USA: la settimana in corso sarà caratterizzata da eventi di rilievo che potrebbero impattare in modo significativo sull’andamento delle variabili finanziarie. Verranno infatti pubblicati i primi dati del mese di gennaio (vendite al dettaglio, produzione industriale, leading indicators). L’evento più atteso è probabilmente rappresentato dall’audizione di Greenspan davanti alla commissione bancaria del senato il prossimo mercoledì. Il discorso del capo della Fed è atteso su due punti in particolare: l’evoluzione del deficit di partite correnti insieme agli sviluppi futuri di politica monetaria.
Sul primo punto un recente discorso del capo della Fed tenuto ad inizio febbraio in occasione del G-7 di Londra, aveva lasciato trasparire un maggiore favore verso l’ipotesi di inizio della fase di rientro del deficit stesso, sebbene nell’ambito di un arco temporale di medio lungo termine. Sul tema della politica monetaria il capo della Fed potrebbe nuovamente sottolineare come gli operatori debbano tenere bene in conto di essere in presenza di una fase di politica monetaria restrittiva. In sostanza una sorta di richiamo affinché i tassi di mercato si posizionino su livelli maggiormente adeguati rispetto alle prospettive di crescita attese ed evitare allo stesso tempo una sottostima del mix rischio/rendimento.
Sul fronte forex segnaliamo il dato sugli acquisti netti di asset Usa da parte di investitori esteri, un dato rilevante visto che nel frattempo il deficit commerciale, per quanto in lieve contrazione, permane su livelli superiori a 55Mld$. Gli operatori speculativi per la prima volta dal mese di maggio 2004 hanno riportato le posizioni sul Dollaro da corte a lunghe, con un andamento particolarmente marcato nei confronti dell’Euro.
Europa: il capo economista della Bce Issing ha dichiarato che le forze che traineranno la ripresa nel 2005 saranno la spesa per consumi e quella per investimenti aiutate dai bassi tassi di interesse in area Euro. La domanda interna dovrebbe quindi sostituire almeno in parte la domanda estera penalizzata dalla forza dell’Euro anche se il tasso di crescita dovrebbe rimanere insoddisfacente.
Relativamente all’inflazione le prospettive sono confortanti. Caruana, membro del consiglio direttivo della Bce, ha detto di attendersi una crescita modesta senza spinte inflative, confermando quanto già emerso dalle parole di Trichet. La settimana offrirà numerosi spunti dal lato macro. Dopo il Pil francese, saranno diffusi i dati del Pil tedesco ed italiano per il quarto trimestre 2004 con una prima stima della crescita per l’intera area Euro per lo stesso periodo.
Saranno inoltre diffuse le stime della commissione europea per il primo e per il secondo trimestre 2005, oltre all’indice Zew per il mese di gennaio. In Italia Fiat ha raggiunto l’accordo con GM sulla put option. La Fiat si è impegnata a non esercitare l’opzione e Gm in cambio verserà alla società 1.55 Mld €.
Asia-Pacifico: con le borse di Shanghai e Shenzhen ancora chiuse per festività, gli indici azionari della regione hanno oggi messo a segno dei rialzi, con l’eccezione di quelli australiani, su cui ha pesato la non brillante performance dei titoli bancari. Dopo che venerdì il Philadelphia Semiconductor Index aveva guadagnato ben il 3,6%, stamani i titoli tecnologici nipponici hanno aiutato l’indice Nikkei 225 a chiudere in rialzo dello 0,68%, raggiungendo il livello più alto dagli inizi dello scorso luglio: Tokyo Electron (+3,3%), secondo maggior produttore al mondo di attrezzature per la produzione di chip, ha dichiarato di essere ben soddisfatta dell’andamento delle vendite nel terzo trimestre fiscale e che raddoppierà il dividendo per il secondo semestre fiscale.
Anche Honda (+0,7), terzo maggior produttore di automobili nipponico, ha dichiarato l’intenzione di aumentare il dividendo, piuttosto che procedere al riacquisto di azioni proprie. Sempre in Giappone, la bilancia delle partite correnti ha a sorpresa registrato in dicembre un aumento dell’avanzo del 28,2% sul mese, su base destagionalizzata, con il calo delle esportazioni di elettronica più che compensato dall’effetto del minor costo del petrolio e del maggior reddito derivante dal possesso di titoli esteri. Il dato finale per dicembre della produzione industriale ha mostrato una leggera revisione al rialzo, portando la variazione tendenziale annua a +1,8%, dalla precedente lettura di +1,4%.
Per quel che riguarda i flussi da e verso l’estero degli investimenti in titoli, il relativo rapporto governativo per gennaio ha confermato l’interesse degli investitori internazionali per il Sol Levante, con afflussi netti sia per l’azionario che per l’obbligazionario, pur dovendo tener conto del rimpatrio dei capitali in prossimità della fine dell’anno fiscale.
In gennaio, l’indice della fiducia dei consumatori ha superato le attese, salendo a 47,4, avvicinandosi così alla soglia critica di 50 e mostrando come le famiglie nipponiche starebbero divenendo sempre meno pessimiste, con il più seguito indice relativo alla fiducia dei nuclei familiari composti da almeno due persone anch’esso aumentato a 47,4.
Commodity: poco mosso il prezzo del greggio mentre cresce la speculazione che l’Opec possa decidere un taglio alla produzione nel secondo trimestre dell’anno. Secondo quanto dichiarato dal segretario generale del cartello a Reuters, l’Opec potrebbe decidere un taglio modesto solo se la domanda rimarrà robusta, ma nel caso un cui dovesse verificarsi un rallentamento della quantità richiesta la riduzione dell’offerta sarà più consistente.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)