USA:i dati sui prezzi alla produzione e delle vendite al dettaglio del mese di maggio hanno entrambi evidenziato valori al di sotto delle attese.
In entrambi i casi i dati sono stati fortemente influenzati dall’andamento del prezzo del greggio.
Nel caso del Ppi, la variazione generale di -0,6% (la più forte variazione negativa degli ultimi 2 anni circa) diventa un +0,1% m/m depurando il dato dalla componente alimentare e da quella energetica.
Allo stesso modo, per le vendite al dettaglio preliminari (che ricordiamo essere un dato aggiustato per la stagionalità e per i giorni lavorativi ma non per la variazione dei prezzi), la variazione del dato generale di -0,5% si tramuta in un dato invariato su base mensile se considerato al netto della componente auto e di quella energetica.
In quest’ultimo caso, le vendite nel settore dei materiali per costruzioni hanno registrato un +0,5%m/m, terza variazione positiva consecutiva, a testimonianza ancora del buon andamento del settore immobiliare.
Infine è stata rivista al rialzo la variazione del mese di aprile (da +1,1 a +1,4% in termini core).
Nel complesso i dati pubblicati ieri evidenziano la buona tenuta della spesa per consumi in un contesto in cui le spinte inflative appaiono ancora piuttosto contenute, come indicato anche recentemente da Greenspan.
Oggi sarà interessante verificare la reazione degli operarti al TIC report: le ultime pubblicazioni hanno evidenziato come il focus del mercato si sia spostato verso il differenziale dei tassi e crescita più che verso il consueto deficit di partite correnti insieme con l’afflusso di capitali finanziari verso gli Usa.
Sul fronte corporate segnaliamo la continuazione del rally in borsa di GM (ieri +4%) in seguito ad anticipazioni di stampa secondo cui il produttore Usa avrebbe chiesto ai sindacati di apportare tagli ai costi sanitari entro la fine di giugno.
Europa:i dati sulla produzione industriale italiana hanno abbondantemente sorpreso le attese di mercato.
Ad aprile il dato corretto per i giorni lavorativi ha registrato un incremento dello 0.8%, rispetto al –1.9% di marzo. Sebbene si tratti del primo incremento tendenziale da un anno, è prematuro poter affermare che siamo di fronte ad un’inversione di tendenza.
La lettura di aprile rappresenta comunque una piacevole sorpresa dopo la lunga serie di dati negativi.
In disaggregato il dato ha evidenziato un buon andamento di tutte le sottocomponenti, con rialzi particolarmente marcati per la voce relativa ai beni di consumo.
Relativamente ai prezzi al consumo, anche il dato spagnolo ha registrato a maggio un rallentamento del tendenziale più deciso di quanto non fosse atteso avvalorando l’ipotesi di un tendenziale per l’intera area Euro all’1,9%.
Relativamente al dibattito sulle prossime mosse della Bce ieri Garganas ha dichiarato che non ha senso per la banca centrale europea discutere su un possibile taglio dei tassi di interesse in un contesto in cui rimangono reali i rischi al rialzo sui prezzi.
Asia-Pacifico:in rialzo, stamani, i maggiori indici azionari della regione, con la sola eccezione dell’Hang Seng (-0,07%) ad Hong Kong.
A Tokio, l’indice Nikkei 225, con un progresso dello 0,71%, si è portato sui massimi da due mesi a questa parte, anche grazie al buon andamento dei titoli bancari ed al continuo supporto ai titoli delle grandi aziende esportatrici fornito dalla recente debolezza dello Yen nei confronti del Dollaro.
A seguito della mensile riunione del comitato di politica monetaria, la Banca del Giappone ha deciso, con voto una volta di più non unanime, di mantenere invariato il proprio obiettivo operativo di depositi delle istituzioni finanziarie presso la banca centrale stessa tra ¥30.000 e ¥35.000 miliardi, ribadendo comunque la disponibilità a lasciar scendere il livello effettivo al disotto dell’intervallo obiettivo qualora la domanda di liquidità da parte del sistema si rivelasse particolarmente debole.
In Cina, in maggio il valore aggiunto dalla produzione industriale è aumentato, a sorpresa, del 16,6% a/a, con molti osservatori che hanno ravvisato le cause in un effetto-confronto e nel particolare buon andamento di consumi interni ed esportazioni.
Commodity:l’Opec, che produce il 40% circa del petrolio mondiale, terrà oggi una riunione a Vienna in cui i membri sono chiamati a decidere se procedere o meno ad un aumento della produzione di 500.000 b/g.
I paesi comunque stanno già producendo oltre la loro quota ed un aumento ufficiale potrebbe non avere nessun effetto sui mercati.
Il principale problema del mercato petrolifero resta la scarsa capacità degli impianti di raffinazione.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)