate alla riduzione dell’Irap, interventi per lo sviluppo, contributi alle famiglie meno abbienti e fondo per gli investimenti.

Asia-Pacifico: timori circa le prospettive di profittabilità del comparto tecnologico hanno spinto verso il basso il Nikkei 225 che, pur recuperando nella seconda metà della seduta, ha terminato la sessione in calo dello 0,22% rispetto alla chiusura di ieri. Gli acquisti sui titoli del trasporto e stoccaggio e dei servizi finanziari hanno, invece, comunque consentito una chiusura positiva dell’indice generale Topix (+0,12%), che ha raggiunto così il livello massimo dal 30 maggio 2001. In una giornata priva di pubblicazioni macroeconomiche, e con la prospettata chiusura della borsa, lunedì, segnaliamo le dichiarazioni del ministro Takenaka, braccio destro di Koizumi, circa la persistenza di una situazione di sia pur lieve deflazione nell’arcipelago, sottolineando la necessità che governo e banca centrale continuino nello sforzo per un duraturo ritorno alla normalità nella dinamica dei prezzi. Le dichiarazioni di Takenaka sembrano rappresentare un neanche tanto velato messaggio alla Banca del Giappone, alcuni dei cui esponenti, nei giorni scorsi, sono sembrati segnalare un’uscita dalla deflazione prima di quanto atteso dai mercati.

Commodity: chiude in lieve calo il prezzo del greggio dopo che l’Opec ha ridotto leggermente le stime sulla domanda mondiale di greggio a causa dei consumi inferiori alle attese di Usa e Cina. Gli operatori sono ora in attesa della riunione Opec del prossimo lunedì in cui i paesi membri potrebbero decidere di aumentare la produzione di almeno 500.000 b/g. I membri dell’IEA durante la riunione di ieri hanno deciso di non aumentare l’ammontare di riserve da destinare agli Usa. L’indebolimento del dollaro contro euro ha favorito soprattutto l’oro, ai massimi degli ultimi 17 anni.

A cura di A. Cesarano (Responsabile Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C. Pace (Economista).